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Rugby, Mondiali 2019: i convocati dell’Italia ai raggi X. Ecco gli azzurri su cui punta O’Shea

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Venerdì, con la sfida tra il Giappone e la Russia, prenderà il via la Coppa del Mondo di rugby. E due giorni dopo, domenica, alle 7.15 sarà la volta dell’esordio dell’Italia di Conor O’Shea. Gli azzurri scenderanno in campo all’Hanazono Rugby Stadium contro la Namibia. Poi sfideranno Canada, Sudafrica e Nuova Zelanda. Un girone durissimo per l’Italia, che lo affronta con 31 giocatori. Analizziamo i convocati reparto per reparto.

In prima linea, come piloni, il ct azzurro ha scelto sei nomi. La coppia che, sulla carta, dovrebbe essere quella titolare è formata da Simone Ferrari, pilone destro di 25 anni, e da Andrea Lovotti, pilone sinistro di 30 anni. Coppia solida e consolidata, insieme raggiungono quasi 60 presenze in azzurro, è da anni la coppia di piloni su cui punta O’Shea. Le alternative sono Tiziano Pasquali, cresciuto nei Leicester Tigers in Inghilterra, per Ferrari e Nicola Quaglio, 28 anni, per Lovotti. Poi c’è la giovane promessa Marco Riccioni, due caps per lui, mentre un ruolo particolare l’ha Federico Zani.

Il trentenne di Parma, infatti, può giocare sia pilone sinistro sia tallonatore e nelle amichevoli estive Conor O’Shea l’ha testato proprio come alternativa in mezzo alla prima linea. Zani, dunque, va forse considerato più un numero 2 in questa spedizione azzurra. Con lui a tallonatori ci sono il veterano e leader del gruppo Leonardo Ghiraldini. Il 34enne di Padova, però, arriva da un lungo infortunio e non è ancora sceso in campo quest’estate. O’Shea spera in un suo recupero, ma non è detto che parta titolare ai Mondiali. Così le due alternative a Zani sono i tallonatori delle Zebre Luca Bigi e Oliviero Fabiani, con il primo probabilmente favorito per un ruolo da titolare. Quello del tallonatore, però, è uno dei problemi dell’Italia, che anche nel premondiale ha faticato molto in rimessa laterale.

Quattro le seconde linee portate in Giappone dallo staff tecnico.

Qui è già più difficile individuare titolari e riserve ideali, con Conor O’Shea che ha provato diverse soluzioni. Il primo nome è sicuramente quello di un altro veterano del gruppo, Alessandro Zanni, che arriva ai Mondiali con 113 caps sulle spalle. Con lui c’è l’equiparato Dean Budd, gran fisicità ed esperienza, e l’italoinglese David Sisi, ex nazionale under 20 dell’Inghilterra. Il giocatore più atteso, però, è sicuramente Federico Ruzza, il più talentuoso del quartetto. Ruzza palla in mano può fare la differenza, anche se garantisce un po’ meno solidità in difesa.

Il pacchetto di mischia si chiude con la terza linea. Qui spicca, per leadership e peso mediatico, capitan Sergio Parisse. 36 anni, 139 presenze, il numero 8 azzurro è al suo quinto Mondiale. Non è più il Parisse di qualche anno fa, forse sarebbe più utile come impact player a match in corso, ma per O’Shea è un punto imprescindibile della squadra. Al suo fianco c’è quello che probabilmente oggi è il miglior azzurro disponibile, cioè Jake Polledri. 23 anni, italoinglese, Polledri gioca blindside flanker nel Gloucester ed è sia un ottimo portatore di palla sia un ottimo placcatore. A chiudere la terza linea dovrebbe esserci Braam Steyn, della Benetton Treviso, che nell’ultimo anno è diventato titolare inamovibile in azzurro. Le alternative sono Sebastian Negri, probabile riserva ‘ufficiale’, e Maxime Mbandà.

L’Italia si presenta con molti dubbi in mediana. Con l’infortunio di Marcello Violi, mediano di mischia titolare, le opzioni a disposizione di Conor O’Shea rimangono tre. Tito Tebaldi, il più esperto e titolare nell’ultimo 6 Nazioni, Guglielmo Palazzani, trequarti adattato a numero 9, e l’italoinglese Callum Braley, compagno di squadra di Polledri a Gloucester. Tre opzioni che – per un motivo o per l’altro – lasciano molte incognite e uno dei talloni d’Achille dell’Italia.

Al fianco del numero 9 ci sarà l’apertura e, qui, la maglia di titolare sembra ormai cucita addosso a Tommaso Allan. Il numero 10 della Benetton Treviso è diventato da tempo la prima scelta di Conor O’Shea, che punta forte sulla concretezza del ventiseienne italoscozzese. L’alternativa è quella di Carlo Canna, 27 anni, più spavaldo e creativo in campo, ma che per il tecnico irlandese dà meno sicurezze di Allan.

La linea dei trequarti scelta da Conor O’Shea per i Mondiali in Giappone non pecca sicuramente di qualità, anche se non è certo una delle armi più pungenti dell’Italia. A centro la coppia ideale è quella formata da Luca Morisi, 28 anni di Milano, la cui carriera è stata limitata dai molti, gravi infortuni. Con lui c’è uno dei talenti più puri dell’Italia, cioè Michele Campagnaro che sta crescendo molto anche grazie alle esperienze all’estero con le maglie di Exeter, Wasps e Harlequins, con cui giocherà da dopo i Mondiali. L’alternativa a Morisi e Campagnaro è l’esperto giocatore della Benetton Tommaso Benvenuti, che O’Shea sfrutta come jolly potendo ricoprire senza problemi anche il ruolo di ala.

Nel triangolo allargato, oltre all’opzione Benvenuti, sono tante le scelte che il ct irlandese potrà fare. Il primo nome è quello di Matteo Minozzi, altro talento che può fare la differenza in campo. Reduce da un lungo infortunio, Minozzi ultimamente è stato sempre schierato all’ala, anche se il suo ruolo naturale è quello di estremo. Si vedrà quale scelta farà O’Shea per i Mondiali, con Minozzi che può restare al largo nel triangolo, o venir scelto a estremo. In questo caso a sacrificarsi sarà Jayden Hayward, che ha vestito la maglia numero 15 nei test estivi. Se Hayward verrà invece confermato, con Minozzi all’ala, dal lato opposto il posto sembra prenotato da Mattia Bellini. L’ala delle Zebre sta disputando una stagione ottima, è il miglior metaman per gli azzurri e può far male palla in mano. Con Minozzi, invece, estremo, all’ala dovrebbe andare Edoardo Padovani, con l’ultima scelta che resta quella di Giulio Bisegni.

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Foto: Roberto Bartomeoli LPS

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