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Biathlon, la Norvegia si conferma padrona della staffetta femminile ai Mondiali 2020. Germania e Ucraina a medaglia, l’Italia precipita nel finale

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E alla fine vince sempre la Norvegia. La staffetta femminile dei Mondiali 2020 di biathlon ha regalato alla Südtirol Arena di Anterselva uno spettacolo incredibile, con numerosissimi ribaltamenti di fronte che hanno tenuto la competizione in piedi fino all’ottavo poligono. Marte Olsbu Røiseland si conferma la protagonista assoluta di questa edizione iridata arrivando a mettersi al collo la sesta medaglia in altrettante partenze, trionfando insieme a Synnnove Solemdal, Ingrid Tandrevold e Tiril Eckhoff con 10″7 di margine sulla Germania e 18″4 su una spettacolare Ucraina.

La Norvegia (1+9) ha dovuto sopperire ad una Eckhoff tornata la pazza biathleta degli anni scorsi, ma sta trovando una garanzia suprema in questi Mondiali dall’altra punta di diamante Røiseland che si sta prendendo a tutti gli effetti il ruolo di protagonista principale al fianco della nostra Dorothea Wierer. Per il quartetto scandinavo si tratta della quinta vittoria su cinque staffette femminili in stagione, la giusta consacrazione di una superiorità mostrata sia individualmente che nel contesto di squadra che ha saputo anche reagire ad una prova tutt’altro che perfetta. Super rimonta da lontano anche da parte della Germania che si era presentata ad Anterselva con buone aspettative al maschile ma alla fine sta raccogliendo quasi tutto dal gentil sesso. Arriva il quarto argento per i teutonici (0+9), guidati da un’eccezionale seconda parte di gara di Vanezza Hinz, Franziska Preuss e Denise Herrmann che hanno dovuto rimediare al disastroso lancio di una Karoline Horchler che in questo contesto c’entra veramente poco.

E poi festeggiano le ucraine (Anastasija Merkushyna, Yuliia Dhzima Vita Semerenko e Olena Pidhrushna) che ripetono il super bronzo ottenuto undici mesi fa in Svezia approfittando del disastro finale di Hanna Öberg che estromette ancora una volta la Svezia dalle medaglie. La ventiquattrenne di Östersund si è infatti trovata in lotta per l’oro all’ultima serie contro la Norvegia di Røiseland, ma ancora una volta è stata tradita dall’emozione e ha addirittura girato scendendo fino al quinto posto finale (+45″ con 1+11). Ai piedi del podio una buona Repubblica Ceca (+31″) che ci ha davvero creduto grazie ad una ritrovata solidità nelle percentuali (0+10) ma nulla ha potuto nel finale contro l’esperienza di Pidhrushna.

L’Italia ha spaccato letteralmente in due la gara fin dal primo metro, con due frazioni incredibili di Lisa Vittozzi e Wierer che si sono concesse il lusso di dare il cambio a Federica Sanfilippo con un minuto di vantaggio su tutte e addirittura 1’40” sulla Germania. La ventinovenne di Ridanna ha però trovato grosse difficoltà nella sua sessione in piedi, girando due volte e annullando quanto di buono costruito in precedenza e passando il testimone a Michela Carrara in una posizione molto complicata. La giovane valdostana ha perso ancora terreno, girando a sua volta nel poligono a terra e il quartetto azzurro è stato così relegato in decima posizione a 2’30”. Impressionante come il volto della staffetta azzurra sia cambiato nella seconda parte e all’interno del team sarà necessario riflettere attentamente sulle scelte intraprese perché l’impressione è che con questo schieramento difensivo il risultato non possa arrivare.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: F. Angiolini

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