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Sci di fondo

Bubo Valbusa presenta la stagione maschile di sci di fondo: “Pellegrino si giocherà la Coppa sprint con Klæbo e Bolshunov, De Fabiani può esplodere”

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La Coppa del Mondo maschile di sci di fondo, istituita nell’inverno 1981-’82, è arrivata alla sua XXXIX edizione. Nel weekend la stazione sciistica di Ruka, presso la città finlandese di Kuusamo, terrà a battesimo la nuova stagione. Andiamo dunque ad analizzare quali sono i temi forti della nuova annata agonistica in compagnia di Fulvio “Bubo” Valbusa.

Quella odierna è l’“episodio pilota” della rubrica che il campione olimpico di Torino 2006 terrà su queste pagine durante l’intera stagione.

Partiamo, inevitabilmente, da Johannes Høsflot Klæbo. Il ventitreenne norvegese ha vinto le ultime due Coppe del Mondo. Però, rispetto al passato, ha deciso di cambiare preparazione, lavorando con la squadra degli all-arounder anziché con quella degli sprinter. Cosa pensi di questa sua mossa? Vedremo un Klæbo con caratteristiche diverse? Magari più competitivo nelle prove di distanza, ma meno brillante nelle sprint?  
“Innanzitutto diciamo che ai nastri di partenza della nuova stagione, Klæbo è ancora il favorito per vincere la classifica generale. Non credo che il suo cambiamento di preparazione vada ad alterare le sue caratteristiche, perché sicuramente avrà avuto un occhio di riguardo verso la colonna portante dei suoi successi, cioè le sprint. Mi spiego meglio. Klæbo sa bene che con i suoi connotati, ovvero essere fortissimo nelle sprint e un po’ meno performante nelle distance, può vincere la Coppa del Mondo. D’altronde se ne è già portate a casa due. Probabilmente ha deciso di curare maggiormente le gare di distanza allo scopo di essere più competitivo quando il chilometraggio aumenta, ma dubito si focalizzerà su di esse. Sono sicuro che abbia lavorato duramente guardando anche alle sprint, che resteranno il suo punto di forza. Sarei sorpreso se le sue caratteristiche dovessero cambiare. Secondo me le sue doti naturali sono talmente infinite che, per perdere brillantezza ed esplosività, dovrebbe veramente fare una preparazione incentrata solo sulle distance, cosa che invece non penso sia avvenuta”.

Però l’anno scorso Bolshunov ha dato filo da torcere a Klæbo. Pensi possa provare a detronizzarlo quest’inverno? Cosa gli è mancato nel 2018-’19 rispetto al norvegese?
“Ha dovuto inchinarsi a Klæbo a causa dei tantissimi punti che il norvegese ha raccolto nelle sprint, ma in generale a Bolshunov non manca niente per batterlo sul lungo periodo. Ecco, mi chiedo se il russo possa avere lavorato di più sulle sprint e sullo skating, proprio allo scopo di migliorare in questi due particolari dove l’anno passato ha pagato un po’ dazio. Se riuscirà a colmare le sue lacune, allora ci sarà da avere paura”.

Dunque ti attendi una sfida a due tra Klæbo e Bolshunov? Oppure si può inserire qualcun altro?
“Uno c’è. Secondo me Sergey Ustiugov può a sua volta proporsi come un candidato alla Sfera di cristallo. D’altronde questa stagione è priva di grandi appuntamenti, quindi sarà eterna. Ci vorrà tanta costanza e per vincere la classifica generale bisognerà essere competitivi dall’inizio alla fine, cosa che non sarà facile. Ustiugov ha tutto per riuscirci e di conseguenza dire la sua anche nella lotta per la Coppa del Mondo. Personalmente mi aspetto una gran bella sfida a tre tra Klæbo e i due russi”.

Quindi non dai nessuna chance agli altri norvegesi? Parlo dei vari Røthe, Krüger, Tønseth, Iversen. Insomma tutti quelli che l’anno scorso hanno concluso la classifica generale subito alle spalle di Klæbo e Bolshunov.
“Sai qual è il problema per loro? Il calendario è strutturato in maniera particolare. Mettiamola giù così, giusto per essere diplomatici. Insomma, ci sono troppe sprint! Cosa possono fare Røthe, Krüger e Tønseth con un calendario così? Niente, partono battuti in partenza! L’unico di questo gruppo a essere completo è Iversen, ma comunque rimane un gradino sotto rispetto a Klæbo, Bolshunov e anche Ustiugov. No, nessuna chance per gli altri norge, almeno in ottica classifica generale. Sicuramente ci saranno delle gare dove potranno vincere, ma sul lungo periodo non hanno proprio possibilità”.

A questo punto ti chiedo cosa possiamo aspettarci dai veterani Sundby e Cologna? Ormai si devono confrontare con atleti di dieci o dodici anni più giovani. Quali possono essere le loro prospettive?
“Sai benissimo quanto io stimi Dario Cologna, sia come persona che come talento, e lo stesso vale per Sundby. Però bisogna essere realisti. Purtroppo la carta d’identità inizia a farsi sentire per entrambi. Ci sono passato anche io, so bene cosa succede. Il talento resta, ma quando hai qualche anno in più, i recuperi sono più lenti e fai fatica a confrontarti costantemente con i giovanotti. Quando l’età avanza devi fare delle scelte, ovvero decidere quali sono i tuoi obiettivi e quali gare, invece, sacrificare. In una stagione senza Mondiali e Olimpiadi credo che Cologna e Sundby abbiano puntato il mirino su qualche appuntamento specifico, vedi Tour de Ski o Scandinavian Tour. Non possono più essere competitivi a 360° come Klæbo e Bolshunov, quindi devono per forza di cose focalizzare la loro attenzione su bersagli specifici. Quando saranno al top della condizione, però, bisognerà fare i conti anche con loro”.

Passiamo a curare l’orticello italico. Partiamo da Federico Pellegrino, che lo scorso anno è stato il principale rivale di Klæbo nelle sprint. Il fatto di focalizzarsi solo su questo format, quando invece il norvegese dovrà combattere su tutti i fronti, potrà essere un vantaggio nella corsa alla Coppa di specialità?
“Ho visto le prime gare disputate da Pellegrino a Muonio e mi sembra sia andato forte, anche in alternato e nelle distance. Chissà che anche lui non abbia fatto la stessa scelta di Klæbo, curando anche le prove di distanza! Scherzi a parte, Chicco è uno sprinter, ha sempre fatto quello e alla sua età non si può pensare di lanciarsi in avventure, neppure in una stagione particolare come quella che sta per iniziare. Sicuramente il fatto di potersi concentrare solo sulle sprint può essere un vantaggio in ottica Coppa di specialità, però occhio, perché non penso che Klæbo sarà l’unico rivale. Attenzione anche a Bolshunov, è un talento impressionante e se, come credo, ha lavorato molto sullo skating, potrebbe essere un avversario in più con cui fare i conti, perché in alternato è già a livelli altissimi. Pellegrino dalla sua, oltre al talento, ha anche tanta esperienza e questo sicuramente lo può aiutare, soprattutto in un format dove un episodio ti può far perdere la gara , di conseguenza, e tanti punti. Diciamo che nella classifica di specialità vedo Chicco sicuramente nei primi tre a fine stagione, ma per vincere la Coppa bisognerà sudare le proverbiali sette camicie e magari avere anche un po’ di fortuna”.

Quali sono i tuoi pensieri sull’altra punta della squadra, ovvero Francesco De Fabiani?
“Per lui ho un affetto particolare, perché sinceramente mi ci rivedo un pochino. De Fabiani è un cavallo pazzo, ha un grandissimo talento, ancora inespresso dicono in tanti. D’altronde ha già dimostrato di saper vincere con autorità in Coppa del Mondo. Quello che gli è sempre mancato è la costanza. Ecco, da lui mi voglio aspettare un segnale di continuità, ovvero che riesca a moltiplicare quelle prestazioni ad altissimo livello che ha già fatto vedere. Quest’anno credo che il DeFa possa vincere delle gare, perché è un atleta completo, dotato di un grande spunto finale nelle prove distance disputate in linea. A me dà sempre l’impressione di essere lì lì per esplodere, ma che non riesca mai a dar fuoco a tutta la sua santa Barbara. Mi dicono che sta bene e che ha lavorato con profitto, quindi sono fiducioso. Ripeto, sappiamo già quanto può valere. Nel suo caso sarà importante dare continuità ai risultati di altissimo livello, in modo che non diventino più exploit, ma la normalità”.

Chiudiamo con un tuo pensiero sul resto della squadra italiana.
“Penso che questa sia la stagione giusta per provare a realizzare grandi cose. Non ci sono Mondiali od Olimpiadi, quindi ognuno può focalizzarsi sull’obiettivo che preferisce. D’altronde nessuno ha ambizioni di classifica generale. Quindi i vari Rastelli, Salvadori, Nöckler possono improntare l’inverno sulla gara o le gare che gli piacciono di più. Questa Coppa del Mondo sarà eterna, ci saranno tantissime competizioni e quindi si possono fare delle scelte per provare a cercare qualche botto, magari in un periodo dove i big tireranno il fiato. Impostando l’anno in questo modo, potrà arrivare qualche exploit. Esperienza in squadra ne hanno, gli avversari li conoscono, quindi si può essere fiduciosi. Come chiosa finale mi auguro che possa essere buttato nella mischia qualche giovane. Faccio un nome su tutti, Del Fabbro. Lanciamole queste nuove leve! Se prenderanno qualche legnata sarà solo salutare. Come si dice a Verona, bisogna sbattere contro i forti per crescere, altrimenti se ci si confronta sempre con quelli del proprio livello non si crescerà mai. Parlo per esperienza personale. Io ho avuto la fortuna di trovarmi subito in squadra con i vari De Zolt, Albarello, Vanzetta, che erano tutti più maturi di me. Sai quante legnate ho preso io da giovane? Però a un certo punto ti stufi di prenderle, le legnate e reagisci. Così cresci e alzi il tuo livello. Altrimenti il rischio è quello di rimanere nella mediocrità”.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: Valerio Origo

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