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F1, la questione budget cap. Qual era il limite di spesa fissato e di quanto vogliono ridurlo i team. Ferrari contraria

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Sono molti i punti interrogativi in questo momento circa il futuro della F1. Si è in attesa di capire se davvero il Mondiale 2020 potrà cominciare. Le intenzioni di Liberty Media, colosso americano delle telecomunicazioni gestore del Circus, sono quelle di iniziare dal GP d’Austria il 5 luglio, disputando il weekend a porte chiuse. Vi potrebbe essere anche l’eventualità di un doppio appuntamento sempre in terra austriaca, ovvero una seconda gara a Spielberg il 12 luglio. Si attendono però comunicazione ufficiali a riguardo.

Non è solo questo però a tenere banco, ma anche le contromisure relative alla crisi economica che tutti stanno patendo a causa dell’emergenza sanitaria. Nel corso dell’ultima settimana sono stati diversi i colloqui tra i team, la FIA e la citata Liberty Media per abbassare il budget cup che entrerà in vigore l’anno prossimo e da questo punto di vista la Ferrari ha chiarito che non si potrà scendere troppo al di sotto di una data soglia.

Giova ricordare che la cifra originaria fosse di 175 milioni di dollari, fissata prima della pandemia, ridotta poi a 150 milioni. Successivamente però alcune scuderie hanno chiesto delle riduzioni ancor più drastiche, scendendo a 145 milioni e arrivando a 130 per il 2022, data nella quale vi sarà il nuovo regolamento tecnico. Una soluzione però osteggiata dalla Ferrari e dai team costruttori più importanti, visti i conseguenti tagli sui posti di lavoro che dovrebbero effettuare. Il Team Principal della Rossa Mattia Binotto, intervistato dal quotidiano britannico The Guardian, ha chiarito che: “Il livello di 145 milioni di dollari è già una richiesta nuova e impegnativa rispetto a quanto stabilito lo scorso giugno. Non può essere raggiunto senza ulteriori significativi sacrifici, soprattutto in termini di risorse umane. Se si dovesse scendere ancora più in basso, non vorremmo essere messi nella condizione di dover cercare altre opzioni per dispiegare il nostro DNA agonistico“. Una Ferrari che quindi potrebbe anche decidere di non essere parte del Circus a queste condizioni?

La fazione “pro budget cup basso” è capeggiata soprattutto dalla Mclaren che, per bocca del Team Principal Andreas Seidl, ha fatto valere una posizione piuttosto chiara: “E’ importante considerare i costi di sviluppo che hanno i team che vendono parti ad altri team, ma penso che questo sia qualcosa che è comunque stato considerato nel regolamento. Quindi non vedo alcuna ragione per cui abbiamo bisogno di budget cup differenti“. Binotto, infatti, aveva proposto una soluzione con una disponibilità diversa proprio in qualità di costruttore, mentre la scuderia di Woking sarebbe cliente di Mercerdes dall’anno prossimo e dunque non dovrebbe gestire i medesimi costi della squadra di Maranello. Dal canto suo, il team inglese sostiene la tesi secondo cui lo spirito normativo della F1 è quello di garantire una competizione più equilibrata e meno sproporzionata in favore delle scuderie con grandi risorse economiche. Non resta che attendere come andrà a finire questa contesa in termini di regolamento e di gestione.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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