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Rugby

Italia-Nuova Zelanda, tra tifoni e 0-0 a tavolino: una sconfitta per il rugby

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Questa mattina gli appassionati di rugby hanno potuto dormire più a lungo, senza svegliarsi per vedere alle 6.45 l’ultimo match della Rugby World Cup dell’Italia. La sfida tra gli azzurri di Conor O’Shea e i leggendari All Blacks, infatti, è stata cancellata due giorni fa visto il forte rischio dell’arrivo del tifone Hagabis. Annullata Italia-Nuova Zelanda, cancellata Inghilterra-Scozia e a rischio, domani, anche la sfida decisiva per i quarti di finale tra Giappone e Scozia. E, ovviamente, sono subito scoppiate le polemiche.

A dare il là alle danze è stato il capitano degli azzurri Sergio Parisse, che contro gli All Blacks aveva immaginato di chiudere – assieme a Leonardo Ghiraldini e Alessandro Zanni – una grandissima carriera in azzurro. “Cosa importa degli azzurri? Tanto, avrebbero perso lo stesso. Complimenti. Dimenticano che il rugby e lo sport vivono di rispetto, di passione: noi avevamo il diritto di giocare questa partita, a prescindere dal fatto che il risultato fosse scontato. Non si possono prendere delle decisioni del genere. Non è giusto, è inaccettabile” le parole di Parisse. Condivisibili o meno, le parole del capitano azzurro evidenziano almeno due questioni rimaste aperte.

La prima, sportiva, è che – nonostante fosse un’ipotesi più che remota – l’Italia virtualmente era ancora in corsa per accedere ai quarti di finale. Certo, battere gli All Blacks era assai improbabile, ma così non si è dato la possibilità agli azzurri di provarci e, soprattutto, World Rugby ha dato per persa la partita, mentre essendoci ancora in palio la qualificazione si sarebbe dovuto fare di tutto per giocare. In secondo luogo, come ha anche sottolineato Conor O’Shea, a destare scandalo è che gli organizzatori della Rugby World Cup non avessero previsto un piano B, visto che questa è la stagione dei tifoni in Giappone e il rischio che ve ne fossero era alto. Se a ciò si aggiunge l’impossibilità per campioni come Parisse o Ghiraldini di dare l’addio alla maglia azzurra in un contesto come i Mondiali e contro la Nuova Zelanda, si capisce lo sfogo del capitano.

Anche perché, oltre allo sfogo di Parisse, gli annullamenti – e il rischio di ulteriori cancellazioni – sta scatenando altre polemiche. Inghilterra-Francia era ininfluente per la qualificazione, entrambe erano ai quarti, ma avrebbe deciso chi chiudeva prima e chi seconda. Cioè gli accoppiamenti. Non solo, perché l’annullamento è un vantaggio palese per All Blacks, Inghilterra e Francia che hanno ulteriori giorni di riposo in più rispetto al programma in vista dei quarti di finale.

Con Giappone-Scozia domani decisivo, invece, i britannici sono già sul piede di guerra. La Scozia, infatti, ha già fatto sapere che se World Rugby deciderà di annullare la partita per il tifone allora la Federazione è pronta a fare causa, visto che un pareggio a tavolino implicherebbe al 90% l’eliminazione degli scozzesi dai Mondiali. Alla Scozia, però, invece di World Rugby ha risposto l’allenatore dell’Inghilterra, Eddie Jones, che ha ironizzato sottolineando come, se la Scozia avesse battuto l’Irlanda prima, ora non avrebbe problemi di qualificazione. Insomma, polemiche, minacce di cause, ironie e tifosi rimasti senza partite da vedere. Non una bella pagina per il rugby.

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Foto: Fir

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