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Nuoto, Fabio Scozzoli: “Alle Olimpiadi del 2021 ci sarò, e anche oltre! Dopo mi piacerebbe allenare”

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In un periodo in cui il presente sembra solo regalare cattive notizie e il cielo sopra i nostri sguardi appare esclusivamente carico di nuvole e cattive previsioni, Fabio Scozzoli, campione europeo e mondiale, nonchè capitano della Nazionale Italiana di nuoto, prova a guardare con fiducia ad un futuro incerto, con le Olimpiadi di Tokyo 2020 rimandate di un anno.

L’occasione si è rivelata propozia per parlare di allenamenti ai tempi del Covid-19, avversari, motivazioni, futuro e molto altro: passione e determinazione rappresentano ancora le componenti fondamentali di uno dei più grandi atleti della storia del nuoto italiano.

Come stai vivendo questo periodo così complicato a livello umano e, soprattutto, sportivo?

“Essendo una persona molto razionale in ciò che faccio, penso e cerco di condividere sui miei social l’idea che ognuno debba semplicemente svolgere la propria parte, senza esagerare o sottovalutare. A livello di allenamento, per quanto le società si stiano impegnando moltissimo, la scorsa settimana non siamo riusciti a nuotare e abbiamo ricominciato solo da mercoledì. Per evitare rischi inutili abbiamo ridotto sensibilmente il gruppo dei partecipanti e questa settimana stiamo svolgendo solo un allenamento al giorno di nuoto/pesistica, divisi in due gruppi di lavoro sfalsati che ci permettono di stare tranquillamente sempre a 4/5 metri di distanza in palestra e uno per corsia in vasca. Ovviamente tutto va fatto con buon senso e nel pieno rispetto della situazione che viviamo.”

Come cambiano i tuoi obiettivi e, soprattutto, come ti trovi a nuotare senza un traguardo definito per cui allenarti?

“La mia stagione era programmata per raggiungere il mio picco di forma agli Assoluti Primaverili (sede utile per ottenere il pass olimpico) e programmare poi il prosieguo dell’annata in base ai risultati ottenuti. Ovviamente ora, con l’assenza di traguardi tangibili, tutto si fa più duro. Io però, da sempre, nuoto e mi alleno per migliorare me stesso e per divertirmi e non risento particolarmente di questo problema. So che le gare ricominceranno e voglio essere pronto. Mi sento estremamente fortunato ad avere la possibilità di nuotare in un periodo come questo e cerco di vivere ogni giorno per ciò che mi propone, senza pensare troppo al futuro.”

Ti preoccupa lo slittamento di un anno delle Olimpiadi di Tokyo, considerando che con dodici mesi in più i ranisti emergenti a livello nazionale potrebbero metterti in difficoltà nella corsa per il pass?

“Sicuramente questa cosa mi penalizza, anche se comunque dalla mia ho la consapevolezza di essere costante e di non andare incontro agli alti e bassi che si rischia di avere quando si è più giovani. Credo che questo fosse l’anno giusto ma non mi preoccupa dover aspettare, i problemi in questi giorni sono ben altri. Fortunatamente l’Olimpiade l’ho vissuta e fisicamente, per quanto ovviamente ogni tanto senta qualche acciacco, mi sento ancora in forma.”

C’è un atleta in cui ti rivedi particolarmente in Nazionale? Lo stesso Nicolò Martinenghi è effettivamente un “nuovo Scozzoli”?

“No, a dire la verità non mi rivedo in nessun atleta in particolare. I ragazzi di oggi sono cambiati molto e non trovo nessuno a cui potrei paragonare il Fabio ragazzo che sudava sotto le urla di Tamas Gyertyanffy (storico tecnico dell’azzurro). Non mi rivedo nemmeno in Nicolò. Lui ha probabilmente più talento di me, che non sono nemmeno mai stato in Nazionale giovanile per dire (ride), e credo abbia veramente le capacità per giocarsi le più grandi medaglie internazionali disponibili.”

Anche Martina (Carraro, compagna di Fabio Scozzoli e ormai stabilmente nell’èlite del nuoto globale) sta vivendo questa situazione con la stessa serenità?

“Diciamo che lei fa probabilmente più fatica ad allenarsi senza avere un fine ultimo. Essendo anche al picco massimo della sua carriera, per quanto credo ancora abbia molto margine, sta soffrendo anche più di me questo slittamento. Sinceramente però, parlando ora da compagno di allenamento e non da fidanzato, sono convinto che a livello di risultati non le cambierà nulla. Se è al top ora lo sarà di certo anche l’anno prossimo.”

L’Olimpiade nel 2021 potrebbe essere l’ultima gara di Fabio Scozzoli?

“No, credo di no. Ho ancora molta voglia e come detto mi diverto ancora ad andare a nuotare tutti i giorni. Finchè mi sentirò competitivo credo di continuare, anche perchè ancora ho molti obiettivi.”

Crede in un futuro Scozzoli allenatore o pensa che si allontanerà da questo mondo?

“Non sono assolutamente stufo di questo ambiente e l’idea è sicuramente quella di provare ad allenare. Proprio in questi giorni mi sto immergendo in libri di formazione che inseguivo da tempo. Credo, avendo vissuto diverse nazioni ed essendo entrato in contatto con tanti allenatori, di poter trasmettere un bagaglio tecnico importante e mi piacerebbe poter continuare a vivere nel meraviglioso mondo dello sport. Ritengo che l’appartenenza all’Esercito e, in particolare, al Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito potrebbe sicuramente agevolare questa mia ambizione.”

Chiudo chiedendoti un parere sulla nascente competizione della ISL e sul suo possibile sviluppo negli anni a venire.

“Parto col dire che non credo di aver mai vissuto una gara più esaltante della ISL nella mia carriera. Il clima che si respira sul piano vasca e tra il pubblico presente è qualcosa di indescrivibile, veramente elettrizzante. Penso tuttavia che nemmeno il 50% dell’emozione venga trasmesso a chi guarda da casa ed è in questo senso che televisioni ed addetti ai lavori devono spingersi. Essendo appassionato di tennis mi rendo conto di quanto un evento così possa attirare pubblico per il nuoto come fatto tanti anni fa dal circuito ATP per il mondo della racchetta. Chi la critica deve capire che non si tratta di un semplice discorso economico ma di un’opportunità indescrivibile di visibilità per tutto il movimento. Se gli investimenti continueranno credo sarà una vera svolta per il nuoto globale.”

michele.giovagnoli@oasport.it

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Foto: LaPresse

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