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Michela Ponza, biathlon: “Wierer e Vittozzi sono due fuoriclasse, ora faccio la mamma e mi godo la mia famiglia”

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Recentemente ne abbiamo lodato le statistiche e le doti al poligono. Abbiamo avuto anche il piacere di contattare chi conosce bene il circuito di Coppa del Mondo di biathlon, con 15 anni di carriera alle spalle. Stiamo parlando della gardenese Michela Ponza, ex atleta della nazionale ed ex allenatrice delle Fiamme Gialle, che dallo scorso hanno ha deciso di fare la mamma a tempo pieno ma che segue il biathlon ancora con grande passione.

Ti aspettavi che Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi potessero raggiungere questo livello, lottando per la Coppa del Mondo? Hanno ulteriori margini di miglioramento secondo te?

Che le nostre due atlete fossero delle fuoriclasse lo avevamo già capito tutti quando gareggiavano nelle categorie giovanili. Quindi la loro affermazione nel circuito di Coppa del Mondo era solo una questione di tempo. Per quanto riguarda le loro prestazioni, penso che nello sport non ci siano limiti. Ogni atleta, fino al suo ultimo giorno di attività, ha degli errori da correggere. Nel biathlon poi gli aspetti da perfezionare sono molti: la tecnica di sciata, la condizione fisica, la tecnica di tiro e la sua velocità di esecuzione. Sono certa che le nostre due atlete, insieme ai loro tecnici della Nazionale, stanno lavorando ogni giorno per alzare ulteriormente il loro livello”.

In campo maschile Dominik Windisch ha firmato l’impresa dell’anno, mentre Lukas Hofer ha confermato la sua costanza tra i big mancando però l’acuto

Il biathlon è uno sport un po’ pazzo, in ogni gara può succedere di tutto. La bravura di Dominik è stata quella di cogliere l’occasione, sfruttando gli errori degli altri e dando il meglio di sé nel momento giusto. Luki ha i numeri per fare grandi cose. Quando riuscirà a fare in gara quello che sa fare in allenamento, mettendo insieme tutte le cose in modo corretto, ne vedremo delle belle!”

Da chi tra gli altri azzurri/e di Coppa del Mondo ti aspetti il salto di qualità in una stagione così delicata?

“Per rispondere a questa domanda bisognerebbe avere una sfera magica… Abbiamo un bel gruppo di atleti giovani, che stanno lavorando bene da qualche anno e, visto l’impegno che ci stanno mettendo, si meriterebbero di raccogliere buoni risultati”.

Dagli anni in cui si gioiva per i tuoi piazzamenti in Coppa del Mondo, sono cambiati i tempi e la Nazionale sta abituando fin troppo bene gli appassionati italianai. Pensi che si sia abbassato il livello del biathlon oppure è salita la qualità del biathlon azzurro, soprattutto in campo femminile?

Il movimento del biathlon in Italia è cresciuto molto negli ultimi anni, grazie ad una saggia gestione da parte dei dirigenti, alla dedizione dello staff tecnico ed alla passione degli atleti. Poi il fatto di avere dei fuoriclasse va un po’ ad annate e questo è un periodo molto positivo per l’Italia!”.

Ti sei presa una pausa dal biathlon? Pensi di poter rientrare nel mondo delle competizioni come tecnico?

“No, non è una pausa. Seguire il biathlon come tecnico comporta molti viaggi e molto tempo fuori casa, farlo da mamma è difficile. Per mantenere unita la famiglia l’unico modo era quello di trasferirmi dove lavora mio marito, a La Spezia. Ringrazio la Guardia di Finanza che mi ha dato l’opportunità di mantenere il posto di lavoro, ora svolgo lavoro di ufficio e poi mi godo la mia famiglia. Comunque continuerò a seguire il biathlon e farò il tifo per i nostri atleti!”.

Come è cambiata la tua vita dopo la nascita della piccola Lisa?

Per prima cosa ho posato la valigia. Per anni ho vissuto da zingara, a volte mi svegliavo la mattina e non mi ricordavo nemmeno dov’ero… Durante i primi mesi ho passato molto tempo in casa tra biberon e pannolini. Ora mi sto abituando alla routine quotidiana, non è sicuramente come andare al poligono con gli atleti, ma finito in ufficio vado a prendere Lisa all’asilo, lei mi sorride e questo mi rende felice…”.

Nelle passate stagioni hai potuto seguire, a fianco di Andrea Zattoni, anche i giovani atleti delle Fiamme Gialle che hanno ottenuto degli ottimi risultati a livello internazionale come Irene Lardschneider e Tommaso Giacomel (classe 1998 e 2000). Come vedi i loro percorsi di crescita da qui al 2026? Pensi che potranno essere tra i protagonisti della rassegna a cinque cerchi?

Ho avuto il piacere di seguire Irene e Tommaso sia per le Fiamme Gialle che in squadra nazionale. Sono due atleti con grande potenzialità e questo lo hanno dimostrato vincendo medaglie ai Mondiali giovanili. Entrambi hanno fatto grandi passi avanti nelle ultime stagioni e, se si dà loro il tempo di crescere senza troppe pressioni, alle Olimpiadi 2026 saranno a caccia di risultati importanti”.

In questa stagione tornano i Mondiali ad Anterselva, cosa daresti per poter rimettere la carabina in spalle e gareggiare?

L’atmosfera che si respira ad Anterselva per me è sempre stata speciale. Non nascondo che se mi svegliassi la mattina sapendo di essere competitiva mi divertirei a sfidare le big sulla mia pista preferita. Ma visto che ormai la mia attività sportiva si limita a delle passeggiate con il passeggino, è meglio che ad Anterselva ci vada da spettatrice…”.

nicolo.persico@oasport.it

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Foto: LaPresse

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