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Autocertificazione coronavirus, cosa si rischia se la dichiarazione non è veritiera. Carcere fino a 3 anni

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L’Italia continua a combattere l’emergenza coronavirus con misure sempre più stringenti volute dal Governo. Ieri sera il premier Giuseppe Conte ha annunciato alla nazione che da oggi fino al prossimo 25 marzo resteranno chiuse tutte le attività commerciali al dettaglio.

Novità anche per quanto concerne gli spostamenti. Nelle misure adottate dall’ultimo DPCM, infatti, sono consentiti gli spostamenti solo per reali e comprovate esigenze lavorative, per motivi di salute, per situazioni di estrema necessità o per rientrare presso la propria residenza o il proprio domicilio.

Tutti i cittadini che lasciano la propria abitazione dovranno portare con sé l’autocertificazione con la quale motivano e spiegano la necessità di uscire di casa. Il Governo ha messo a disposizione dell’intera popolazione un modello da scaricare e compilare e in caso di controllo da esibire alle forze dell’ordine. Nel caso in cui si attesterà il falso si violerà l’art. 495 del codice penale.

Chiunque dichiara o attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, l’identità o lo stato o altre qualità della propria o dell’altrui persona è punito con la reclusione fino a tre anni. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto in una dichiarazione destinata ad essere riprodotta in un atto pubblico. La reclusione non è inferiore ad un anno: 1) se si tratta di dichiarazioni in atti dello stato civile; 2) se la falsa dichiarazione sulla propria identità, sul proprio stato o sulle proprie qualità personali è resa da un imputato all’Autorità giudiziaria, ovvero se per effetto della falsa dichiarazione, nel casellario giudiziale una decisione penale viene iscritta sotto falso nome. La pena è diminuita se chi ha dichiarato il falso intendeva ottenere, per sè o per altri, il rilascio di certificati o di autorizzazioni amministrative sotto falso nome, o con altre indicazioni mendaci“.

salvatore.serio@oasport.it

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Foto: LaPresse

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