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Nuoto, Europei Glasgow 2019. Fabio Scozzoli e Nicolò Martinenghi: sarà duello da podio per i ranisti azzurri?

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Quando il gatto non c’è (perchè non potrebbe svolgere le sue funzioni da gatto dominante in questo caso) i topi ballano e fra i topi ballerini ci sono anche i due azzurri di punta della rana Fabio Scozzoli e Nicolò Martinenghi. Il gatto è Adam Peaty che ha in mente solo le Olimpiadi, a tal punto da saltare a piè pari l’appuntamento “quasi” casalingo di Glasgow dove si gareggia in quella vasca corta che non sempre ha regalato in passato soddisfazioni al ranista britannico, a partire dalla sconfitta subita da Scozzoli all’ultimo Europeo in corta di Copenhagen sulla distanza dei 50.

L’esperto e il giovane: ormai etichettati così Scozzoli e Martinenghi e più il tempo passa, più entrambi dimostrano di poterci stare, il primo ancora, il secondo finalmente, nell’elite della rana europea e, perchè no, mondiale. Le prestazioni in Coppa del Mondo, ISL e nei meeting di avvicinamento a Glasgow dicono che la battaglia fra i due azzurri ha fatto bene ad entrambi. Scozzoli non più tardi di una settimana fa ha eguagliato il suo record europeo nei 50 fatto segnare proprio a Copenhagen: il tempo non è stato omologato per un cavillo burocratico ma la prestazione resta, mentre ha dimostrato di dover ancora lavorare per raggiungere la condizione giusta sui 100 che, dal 9 dicembre in poi, saranno il suo unico obiettivo stagionale, vista la presenza di quella sola gara alle Olimpiadi.

Martinenghi si è migliorato a sua volta, ha vinto tutte le sfide dirette con il compagno di squadra e rivale nella prima fase delle ISL, e ora ha bisogno soltanto di salire su un podio importante per acquisire quella fiducia che gli permetterebbe di crescere ulteriormente. Una stagione di stop è difficile da assorbire, soprattutto quando si è sulla rampa di lancio e Martinenghi ora, ritrovata la giusta condizione atletica e il tono muscolare, deve riprendere il discorso interrotto due anni fa, forse proprio a Copenhagen quando, pur non salendo sul podio, aveva dato l’impressione di essere vicinissimo ai grandi della specialità. La sua gara prediletta è il 100 ed è lì che si concentrerà per portare a casa un risultato importante ma prima c’è il 50 e iniziare con il piede giusto, con una finale di qualità, potrebbe essere la strada giusta per il varesino, che ha bisogno di sbloccarsi soprattutto psicologicamente in una grande manifestazione internazionale.

Lo spazio per prendersi delle belle soddisfazioni c’è per entrambi che hanno preparato bene questo appuntamento anche perchè propedeutico alla prima finestra di qualificazione alle Olimpiadi in programma a Riccione nella settimana successiva. Il bielorusso Shymanovich, con cui i due azzurri hanno battagliato nella ISL, l’olandese Kamminga e, solo nei 50, il russo pigliatutto in Coppa del Mondo ma mai troppo performante quando in palio ci sono medaglie internazionali Morozov, sono gli avversari più temuti, assieme al padrone di casa Murdoch che nei 100 può dire la sua anche se la vasca corta non è esattamente il suo pane quotidiano.

Due modi di gareggiare differenti, due tattiche di gara contrapposte che restano nel tempo, quelle di Scozzoli e Martinenghi: scattante e bruciante alla partenza e molto efficace in virata e subacquea il primo, che cura in modo quasi maniacale questi particolari, più performante nella fase nuotata il secondo che però sta lavorando per limare il gap nelle altre parti di gara, fondamentali in vasca corta. La sfida è lanciata: il Tollcross Center (che già ha incoronato un anno e mezzo fa Scozzoli come vice-campione d’Europa in lunga nei 50 rana) sarà il campo di battaglia.

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