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Nuoto, Konstantin Grigorishin: “I nuotatori dovrebbero guadagnare quanto i calciatori”

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Il magnate ucraino Konstantin Grigorishin è balzato agli onori della cronaca lo scorso inverno per aver ideato e messo in atto la International Swimming League, la Champions League del nuoto. L’appassionatissimo miliardario ha deciso di smettere di attendere ed è passato all’azione per cercare di rendere il nuoto sempre più appassionante e soprattutto remunerativo. La ISL da lui proposta è una competizione a 8 squadre (ma dovrebbero diventare 12) tra Stati Uniti ed Europa a cui hanno già aderito parecchi dei migliori nuotatori del mondo, anche perché gli stipendi offerti sono ben più alti della norma.

Lo scopo principale di Grigorishin è quello di dare al nuoto più visibilità, di modo che l’appassionato possa trovare vita più facile nello spulciare qualche news o godersi tutte le competizioni che desidera, un po’ come avviene con il calcio. Ed è proprio il calcio che il magnate tira in ballo in una recente intervista al Sole24ore, giudicando insufficiente la copertura mediatica che la disciplina riceve, anche perché rilevante solamente nel grande appuntamento di Mondiali o Olimpiadi.

La International Swimming League cerca dunque di andare proprio in questa direzione, rendere il nuoto uno sport che si possa seguire tutto l’anno e costantemente, in cui l’appassionato possa attendere con impazienza il prossimo evento. Proprio come la Champions League del calcio. Le sue parole sono forti, chiare e decisamente accattivanti:

«Sogno, a occhi aperti e cervello ben collegato, di avere gli stessi ascolti, la stessa valutazione dei diritti tv e, forse ancora più importante, sogno che i nuotatori percepiscano gli stessi ingaggi e stipendi dei calciatori europei top o degli giocatori di football americano».

Naturalmente la principale chiave per il raggiungimento dello scopo passa per i diritti tv ma Gregorishin è convinto che la sua non sia solo utopia ma un sogno assolutamente realizzabile, soprattutto considerata l’estrema importanza del nuoto in un contesto come l’Olimpiade.

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Foto: LaPresse

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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