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NBA, Pau Gasol pronto a lasciare?

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Non è la prima volta che le voci di un possibile addio al basket giocato di Pau Gasol (Barcellona, 1980) si rincorrono sui media statunitensi e spagnoli. A quasi 40 anni, è oggi una delle stelle più popolari dell’NBA, simbolo vivente del basket del XXI secolo, famoso e rispettato da tutti sia negli USA sia nel Vecchio Continente. La pubblicazione del suo primo libro (Sotto il canestro, 2018) fu considerata da molti un bilancio della sua carriera professionale e una sorta di testamento sportivo per le giovani generazioni. Le voci si sono fatte sempre più insistenti quando il 10 maggio 2019 comunicò ufficialmente che si sarebbe sottoposto a un intervento chirurgico a seguito di una frattura del piede.

Lui ha sempre smentito, affermando che continuerà a stoppare entrate, recuperare rimbalzi e infilare tiri da tre fino a quando il fisico glielo consentirà. È perfettamente cosciente che la sua carriera è ormai avviata sul viale del tramonto e che il momento di appendere le scarpe al chiodo è sempre più vicino. Eppure, solo poche settimane fa, in un’intervista rilasciata a ESPN Radio, durante l’ultimo NBA Rising Stars Challenge, definì il proprio ritiro solo come “una possibilità” (non una certezza). Ha confessato di non ignorare la gravità dell’infortunio che lo ha lasciato per questa stagione senza squadra, ma per ora preferisce concentrarsi sulla riabilitazione post-operatoria e sul recupero della forma fisica. Il resto poi, dice, si vedrà.

Nella vita come sul parquet, la sua attitudine è quella vincente, tipica del vero campione e di chi non si arrende mai, combattendo fino all’ultimo secondo e non dando mai per scontato l’esito della partita. Questo spirito guerriero l’ha fatto amare da milioni di appassionati di basket in tutto il mondo ed è grazie ai campioni come lui che i pronostici sportivi vengono spesso ribaltati: non a caso, infatti, negli ultimi anni le scommesse live sono diventate sempre più popolari, in quanto consentono di effettuare puntate non solo sui pronostici pre-partita ma anche su quelli nati dai ribaltamenti di situazione che i giocatori come Gasol sono in grado di creare nel corso delle partite. La stessa determinazione che l’ha portato sulla vetta del successo sportivo e della notorietà, lo spinge ora a vincere quest’altra sfida, per tornare al più presto a fare schiacciate e a segnare punti che contano.

La sua carriera è un susseguirsi di trionfi e di record. Dopo aver giocato nel Barcellona, nel 2001 fu il secondo spagnolo, dopo Fernando Martín (che attraversò l’oceano nel 1986, per passare dal Real Madrid ai Portland Trail Blazers) a giocare in NBA e il primo ad essere selezionato per partecipare in un All-Star Game (Houston 2006). Nella stagione 2014/2015 lui e suo fratello Marc (allora nei Memphis Grizzlies) furono i primi due fratelli nella storia dell’NBA a giocare come titolari di un All-Star Game. Ha militato in alcune delle squadre più importanti del campionato statunitense, come Memphis Grizzlies, Los Angeles Lakers e Chicago Bulls. Nel 2009 e nel 2010 fu scelto come giocatore del quintetto ideale della NBA. Inoltre, è uno degli unici quattro giocatori nella storia dell’NBA (insieme a Kareem Abdul-Jabbar, Tim Duncan y Kevin Garnett) ad aver segnato più di 20.000 punti, con più di 11.000 rimbalzi recuperati. Con la nazionale spagnola, tra le altre cose, ha vinto un Mondiale (2006) e tre Europei (2009, 2011 e 2015) ed è attualmente il miglior marcatore nella storia dell’Eurobasket (avendo superato quota 1.105 punti nel 2017).

Che finisca tra qualche mese o tra qualche anno, la carriera di Pau Gasol rimarrà comunque una delle più straordinarie nella storia del basket. E il suo esempio sportivo e umano sarà per sempre un punto di riferimento per le giovani generazioni.

Foto: Lapresse

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