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Biathlon

Kaisa Mäkäräinen minaccia il record di Magdalena Forsberg. Diventerà la donna con più podi?

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La Coppa del Mondo di biathlon prenderà il via da Östersund, in Svezia, nel weekend a cavallo dei mesi di novembre e dicembre. Tra i principali motivi d’interesse della stagione vi sarà anche la rincorsa a diverse pietre miliari che potrebbero essere raggiunte durante l’inverno.

Andiamo dunque a scoprire quali sono questi traguardi, sia in campo maschile che in campo femminile.

SETTORE FEMMINILE – MÄKÄRÄINEN, GERMANIA , FRANCIA E FINLANDIA
Fra le donne troviamo quello che sarà il tema più forte della stagione, ovvero la rincorsa di Kaisa Mäkäräinen all’annoso record di podi complessivi detenuto da Magdalena Forsberg.

Nel 2002 la svedese concluse la propria carriera con 87 piazzamenti nella top-three, quota non ancora raggiunta da nessun’altra biathleta. Certo, nel corso dell’ultimo ventennio non sono mancate le protagoniste dotate delle potenzialità per scavalcare la scandinava. Tuttavia due di loro si sono ritirate precocemente (Magdalena Neuner e Laura Dahlmeier), mentre la terza si è presa delle pause all’interno della propria attività agonistica (Darya Domracheva).

Invece l’inossidabile Mäkäräinen ha silenziosamente accumulato podi su podi, raggiungendo la ragguardevole cifra di 84. Dunque la finlandese, ormai prossima alle 37 primavere, necessiterà di altri quattro ingressi nelle prime tre posizioni per scalzare la scandinava dalla vetta di questa graduatoria.

Obiettivo sicuramente fattibile, indipendentemente dell’inevitabile peso dell’età, considerando come negli ultimi nove inverni la veterana di Ristijärvi abbia sempre raccolto almeno 6 podi. Le basterebbe dunque anche un inverno “sopra il par” per diventare la biathleta con più piazzamenti nella top-three nella storia della disciplina.

La ricerca di questo record avrebbe come automatica conseguenza quella di permettere alla Finlandia di diventare l’ottava nazione di sempre a raggiungere quota 100 podi. Attualmente il movimento sinivalkoinen è a 97 e, a meno di qualche exploit di Mari Eder-Laukkanen, può contare esclusivamente su Mäkäräinen per rimpinguare il proprio bottino.

Alla voce podi c’è invece chi va alla caccia dei 200. Si tratta della Francia, che mira a diventare il quarto Paese dopo Germania (511), Russia (258) e Norvegia (255) a toccare questa quota. Al momento il movimento transalpino è a 198 top-three e, in linea puramente teorica, non dovrebbe avere difficoltà a guadagnarne altri due. Attenzione però, perché il 2018-’19 è stato un inverno complesso per le francesi, che hanno raccolto complessivamente solo cinque podi. Peraltro tre di essi sono stati firmati da Anais Chevalier, la quale sarà assente durante tutta l’imminente stagione causa pausa maternità. In ogni caso, considerata la qualità di cui gode la squadra, è lecito aspettarsi un rimbalzo nel rendimento e con esso ingressi nella top-three con una certa regolarità.

Infine anche la Germania punta a un 200, ma in questo caso si parla di vittorie. Il movimento tedesco è di gran lunga il più vincente nella storia della disciplina e, nonostante non stia vivendo un periodo di vacche grasse, può comunque ambire al raggiungimento di una pietra miliare. A oggi i successi in bacheca sono 196 e ne servono altri quattro per centrare l’obiettivo.

Non si tratta di un numero banale, soprattutto alla luce del ritiro di Laura Dahlmeier, cionondimeno la squadra Schwarz-Rot-Gold può sperare che la conversione di Denise Herrmann da fondista a biathleta si affini sempre più, in particolar modo al poligono. Inoltre non sono da escludere occasionali exploit di Franziska Preuß e Franziska Hildebrand che potrebbero rendere fattibile il conseguimento del suddetto traguardo.

SETTORE MASCHILE – BØ, FOURCADE E LA RUSSIA
Tra gli uomini sicuramente il tema più interessante riguarda Johannes Bø, che potrebbe scalare ulteriormente la graduatoria all-times dei plurivittoriosi e salire al terzo posto.

Al momento il norvegese vanta 38 successi in gare di primo livello, tanti quanti il connazionale Emil Hegle Svendsen. Il podio dei più vincenti di sempre però non è lontano, poiché la terza piazza è detenuta dal francese Raphael Poirée, con 44 affermazioni.

Pertanto se il ventiseienne di Stryn dovesse imporsi per 7 volte durante la stagione ormai alle porte, scavalcherebbe il transalpino. L’obiettivo appare fattibile, poiché lo scandinavo è reduce da un inverno trionfale in cui ha primeggiato in ben sedici occasioni, senza dimenticare che nell’annata precedente (quella dei Giochi olimpici di PyeongChang) aveva comunque raggiunto quota nove vittorie.

Per quanto riguarda Martin Fourcade, invece, la pietra miliare da raggiungere è quella degli 80 successi in carriera, traguardo sinora scollinato da Ole Einar Bjørndalen. Il trentunenne catalano è attualmente a quota 76, dunque avrebbe bisogno di 4 affermazioni. Il vero Fourcade, per intenderci quello ammirato tra il 2010 e il 2018, non avrebbe grossi problemi a imporsi quattro volte. Al contrario per la sua versione sbiadita del 2018-’19, inverno durante il quale ha vinto solo due gare, il compito sarebbe già più arduo. Tutto dipende da come risponderà il suo organismo.

Infine, veniamo al capitolo Russia. L’obiettivo sono i 300 podi in gare di primo livello. Al momento il movimento russo, nato dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, ne ha ottenuti 292 e occupa il quarto posto all-times dietro a Norvegia (602), Germania unita (371) e Francia (326).

Dunque servono 8 piazzamenti nella top-three per strappare il triplo centone. Il traguardo è possibile, ma non scontato, poiché durante il 2018-’19 la Russia ha raccolto proprio 8 podi, quasi tutti per merito di Alexander Loginov. Bisognerà vedere se il ventisettenne di Saratov sarà in grado di ripetere quanto fatto l’anno passato e soprattutto se potrà ricevere una mano da connazionali in grado di risalire di colpi dopo una stagione opaca. Il riferimento è soprattutto a Evgeny Garanichev, ma non solo (citofonare gli oggetti misteriosi Tsvetkov e Babikov, oppure il sin qui incompiuto Eliseev).

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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