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Ciclismo

Tour de France 2020, Team Ineos potenzialmente con quattro capitani. Gerarchie da definire e la difficile convivenza tra Froome e Bernal

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Chris Froome, pochi giorni fa, ha fatto sapere che Egan Bernal, vincitore in carica del Tour de France, si è detto disposto a lavorare per lui nella prossima Grande Boucle. Il colombiano, però, dal canto suo, ieri, in occasione della presentazione del grande giro transalpino, non ha propriamente confermato quanto riferito dal compagno, ma, anzi, ha detto che gli piacerebbe molto tornare in Francia per provare a conquistare nuovamente la gara più ambita del calendario ciclistico internazionale, ma che spetta alla squadre decidere sul da farsi.

Palla, dunque, nelle mani del Team Ineos, che si ritrova a dover gestire addirittura la presenza di quattro galli nel pollaio, dato che ai due corridori sopraccitati vanno aggiunti anche Geraint Thomas, 2° al Tour 2019 e 1° nel 2018, il quale sicuramente non rinuncerà al suo ruolo di leader, e Richard Carapaz, l’ecuadoriano vincitore del Giro d’Italia che in estate ha lasciato la Movistar per accasarsi al sodalizio britannico.

Difficile, se non impossibile, vederli tutti e quattro al Tour de France, benché, nessuno, probabilmente, rinuncerà a partecipare alla gara francese. Il percorso atipico di quest’anno, oltretutto, con una sola cronometro, peraltro con arrivo in salita alla Planche des Belles Filles, strizza l’occhio anche a Carapaz, atleta storicamente più adatto al Giro d’Italia, il quale, però, dopo due partecipazioni consecutive alla Corsa Rosa, potrebbe voler cambiare.

Il piano di Ineos sarebbe portare Egan Bernal al Giro d’Italia, per, poi, puntare su Froome al Tour de France. Di base sembrerebbe una pazzia, dato il brutto infortunio di cui è stato vittima il britannico durante l’ultimo Giro del Delfinato, dal quale, inizialmente, sembrava che non potesse nemmeno riprendersi del tutto. Voci di corridori, però, dicono che il “keniano bianco” stia recuperando con grande velocità e gli sponsor italiani di Bernal (Pinarello, SIDI), avrebbero molto piacere a vedere il colombiano sulle strade della Corsa Rosa.

Nel caso si riuscisse a convincere Bernal di questo piano, il quale, comunque, durante varie interviste recenti, si è detto a totale disposizione della squadra, non resterebbe che decidere cosa fare con Carapaz e Thomas. Possibile che uno dei due possa fare il Tour da gregario per puntare, successivamente, alla Vuelta. Sarà, però, difficile convincere corridori di questo calibro a non avere una chance né al Giro né al Tour.

Problema di sovrabbondanza che in Ineos avranno solo quest’anno, vista l’età di Froome e quella di Thomas, (nel 2020 il primo avrà 35 anni e il secondo 34) o forse no? Non ci dobbiamo dimenticare, infatti, che lo squadrone britannico ha a roster due giovani del calibro di Ivan Ramiro Sosa, conquistatore delle ultime due edizioni della Vuelta a Burgos, e di quel Pavel Sivakov che nella stagione che si sta concludendo, oltre ad aver vinto Tour of the Alps e Giro di Polonia, è arrivato in top-10 al Giro a soli 22 anni.

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Foto: Valerio Origo

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