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US Open 2019: è il giorno di Matteo Berrettini, contro Monfils per cercare la semifinale. Nadal favorito contro Schwartzman, sfide incerte tra le donne

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Si arriva al secondo mercoledì degli US Open con i quarti di finale maschili e femminili che stanno per andare in archivio sull’Arthur Ashe Stadium, e con le semifinali che, dunque, sono prossime a prendere forma in maniera integrale.

E’ il giorno (o, per metterla sul fuso orario italiano, la sera) di Matteo Berrettini: il romano, ai primi quarti di finale Slam in carriera, affronta un giocatore di grande esperienza a questi livelli, che i quattro tornei maggiori li affronta fin dal 2005: il francese Gael Monfils. Dieci anni dividono i due, che mai prima del confronto odierno si sono affrontati. Il francese è dato per favorito un po’ da tutti per due motivi: uno è proprio legato al fatto che si fa preferire per via dei lunghi trascorsi nel circuito e per le otto precedenti volte in cui è arrivato a questo punto in tre dei quattro tornei maggiori (mai a Wimbledon), l’altro alla condizione mostrata soprattutto nei match con il canadese Denis Shapovalov e lo spagnolo Pablo Andujar, con quest’ultimo letteralmente annichilito. A favore di Monfils gioca anche la minor permanenza in campo: 8 ore e mezza, contro le 11 del suo avversario.

Berrettini, però, alla sua prima volta nello stadio di tennis più grande del mondo può giocarsi le sue chance, dopo aver sventato il pericolo Richard Gasquet al primo turno e superato Andrey Rublev agli ottavi, e non era facile disinnescare la fiducia del russo, autore di colpi in serie nelle ultime settimane, anche a New York. L’azzurro è chiaramente in uno stato di grande fiducia e sa di poter contare sui propri colpi di inizio gioco, che gli hanno regalato tanto in questi US Open soprattutto in termini di turni di servizio salvati quando necessario. Al di là dell’esito di questo incontro, la sensazione che serpeggia, neanche troppo misteriosa, è che questo non sia un capitolo isolato della carriera del romano, ma soltanto il primo passo di tanti che lo possono portare davvero in alto. Non va dimenticata una cosa: dovesse finire qui il suo torneo, diventerebbe il sesto più forte giocatore tra coloro che hanno meno di 25 anni. I primi cinque si chiamano Medvedev, Zverev, Tsitsipas, Khachanov e Coric, e dietro c’è gente come Auger-Aliassime, Kyrgios, Fritz, de Minaur, Edmund e Shapovalov. Per farla breve, non proprio gli ultimi arrivati. Certo, riuscisse ad andare avanti la situazione si farebbe ancora più brillante: diventerebbe quinto in questa classifica ed entrerebbe nei primi 15 in quella generale.

Il quarto di finale della notte, quello tra Rafael Nadal e l’argentino Diego Schwartzman, vede una curiosa coincidenza con quello che stanotte ha visto Grigor Dimitrov tornare a far gioire la Bulgaria battendo Roger Federer: il mancino di Manacor ha vinto tutti e sette i precedenti confronti con il suo avversario, lo stesso bilancio dei precedenti Federer-Dimitrov fino a poche ore fa. Le somiglianze, però, finiscono qui: l’argentino ha vinto soltanto due set in carriera contro il 18 volte vincitore Slam, una a Melbourne e l’altra al Roland Garros. Il campo, inoltre, ha dato una grossa mano a Nadal, risparmiandogli il secondo turno contro l’australiano Thanasi Kokkinakis, ragion per cui ha impiegato meno di sette ore per arrivare fin qui, anche se Schwartzman, con un match in più, ha avuto soltanto un’ora e mezza ulteriore di permanenza (e oltre un terzo del tempo l’ha speso contro Alexander Zverev).

A dare lustro alla giornata, però, ci pensano anche le ultime due sfide dei quarti femminili, che hanno ottimi motivi per essere degne di attenzione. Ad aprire il programma sull’Ashe ci sono la svizzera Belinda Bencic, che ha eliminato la (non più) numero 1 del mondo Naomi Osaka, e la croata Donna Vekic, sopravvissuta contro la tedesca Julia Goerges anche grazie a qualche regalo di quest’ultima. Per Bencic la strada verso la semifinale sembra difficile da non percorrere, visto lo stato di forma, ma dopo tutto quello che si è visto in questi US Open c’è ben poco da prevedere e molto da guardare.

Ad aprire la sessione serale, invece, è la canadese Bianca Andreescu, opposta alla belga Elise Mertens. La nordamericana, visto il periodo e il modo in cui sta giocando, parte da favorita: c’è anche da scommettere che sia lei la candidata numero uno per l’approdo in finale, visto come sta dimostrando di sapersi esaltare nei grandi appuntamenti. L’ha fatto vedere a Indian Wells, l’ha confermato a Toronto (ritiro di Serena Williams a parte) e lo sta ulteriormente riaffermando in quel di New York, e sarebbe da stupirsi se non la si trovasse stabilmente ai piani alti nei prossimi anni.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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