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‘Ambesi winter corner’: “Arianna Fontana, Martina Valcepina e Matteo Rizzo tre eccellenze italiane”

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Come ogni mercoledì, è giunto il momento di Ambesi Winter Corner, la rubrica tenuta in collaborazione con Massimiliano Ambesi, storica voce e opinionista di Eurosport. In questa sede verranno offerte analisi e trattate le tematiche d’attualità legate alle discipline olimpiche invernali.

La quinta puntata è sempre focalizzata sugli sport del ghiaccio, poiché si è parlato a ruota libera sia di short track che di pattinaggio di figura, rimbalzando continuamente tra l’una e l’altra disciplina, con un occhio di riguardo a quanto ottenuto dagli italiani.

Massimiliano, prima di cominciare con le domande, hai un annuncio da fare.
“Stasera a partire dalle ore 20.45 durante la quarta puntata di Kiss&Cry reloaded oltre ad approfondire i temi legati al pattinaggio di figura assieme ad Angelo Dolfini, ci sarà uno spazio dedicato alla storia di Alena Kostornaia, che consiglio di non perdere. Come sempre sarà possibile effettuare domande in diretta tramite la chat di Spreaker, dopodiché ogni puntata potrà essere ascoltata on-demand o scaricata direttamente dalla pagina Spreaker della trasmissione, oltre che da Apple Podcast e Spotify”.

Entriamo ora nel vivo della rubrica. Qual è il tuo pensiero d’insieme sugli ottimi risultati ottenuti dagli azzurri sul ghiaccio? Mi riferisco, ovviamente, ad Arianna Fontana, Martina Valcepina e Matteo Rizzo.
“Si tratta di tre eccellenze dello sport italiano con i mezzi per ottenere podi e vittorie ancora a  lungo. Il fatto che non manchino motivi di recriminazione nonostante i risultati del fine-settimana la dice lunga sul potenziale di tutti e tre. Ci sono i presupposti affinché il percorso di avvicinamento alle Olimpiadi di Pechino sia ricco di soddisfazioni, ma le attenzioni devono ora essere focalizzate su quei particolari necessari per effettuare un ulteriore passo avanti”.

Entrando nello specifico voglio subito essere diretto. Ti aspettavi un’Arianna Fontana già capace di esprimersi su questi livelli?
Al rientro dopo un lungo anno sabbatico, ha tenuto nelle prime due tappe di Coppa del Mondo un rendimento oltre ogni più rosea aspettativa dimostrando una volta di più come testa e mentalità vincente facciano sempre la differenza anche quando la condizione fisica è per ovvi motivi lontana dall’optimum. Chiaramente, nessuno può mettere in dubbio il talento dell’atleta perché il palmares parla in maniera incontrovertibile, ma era lecito aspettarsi un avvio un po’ più soft. In realtà, nulla di tutto questo è avvenuto e la campionessa olimpica fin da subito non ha lesinato sforzi e impegno raggiungendo la finale in tutte le gare individuali disputate, eccezion fatta per i 500 metri di Montreal, in cui, pur essendo qualificata per i quarti di finale, ha dato forfait in quanto alla prese con un risentimento a un adduttore. Proprio gli acciacchi, rappresentano il motivo principale di recriminazione perché l’hanno privata della possibilità di giocarsi il podio nei secondi 500 metri di Salt Lake City e nei 500 metri di Montreal, senza dimenticare la pesante assenza nella finale dell’ultima staffetta femminile. Da qui in avanti potrà solo progredire sia in termini di tenuta che di spunto”.

Però lo short track italiano non è solo Arianna Fontana. Le performance di Martina Valcepina non possono passare in secondo piano. Cosa ci puoi dire su di lei?
“Il peggiore risultato ottenuto da Martina Valcepina nelle gare individuali di questa stagione è, al momento, un duplice quarto posto. Tradotto, è sempre entrata in finale.
È
attualmente leader nella classifica di Coppa del Mondo dei 500 metri, distanza che in tutte le competizioni disputate nell’anno solare 2019, Campionati ISU compresi, l’ha sempre vista tra le finaliste.
Difficile che le si possa chiedere qualcosa di più, ma uno degli obiettivi deve diventare quello di riuscire a salire sul podio anche nelle distanze più lunghe. In vista delle finali dei 500 metri che conteranno, è probabile che l’ultimo giro possa essere ancora più incisivo, fermo restando che, una volta presa la testa al termine della prima curva, Valcepina diventa quasi impossibile da battere per tutte le avversarie. Il punto di arrivo non per lo sfortunato risultato, ma bensì per il potenziale evidenziato, è rappresentato dal ritrovare il passo degli ultimi Campionati mondiali di Sofia”.

Mettiamo da parte lo short track per trasferirci al pattinaggio di figura. Ti chiedo un’analisi su Matteo Rizzo, anche guardando alle sue prospettive future.
“Matteo Rizzo nel giro di un anno ha ottenuto due podi nel Grand Prix, bottino tutt’altro che banale se si guarda a un passato senza piazzamenti nelle prime tre posizioni per i pattinatori italiani di sesso maschile. Nella Coppa di Cina, ha evidenziato una chiara crescita di condizione rispetto a Skate Canada ritrovando, soprattutto, la piena padronanza del quadruplo toeloop. Tra le note positive spicca anche il progresso nella valutazione delle componenti del programma, tutte ampiamente oltre l’otto di media e destinate a salire ancora.
Ciò premesso, anche per lui non mancano i motivi di rammarico perché, alla luce dell’andamento delle prime tappe e soprattutto del suo attuale potenziale, la finale di Torino poteva essere ampiamente alla portata e la semplice partecipazione sarebbe stata un evento storico.
Peraltro, anche a Chongqing il terzo posto è stato festeggiato con un po’ di amaro in bocca in quanto un paio di errori di peso distribuiti nei due segmenti di gara sono costati quasi una ventina di punti e almeno una posizione in classifica.
La base di partenza è certamente solida e, in vista dei Campionati europei di gennaio, lo scontato passo avanti in termini di condizione fisica, necessariamente coniugato alla migliore strategia per quell’evento, potrà consentire a Rizzo di sognare in grande”.

Non si tratterà di podio, ma non ci siamo andati lontani. Come possiamo valutare il quarto posto ottenuto da Della Monica/Guarise in Cina?
“Onestamente, pensavo che Nicole Della Monica e Matteo Guarise fossero più indietro rispetto a quanto emerso a Chongqing. Lo sviluppo dei programmi è già a buon punto, nonostante il tanto tempo perso per via dell’infortunio patito in estate da Della Monica, e anche la qualità degli elementi di coppia, salti lanciati esclusi, si è rivelata più che soddisfacente. Sul resto bisognerà lavorare.
I migliori Della Monica/Guarise sarebbero comunque saliti sul podio e avrebbero potuto contendere il posto d’onore alla seconda coppia cinese, visto e considerato che, in passato, i 200 punti sono già stati più volte alla loro portata. Il prossimo appuntamento in Giappone sarà più impegnativo in virtù del livello della concorrenza, ma è lecito aspettarsi un progresso. Nel NHK Trophy di Sapporo non sarà, comunque, semplice replicare il quarto posto della Coppa di Cina”.

Torniamo allo short track. A parte le più titolate Fontana e Valcepina, l’intera squadra azzurra sembra sul pezzo. Tu cosa ne pensi?
“Stanno arrivando risposte positive dagli atleti più giovani, mentre quelli più navigati si stanno battendo con profitto riuscendo a superare agevolmente i vari turni e, di tanto in tanto, a raggiungere le finali, discorso valido sia per il settore maschile che per quello femminile.
Sono rimasto piacevolmente impressionato dallo sfrontatezza con cui i fratelli Sighel stanno affrontando i rispettivi impegni. Di certo, non è il coraggio a mancare a entrambi e ci sono tutti i presupposti affinchè a breve possano arrivare anche le prime vere soddisfazioni in Coppa del Mondo. Mi ha colpito, in particolare, l’atteggiamento tenuto da Pietro Sighel nei quarti di finale dei 500 metri, che l’hanno visto contrapposto ai fratelli Liu, al giovane coreano Lee e al canadese Dubois. Malgrado l’impegno potesse apparire sulla carta quasi proibitivo, Pietro non è indietreggiato di un centimetro ed ha affrontato l’ultima curva in lotta per giocarsi la seconda posizione con Liu Shaolin Sandor. Un contatto proprio con l’ungherese è stato motivo di squalifica, ma lo spessore della prestazione non cambia.
In generale, con la squadra al completo e al top della condizione fisica, è lecito attendersi qualcosa in più dalle staffette, nonostante per gli uomini non sarà così semplice andare oltre il quinto posto di Montreal”.

Abbandoniamo le vicende esclusivamente italiche e diamo uno sguardo di respiro globale. Due parole sulla tappa Cinese del Grand Prix?
“Tutti i pronostici per la vittoria sono stati rispettati anche se va rimarcato come nella danza, a differenza di quanto ipotizzato alla vigilia, ci sia stato più equilibrio. La coppia di artistico Sui/Han ha confermato di avere ben altra caratura rispetto all’attuale concorrenza e merita il premio di MVP della tappa per quanto espresso nei due segmenti di gara.
Tanto per cambiare, la gara che ha generato più discussioni è stata quella femminile con chiamate e giudizi che hanno scontentato per un motivo o per l’altro quasi tutte le partecipanti e i rispettivi entourage.
A tal proposito, finchè non sarà la tecnologia a deliberare riguardo le rotazioni degli elementi di salto, difficilmente verranno meno le polemiche. Va però anche detto che quando si parla di filo di ingresso dei salti puntati e di valutazione delle componenti del programma non c’è macchina che possa intervenire per dirimere le controversie”.

A proposito di controversie, cosa pensi della richiesta russa inoltrata all’ISU volta a consentire di eseguire i salti quadrupli anche nel programma corto femminile?
“Al di là delle modalità con cui viene effettuata la proposta, penso che l’occasione possa essere propizia per provare a risolvere altri problemi. Passino i quadrupli nel programma corto femminile, ma solamente a patto di modificare radicalmente la fattorizzazione delle componenti del programma in maniera tale che l’idea di eccellenza tecnica possa essere comparabile in tutto e per tutto all’idea di eccellenza delle componenti del programma. Sarei quasi tentato di ipotizzare un’identica fattorizzazione per uomini e donne. Nello specifico, opterei per 1.3 nel corto (massimo 65) e 2.6 nel libero (massimo 130). Se però pensiamo che gli uomini possano arrivare a breve a eseguire il quadruplo axel potrebbe avere senso diversificare portando il corto a 1.4 (massimo 70) e il libero a 2.8 (massimo 240). Per il pattinaggio, ci sarebbero solamente benefici”.

Che ne dici di fare il punto sulla corsa alla finale di Torino quando mancano due tappe al termine della fase di qualificazione?
“In campo femminile, salvo infortuni, Shcherbakova, già qualificata, Trusova, Kostornaia, Zagitova e Kihira saranno della partita al Palavela. Per il posto rimanente, è lotta aperta tra Miyahara e Bell con Tennell alla finestra.
Nella danza, ad Hubbell/Donohue, già qualificati, si aggiungeranno Papadakis/Cizeron, Gilles/Poirier, Sinitsina/Katsalapov e Chock/Bates. Per l’ultimo posto utile, la sfida coinvolge Stepanova/Bukin e Guignard/Fabbri con i russi che partono in vantaggio.Sul fronte delle coppie di artistico, Yu/Jin, già qualificati, Sui/Han, Boikova/Kozlovskii e Mishina/Galliamov possono dormire sonni tranquilli. Restano due posti a disposizione per Pavliuchenko/Khodykin, Moore-Towers/Marinaro e Tarasova/Morozov. Diciamo che se Tarasova/Morozov non vincono la Rostelecom Cup possono ritenersi eliminati, fatto clamoroso per chi alla vigilia era accreditato come testa di serie numero due del tabellone.
Nel settore maschile, la situazione appare più intricata. Chen, già qualificato, verrà affiancato senza alcun patema da Hanyu. Salvo harakiri di gruppo, i quattro posti rimanenti se li giocheranno Samarin, Nguyen, Brown, Aliev e Aymoz”.

Prima di riprendere in mano lo short track, ti chiedo quali sono i tuo pronostici per la Rostelecom Cup.
“Nel settore femminile, la russa Alexandra Trusova non avrà particolari problemi a prolungare la striscia di imbattibilità per le ragazze del gruppo diretto da Eteri Tutberidze. Si annuncia, invece, più interessante la lotta per il secondo posto con Evgenia Medvedeva, che, precedendo nell’ordine Mariah Bell e Satoko Miyahara, potrebbe garantire l’accesso in finale alla spettatrice interessata Bradie Tennell.
Tra le coppie di artistico, il piatto forte sarà la sfida generazionale tra i russi Tarasova/Morozov e i connazionali Boikova/Kozlovskii con i più anziani probabilmente obbligati a vincere per raggiungere la finale. Andrà poi seguito con curiosità il ritorno in gara di Ksenia Stolbova con il nuovo partner Andrei Novoselov.
Nella danza, i padroni di casa Sinitsina/Katsalapov, dopo la sofferta vittoria nella Coppa di Cina, affronteranno i canadesi Gilles/Poirier, trionfatori a Skate Canada. Il pronostico sorride ai russi, ma la partita è aperta. Per il terzo posto, i più accreditati sembrano gli spagnoli di stanza in Russia Hurtado/Khaliavin, già secondi nella Rostelecom Cup di dodici mesi or sono.
In campo maschile, il giapponese Shoma Uno può riscattare la magra prestazione degli Internationaux de France e, in termini di potenziale, resta il favorito della tappa. I pretendenti al podio sono comunque tanti, tra cui il canadese Nam Nguyen e i russi Alexander Samarin e Dmitri Aliev, tutti ancora in corsa per la finale di Torino a differenza del vice-campione olimpico in carica”.

Ritorniamo allo short track e anche in questo caso guardiamo all’intero circuito. Vorrei sapere chi ti ha impressionato di più sinora in campo femminile.
“Le ragazze che mi hanno impressionato sono due, però una in positivo e l’altra in negativo. L’inizio di stagione della canadese Kim Boutin ha, oggettivamente, del sensazionale soprattutto perché a inizio primavera stava accarezzando l’idea di abbandonare l’agonismo. Finora, ha difeso l’imbattibilità in tutte le gare individuali disputate riuscendo a vincere almeno una volta su qualsiasi distanza. Il tutto condito con il clamoroso record mondiale dei 500 metri stabilito a Salt Lake City. In questo momento, ha oggettivamente una marcia in più rispetto alle altre, che le consente di adattarsi al meglio a ogni schema di gara. Per quanto si è visto in nordamerica, sarà la principale avversaria di Martina Valcepina per la conquista della sfera di cristallo sulla breve distanza.
La delusione è chiaramente la coreana Min-Jeong Choi, che, seppure annunciata in buona condizione, si è rivelata nelle prime due tappe la brutta copia dell’atleta già vulnerabile vista nella scorsa stagione. Rispetto ai fasti del passato, appare una pattinatrice non più in possesso del parziale che le permetteva di volare via le avversarie anche rimanendo all’esterno per un paio di giri. Se a tutto questo aggiungiamo che le letture dei momenti topici delle gare sono rimaste discutibili, si comprende perché per la prima volta in carriera abbia mancato il podio individuale per ben due tappe consecutive. Resta giusto la scusa, valida a tutte le latitudini, di avere calibrato la preparazione per arrivare al top in occasione dei Mondiali di casa di metà marzo, ma il linguaggio del corpo, con conseguente sensazione di pesantezza e affanno destata, non parla a suo favore”.

Stessa domanda di prima, però riferita al settore maschile. Chi ti ha impressionato di più?
“Il protagonista assoluto del primo scorcio di stagione è stato il ventenne coreano Dae-Heon Hwang, pressoché ingiocabile per la concorrenza in qualsiasi contesto. Imbattuto finora sui 1000 metri, si è dovuto accontentare del posto d’onore nei 500 metri di Montreal per avere inopinatamente allargato la traiettoria di uscita della penultima curva lasciando campo libero all’incredulo ungherese Liu Shaolin Sandor. Incidente di percorso a parte, la superiorità è apparsa marcata in quanto l’attuale leader del movimento coreano è rapidissimo in partenza e quando occorre non ha problemi a girare all’esterno grazie a un parziale devastante. Il capolavoro assoluto, nonchè highlight della tappa di Montreal, è stato realizzato in occasione della finale della staffetta maschile. Terzo all’imbocco dell’ultima curva alle spalle di Liu Shaolin Sandor e Semen Elistratov, non proprio gli ultimi arrivati, Hwang ha avuto la capacità di guadagnare terreno per corsie esterne fino ad apparigliare perfettamente sulla linea di arrivo l’ungherese. Ne è venuta fuori la prima vittoria ex-aequo in staffetta nella lunga storia della Coppa del Mondo di short-track”.

PUNTATE PRECEDENTI
Ambesi Winter Corner 1: “Da Yuzuru Hanyu ad Alena Kostornaia, tanti buoni motivi per seguire il Grand Prix”
Ambesi Winter Corner 2: “Skate Canada crocevia per Hanyu e Rizzo. Shiffrin batterà presto Vonn”
Ambesi Winter Corner 3: “Bentornati sul pianeta Hanyu! Yuzuru ristabilisce le gerarchie”
Ambesi Winter Corner 4: “Hanyu domina anche se non c’è. Valcepina vince e convince sul campo”

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: Massimiliano Ambesi

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