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Sci di fondo, Tour de Ski 2020: a Dobbiaco Klaebo e Nepryaeva arrivano da leader. Tanti i ritiri importanti

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Il Tour de Ski sta arrivando in Italia, a Dobbiaco, per le prime due tappe di una serie di cinque sul nostro suolo che ha un unico precedente storico, nel 2012. Tuttavia, sono numerose le questioni che stanno venendo alla luce dopo le prime due tappe, e non riguardano solo i grandi protagonisti delle due prove a Lenzerheide, in Svizzera. Andiamo a scoprire, dunque, cosa c’è dietro le 10 e 15 km a tecnica libera di domani e le gare sulla stessa distanza, ma a inseguimento, del giorno di Capodanno.

Partendo da quanto visto sulle nevi elvetiche, tra gli uomini c’è da registrare il tentativo di fuga di Johannes Klaebo; il norvegese, infatti, viaggia a 35’07”, ed ha già 32 secondi di vantaggio complessivi nei confronti dei più immediati inseguitori, il russo Alexander Bolshunov e lo svedese Johan Haeggstroem, benché dei due il più accreditato nel ruolo di rivale del grande protagonista degli ultimi anni dello sci di fondo mondiale sia il primo. Certamente Bolshunov avrà dalla sua parte la possibilità di riguadagnare molto terreno nella 15 km a tecnica libera di domani, dando ulteriore significato alla leadership nella classifica di Coppa del Mondo distance. Attenzione, però: il suo connazionale Sergey Ustiugov ha già mostrato la propria grande forma a Lenzerheide, nella mass start, e potrebbe anch’egli tentare di infastidire Klaebo, essendo peraltro distante soli 34 secondi nella graduatoria generale.

In campo femminile, invece, la sprint svizzera ha rimescolato le carte in tavola, almeno per un po’, con la russa Natalia Nepryaeva ora al comando dopo il terzo posto a Lenzerheide, seguita dalla vincitrice della gara di ieri, la slovena Anamarija Lampic. Therese Johaug è terza con 31’23”, cinque secondi in più della prima e quattro in più della seconda, e precede due delle tre Weng, Tiril Udnes e Heidi. Il problema, per le altre, è però un altro: si entra in una coppia di competizioni in cui Johaug può fare il vuoto, perché se è vero che non è una sprinter, è ugualmente vero che la concorrenza sarà chiamata a un notevole sforzo per cercare di tenere aperto il Tour de Ski. Le 10 km, a tecnica libera o classica che siano, restano il terreno di caccia naturale della norvegese, che dopo esser riuscita a guadagnare meno del previsto a Lenzerheide vorrà fare realmente il vuoto prima della sprint in Val di Fiemme e poi della scalata del Cermis.

In casa Italia, dopo la soddisfazione per il secondo posto di Federico Pellegrino poco più di ventiquattr’ore fa, si deve fare i conti con la realtà: Francesco De Fabiani, pur in ripresa ieri a Lenzerheide, è ancora lontano dalla sua miglior condizione, e difficilmente sarà competitivo per le posizioni alte, mentre per gli altri l’obiettivo è quello di concludere in maniera quantomeno dignitosa. Un discorso molto simile si può fare per l’intero gruppo femminile, che ha perso già nella prima tappa Francesca Franchi. A proposito di ritiri, ce ne sono altri due, peraltro già programmati: Michael Hellweger tra gli uomini, Greta Laurent tra le donne.

E proprio parlando dei forfait, ne abbiamo già vissuti di eccellenti fino ad ora. La due giorni di Lenzerheide ha lasciato sul terreno un autentico bollettino di guerra: i francesi Lucas Chanavat e Richard Jouve, i norvegesi Emil Iversen e Maiken Caspersen Falla, la svedese Stina Nilsson, per fare i nomi dei big che non vedremo più. Se per Falla la decisione era già presa in vista della sprint di Dresda, per Nilsson si è trattato del riacutizzarsi del dolore alla spalla, mentre Iversen si è dovuto arrendere a un raffreddore. Discorsi differenti per i francesi: Chanavat è stato messo KO da problemi respiratori che lo hanno condizionato nella mass start, mentre Jouve punta anch’egli verso Dresda.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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