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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio di figura, Skate Canada 2019: la devozione di Yuzuru Hanyu, l’incredibile talento di Alexandra Trusova. Le impressioni della seconda tappa del Grand Prix

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Lo spettacolo andato in scena lo scorso fine settimana al Prospera Place di Kelowna, impianto sportivo canadese teatro di Skate Canada 2019, seconda tappa del circuito ISU Grand Prix di pattinaggio di figura, è stato superiore alle aspettative. In tutte le specialità infatti gli atleti coinvolti hanno alzato l’asticella delle prestazioni registrando nuovi record, suscitando interesse e, in alcuni casi, stupore.

Il protagonista assoluto dell’evento è stato il nipponico Yuzuru Hanyu, l’atleta allenato da Brian Orser doveva mandare un chiaro messaggio a Nathan Chen, autore di una prova da 299 punti a Skate America, e quel messaggio è arrivato come una vera e propria dichiarazione di guerra sportiva. L’alieno ha abbandonato al momento l’idea di voler reinserire il quadruplo lutz nei suoi layout e di tentare il quadruplo axel (come si vociferava a inizio stagione), puntando essenzialmente sulla qualità: per questo motivo il campione olimpico ha sfoggiato nei segmenti tre tripli axel, due quadrupli salchow e tre quadrupli toeloop da manuale, premiati da una valutazione stellare dalla giuria nel grado di esecuzione. 

Per l’occasione inoltre Hanyu ha dimostrato per l’ennesima volta la devozione e l’amore verso la disciplina, donando al pubblico l’inedita combinazione da 20 punti quadruplo toeloop/euler/triplo flip che, sommata alla restante parte del bagaglio tecnico e alle componenti del programma, hanno fatto impennare il punteggio nel libero a 212.99 punti (116.59, 96.40) raggiungendo l’altissimo totale di 322.59. Complessivamente l’atleta del Sol Levante in tempi recenti non si è mai visto in uno stato di forma così tanto positivo nel mese di ottobre, fattore che lascia davvero ben sperare per gli appuntamenti più blasonati.

Il podio è stato completato dal connazionale Kejii Tenaka e dal secondo classificato padrone di casa Nam Nguyen, tornato finalmente dopo anni non facili in alto alle classifiche che contano realizzando due performance di assoluto pregio. Tuttavia la lotta è stata compromessa dal brutto passaggio a vuoto nello short di Matteo Rizzo, rimasto attardato a causa di due errori sanguinosi nel quadruplo toeloop e nel triplo lutz caduto che ha impedito la corretta realizzazione della combinazione.

Il momento di sbandamento di Matteo non deve però destare preoccupazione: l’atleta delle Fiamme Azzurre è infatti reduce da due stagioni a dir poco esaltanti, impreziosite da programmi curati ad hoc in cui veniva sottolineata la grande sicurezza nei tripli. Alzando il livello tecnico, cercando dunque di inserire almeno un quadruplo anche nello short, è abbastanza fisiologico l’ampliamento del margine di errore. Conoscendo la determinazione ed il modo di lavorare del gioiellino azzurro, sicuramente per le gare più importanti snocciolerà prestazioni pulite ed entusiasmanti, a partire dalla Cup Of China in cui, ormai fuori dai giochi per la Finale di Torino, cercherà di cancellare la prestazione canadese con performance di valore.

Se da una parte Yuzuru Hanyu ha commosso per la sua eterna voglia di superare se stesso e gli altri, dall’altra Alexandra Trusova ha dimostrato una forza e una potenza fisico-tecnica con pochi eguali. All’allieva di Eteri Tutberidze va dato il merito di avere letteralmente riscritto la storia della disciplina portando i quadrupli nell’universo femminile, in questa gara in particolare atterrando il quadruplo lutz e due quadrupli toeloop (migliori al 95% di quelli degli uomini) in combinazione uno con il triplo toeloop e l’altro con l’euler e il triplo salchow arrivando ai 100 punti di tecnico collezionando un totale di 241.02, punteggio che sarebbe potuto essere ancora più elevato se solo la detentrice del titolo iridato junior non fosse caduta nel quadruplo salchow iniziale.

Un talento unico e da preservare quello della nativa di Riazan che, seppur fortunatamente in forma ridotta, sta ricevendo delle critiche impietose da parte di alcuni appassionati e addetti ai lavori, precisamente quella di essere una “macchina da salto”; espressione che, a giudicare però dalla costruzione sopraffina dei suoi programmi, non trova riscontro con la realtà, seppur effettivamente sia più indietro da un punto di vista di maturità di pattinata rispetto alle compagne di allenamento Alina Zagitova e Alena Kostornaia.

Nulla da fare per Rika Kihira che, nonostante la superiorità nello short, si è dovuta accontentare del posto d’onore dimostrandosi comunque ancora in palla grazie al layout composto da tre tripli axel nei due segmenti, di cui uno combinato con doppio toeloop. Tuttavia, con Trusova perfetta nel libero, è difficile trovare una rivale in grado di poter impensierire la leadership della russa. In generale per tutte le inseguitrici la tattica sarà comunque comune: cercare di prendere il largo quanto più possibile nel corto, in cui la neo vincitrice di Skate Canada non può eseguire i quadrupli da regolamento, in modo da guadagnare punti preziosi in vista del segmento più lungo. Chiaramente le atlete in possesso di un triplo axel sicuro saranno per forza di cose più avvantaggiate, visto che l’elemento non è ancora in possesso dell’atleta di stanza a Mosca.

Delle pattinatrici tuttora in lizza però, solo Rika Kihira e le russe Alina Zagitova, Alena Kostornaia e Anna Schcherbakova potranno concedersi il lusso di tentare l’impresa. In questo senso sembra definitivamente fuori dai giochi la vicecampionessa olimpica Evgenia Medvdeva che, nonostante un libero altamente positivo contrassegnato da una superiorità netta nelle componenti del programma, ha fatto emergere nel corto tutti i suoi limiti. L’impressione è che il treno per l’atleta di Brian Orser sia ormai passato, e il crollo psicologico dello short program, macchiato da un triplo toeloop sottoruotato, da un doppio axel falloso e da una bruttissima caduta nel triplo lutz, dimostra quanto la russa possa risentire della pressione e dell’inevitabile peso di non poter essere più competitiva nella sua terra natale. Oltre questo aspetto sono da rimarcare le discutibili scelte strategiche decise dal team di lavoro, con a capo l’inspiegabile inserimento del triplo lutz nel corto, salto da sempre tallone d’Achille di Zhenya anche in questo caso realizzato in modo errato. Da sottolineare infine l’ottima performance della sudcoreana Young You, pattinatrice saldamente in possesso del triplo axel piazzatasi agilmente in terza posizione con il totale di 217.49.

Belle sorprese nelle restanti due specialità: nelle coppie d’artistico Aleksandra Boikova-Dmitri Kozlovskii hanno vinto con ampio merito la tappa realizzando due segmenti di gara privi di sbavature di rilievo. Gli atleti di San Pietroburgo nei prossimi mesi potrebbero modificare le gerarchie interne in casa Russia insieme ai bravi Anastasia Mishina-Aleksander Galliamov, complice l’assenza di Zabiiako-Enbert e il momento certamente non facile di Evgenia Tarasova-Vladimir Morozov, artefici in Canada di due prove viziate da errori nei salti in parallelo e nel segmento più lungo da un problema nella salita dell’axel lasso. Positivo il secondo posto di Kirsten Moore Towers-Micheal Marinaro, secondi classificati e intenzionati a scalare ancora di più il ranking mondiale.

Grandi emozioni nella della danza sul ghiaccio con la prima posizione agguantata dai padroni di casa Piper Gilles-Poul Poirier, bravissimi a superare i primi qualificati alle Finali, Madison Hubbell-Zaachary Donohue, i quali si sono posizionati alle spalle dei canadesi dimostrando delle lacune non indifferenti nella danza libera, decisamente scontata e molto ovvia sia nella selezione musicale che nella coreografia. Con grande gioia sono saliti infine sul gradino più basso del podio i britannici Lilah Fear- Lewis Gibson, finalmente nel giro che conta dopo tanti anni di lavoro ed inseguimento.

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Foto: International Figure Skating (Free editorial use)

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