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Ciclismo, Andrea Bagioli incanta al Tour de la Provence 2020. Il giovane azzurro si rende subito protagonista tra i professionisti

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Il salto di categoria sembra aver spaventato decisamente poco Andrea Bagioli, giovane speranza azzurra per le corse di un giorno più dure e, in futuro, forse anche per le corse a tappe, il quale da questo 2020 corre con la casacca della Deceuninck-Quick Step. Andrea, fratello di Nicola dell’Androni, ha fatto il suo esordio stagionale al Tour de la Provence e si è immediatamente dimostrato competitivo negli arrivi più adatti a lui.

Ieri, a La Ciotat, un’ascesa non particolarmente dura né lunga, Andrea ha conquistato il quinto posto al termine di una volata ristretta tra circa 20 atleti, dando sfoggio di quell’esplosività che è da sempre la sua caratteristica peculiare. Oggi, invece, sul Mont Ventoux, erta decisamente più lunga, nonostante l’arrivo posto a Chalet Reynard e non in vetta, ha strappato un comunque ottimo 20° posto, a 3’45” dal vincitore Nairo Quintana, che ha fatto un altro sport rispetto al resto della concorrenza, ma a poco più di 1’30” da un atleta del calibro di Thibaut Pinot.

Bagioli è un corridore completo, forte in salita e dotato di ottimo spunto veloce. Da U23 ha vinto un paio di brevi corse a tappe internazionali quale la Ronde de l’Isard e il Toscana Terre di ciclismo, ma il meglio di sé lo ha dato nelle classiche di categoria. Nel suo palmares, infatti, figurano il Piccolo Giro di Lombardia e il Trofeo Città di San Vendemiano. Inoltre, è giunto sul podio anche al Palio del Recioto e alla Liegi-Bastogne-Liegi U23.

Andrea, oltretutto, non poteva capitare in una squadra migliore della Deceunick Quick-Step, per poter crescere ulteriormente al fianco di grandi campioni dai quali imparare il mestiere. Su tutti Julian Alaphilippe, un corridore che assomiglia e non poco al giovane azzurro. Chiedergli grandi risultati già quest’anno è ovviamente errato, ma da lui è lecito aspettarsi che almeno in corse minori, come il Tour de la Provence, ottenga altri ottimi piazzamenti, dato che parliamo di un ragazzo che aveva dimostrato una maturità decisamente superiore a quella che ci si aspetterebbe da un atleta della sua età già al primo anno da U23, nel 2018.

Solo il futuro potrà dirci se Bagioli diventerà un campione e se magari maturerà anche come uomo da grandi corse a tappe, dato che per ora sembra soffrire un po’ quando si supera la settimana di corsa, come si è visto nei due Tour de l’Avenir che ha disputato. Quel che è certo, però, è che con lui e con il campione del Mondo U23 Samuele Battistella, l’Italia potrebbe finalmente ritrovare quei corridori da classiche vallonate che ai tempi di Bettini, Rebellin e Bartoli furono il fiore all’occhiello del Bel Paese, ma che negli ultimi anni sono decisamente mancati alla nostra nazione.

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luca.saugo@oasport.it

Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Twitter Deceuninck Quick-Step

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