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Rugby, verso le elezioni federali. I candidati ed i possibili scenari: Gavazzi punta al tris, ma attenzione alla sorpresa

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Con l’anno olimpico che si avvicina, si avvicinano anche le elezioni all’interno delle varie Federazioni sportive. Nei mesi successivi ai Giochi di Tokyo 2020, dunque, verrà programmata l’elezione anche per eleggere il presidente della Federazione Italiana Rugby. Dopo due mandati è quasi certa la ricandidatura di Alfredo Gavazzi, mentre al momento solo un candidato ha annunciato la sua discesa in campo. Ma attenzione, perché mancano ancora molti mesi e a breve ci saranno importanti novità. Vediamo, dunque, i candidati e i possibili scenari.

Come detto, il primo nome è quello di Alfredo Gavazzi. Eletto nel 2012, dopo il lungo regno di Giancarlo Dondi, in questi anni ha visto il movimento rugbistico italiano vivere uno dei momenti più difficili. Da un punto di vista di risultati i numeri non parlano certo a favore di Gavazzi, che si è ritrovato anche a dover fronteggiare seri problemi di bilancio. Nonostante le tante critiche, però, l’uomo forte del rugby italiano non ha intenzione di abbandonare la corsa. A spingerlo la volontà di cambiare un trend di cui, però, lui è il primo artefice, ma anche l’accordo che il 6 Nazioni e il Pro 14 sta stringendo con il fondo di private equity Cvc, che porterà milioni di euro nelle casse delle Federazioni che fanno parte dei due tornei. Si parla di circa 50 milioni che nel prossimo biennio dovrebbero entrare nelle casse della Fir e, con un simile tesoretto, è facile immaginare che Gavazzi voglia stare in sella per rilanciare l’Italia ovale.

Da un punto di vista elettorale Alfredo Gavazzi parte sicuramente con una buona percentuale di voti, come storicamente capita ai presidenti uscenti, ma quanto questa percentuale possa salire (o scendere) dipenderà dagli scenari elettorali che si andranno a creare nelle prossime settimane. Come detto, infatti, al momento l’unico avversario ufficiale dell’uomo di Calvisano è Marzio Innocenti. Presidente del Comitato Veneto, candidato sconfitto quattro anni fa, rispetto al 2016 l’ex capitano azzurro ha però perso l’appoggio di Pronti al Cambiamento, l’unica organizzazione “politica” strutturata nel rugby italiano. La candidatura di Innocenti appare soprattutto una candidatura di bandiera, ma a oggi non è chiaro che appoggi abbia nel territorio e se abbia una base elettorale tale da poter realmente mettere in difficoltà Gavazzi nelle urne. Il suo ruolo, oggi, appare simile a quello avuto da Gianni Amore nel 2012, quando si candidò in alternativa ad Alfredo Gavazzi e Amerino Zatta, i due candidati principali, ottenendo però il solo risultato di togliere voti a Zatta, spaccando l’opposizione a Gavazzi, allora candidato prescelto da Giancarlo Dondi.

Dunque, per poter fare realmente il punto sulle elezioni federali bisogna capire quale scenario alternativo si potrebbe creare nei prossimi mesi. Se ancora non ci sono stati annunci ufficiali, quel che è certo è che l’opposizione all’attuale gestione federale sta lavorando per presentare una candidatura forte. Rispetto al passato, però, la forza della candidatura non sarà esclusivamente nel nome del candidato presidente, né di programmi che, al di là delle belle parole, sono sempre da valutare poi di fronte alla realtà dei fatti. Da quel che risulta a chi scrive, infatti, l’opposizione ad Alfredo Gavazzi ha iniziato a lavorare a una squadra che vada oltre al mondo ovale, con una squadra di manager che porterà con sé curricula di prestigio, anche al di fuori dal rugby. Si tratterebbe di un gruppo eterogeneo, cioè non espressione di un solo territorio (limite delle candidature di Zatta e Innocenti nelle ultime tornate elettorali), che dunque potrebbe aggregare diverse sensibilità ovali, portando con sé le esigenze di tante realtà rugbistiche. Sarà sufficiente per battere Gavazzi? Lo si capirà quando verranno tirate le fila in maniera definitiva e verrà presentata la squadra. Ma, quel che è certo, le elezioni del 2020 saranno molto diverse rispetto alle ultime due.

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Foto: Valerio Origo

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