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Formula 1

F1, GP Messico 2019: perché la Ferrari non ha vinto? Passo gara, strategia ed errori le chiavi della sconfitta

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Nove pole position, tre vittorie. Basterebbe una frase semplice ed elementare per descrivere in maniera sintetica la stagione della Ferrari. Lewis Hamilton ha vinto il GP del Messico 2019 di Formula 1 partendo dalla quarta posizione e nonostante un contatto al via. Si tratta dell’ottantatreesimo successo in carriera per il britannico della Mercedes, il secondo all’Autodromo Hermanos Rodriguez dopo quello del 2016, che ha preceduto sul traguardo la Ferrari di Sebastian Vettel e il compagno Valtteri Bottas.

COSA È SUCCESSO?

L’ennesima batosta subita dalla scuderia italiana potrebbe fare ancora più male al morale rispetto al recente passato, perché questa volta il complicato momento della partenza era stato gestito perfettamente dai due alfieri della Rossa che si sono ben difesi a vicenda giungendo in curva 3 davanti a tutti. I problemi sorgono al 18esimo giro quando il tahilandese della Red Bull Alexander Albon ha provato l’undercut e ha costretto gli uomini di Maranello a reagire con il leader della corsa Leclerc, che ha montato un nuovo set di gomme medie e si è condannato a un’ulteriore sosta. A lottare per la vittoria sono rimasti Vettel e Hamilton che hanno provato la carta della singola sosta, ma un pit molto anticipato a sorpresa da parte della Mercedes ha permesso al britannico di prendere la leadership e di tenerla fino alla fine.

LA STRATEGIA

Ancora una volta la vera differenza tra i due team è stata oggi la strategia di gara. Non una ma due volte la Mercedes si è rivelata più pronta, più cinica e più attenta a trovare la strategia e la finestra giusta per permettere ai propri piloti di svolgere una gran gara di recupero e finire entrambi a podio. La prima sosta di Leclerc non si poteva evitare ma era certamente auspicabile provare subito la carta della gomma bianca per cercare di sparigliare le carte e non essere costretti a fermarsi a tutti i costi, in caso di un degrado minore che poi effettivamente si è verificato. Fortunatamente l’intelligenza e l’esperienza di Vettel gli sono servite per remare contro alla strategia del proprio team e il tedesco è rimasto in pista trasformando una gara da comprimario in una possibile vittoria. Anticipare il pit di Hamilton era molto complicato perché il 24esimo giro resta una finestra veramente molto anticipata rispetto alle previsioni, ma ancora una volta il risultato col senno di poi sa di occasione persa per tutti.

I PIT STOP

Durante la seconda sosta di Leclerc c’è stata un’indecisione sulla posteriore destra della SF90 che non è la prima di questo campionato. In questo caso l’inconveniente non ha arrecato particolare danno al risultato ma per un team che punta al titolo non sono permessi errori ripetuti di questa natura, che devono essere i primi ad essere cancellati.

IL PASSO GARA

Difficile valutare il ritmo effettivo in gara della SF90 oggi, in quanto i due piloti hanno offerto prestazioni troppo differenti tra di loro. Sebastian ha tenuto a distanza Hamilton per tutto il primo stint ed è stato sorpassato solamente grazie all’undercut estremo dei rivali, ma con la gomma bianca l’ipotesi che il britannico gestisse il suo passo è quasi certa. Con le mescole più dure e il carico di benzina la differenza tra le due vetture è ancora abbastanza elevata e servirà ancora parecchio lavoro a Maranello per riuscire a iniziare il 2020 col passo giusto. Leclerc, al contrario, ha faticato moltissimo anche con la media e già durante i primi giri l’impressione era che il compagno potesse averne qualcosa in più. Un weekend salvato solo da una pole position fortunosa per il monegasco ma ci rivediamo ad Austin dove ci aspettiamo una grintosa reazione da parte sua.

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Foto: LaPresse

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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