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Ciclismo

Vuelta a España 2019, Fabio Aru rigenerato. Attacco dopo la caduta, può lottare per il podio. Le prossime tappe ideali per il Cavaliere

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Dopo la brutta caduta nella cronosquadre inaugurale della 74esima edizione della Vuelta a España, Fabio Aru (UAE Team Emirates) si rimette immediatamente in carreggiata. Nel corso nella seconda frazione, infatti, 199,6 km da Benidorm a Calpe, il sardo è andato all’attacco nel tortuoso finale insieme ad altri 5 corridori, vale a dire il vincitore odierno Nairo Quintana (Movistar), Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma), Rigoberto Uran (EF Education First), Nicholas Roche (Team Sunweb) e Mikel Nieve (Mitchelton-Scott). Dietro l’Astana si è sciolta come neve al sole e il sardo ha recuperato 32″ sull’ex leader Miguel Angel Lopez.

Ora il Cavaliere dei Quattro Mori si trova 14esimo in classifica generale a 1’08” dalla maglia rossa Roche. Da Quintana lo separano 1’06”, mentre da Roglic 32″ e da Lopez 35″. Il podio può diventare un obiettivo concreto? Innanzitutto bisogna vedere se le ottime sensazioni odierne verranno confermate sulle montagne. In tal caso, vista la concorrenza, il sardo potrebbe senz’altro battersi per una posizione tra le più nobili. Senza voler fare voli pindarici, Aru formato Tour de France 2017, in una gara che, oltretutto, ha una terza settimana molto soft, può battersi a viso aperto con tutti i pretendenti al successo finale, fatta esclusione, forse, di Nairo Quintana e Primoz Roglic al top della forma. Pur non arrivando da un periodo negativo come quello di Fabio, anche il colombiano, di recente, ha più volte deluso le aspettative, mentre lo sloveno è comunque un corridore che prova a fare classifica per la prima volta in carriera in due grandi giri nella stessa stagione.

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Sicuramente il Cavaliere dei 4 Mori ha dalla sua parte un percorso che gli strizza l’occhio. Intanto le montagne iniziano presto, la prima frazione con arrivo in quota, infatti, è mercoledì, e storicamente Aru è solito andare molto forte nei primi giorni dei grandi giri. Ricordiamo, ad esempio, le grandi prestazioni alla Planche des Belles Filles al Tour 2017 o sull’Abetone al Giro 2015. Ma anche l’anno scorso, in una stagione deludente, Aru al Giro d’Italia fu all’altezza dei migliori nella prima tappa che si concludeva con una lunga ascesa, vale a dire quella dell’Etna.

Inoltre, molte salite che incontreranno i corridori da qui in avanti si adattano perfettamente alle caratteristiche del sardo, il quale è solito eccellere su 15/20 minuti di sforzo. Citiamo, tra tutte, il Mas de la Costa, 4 km al 12%, che verrà affrontato questo venerdì e l’Alto de los Machucos, 7 km all’8,7%, che i corridori, invece, scaleranno venerdì 6 settembre.

La concorrenza per il podio, comunque, è molto agguerrita. Vero che mancano molti nomi importanti in questa Vuelta, ma ci sono tanti giovani e outsider da non sottovalutare. Detto di Roglic, Lopez e Quintana, anche Uran, che oggi era con Fabio, sulla carta sembra avere qualche chance in più del nostro di agguantare una posizione tra le prime tre. Se non altro perché ha già un minuto di vantaggio su Aru. Un altro nome insidiosissimo è Wilco Kelderman (Team Sunweb), anche lui come Aru, negli ultimi tempi, è stato bersagliato dalla sfortuna, tanto da doversi ritirare dal Tour per problemi alla schiena. Non dimentichiamoci, però, che il neerlandese ha sfiorato il podio già due anni fa e a crono se la cava alla grande. In questi primi due giorni, oltretutto, ha palesato una condizione sicuramente migliore rispetto a quella della Grande Boucle e in classifica ha 30″ di vantaggio sull’azzurro.

Se un veterano come Rafal Majka (Bora-Hansgroe) spaventa il giusto, dato che il miglior Aru l’ha sempre battuto, i giovani Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) e Sergio Higuita (EF Education First) sono due mine vaganti che fanno molta paura. A maggio questi due hanno sbaragliato la concorrenza sul Mt. Baldy al Giro di California, dove corridori come George Bennett e Richie Porte hanno dovuto alzare bandiera bianca dinnanzi al loro strapotere in salita.

Pogacar, per la verità, essendo compagno di Aru potrebbe anche mettersi a disposizione del sardo. In fondo lo sloveno è un ragazzo tanto giovane quanto umile, che non si è mai fatto problemi ad aiutare i compagni in caso di necessità (ad esempio ha dato una mano a Ulissi al Giro di Slovenia e a Dan Martin al Giro dei Paesi Baschi). Allo stesso tempo, però, è anche un corridore da corse a tappe fortissimo, il quale, negli ultimi due anni, ha vinto Course de la Paix, Tour de l’Avenir, Giro del Friuli, Volta ao Algarve e Giro di California. Se dovesse andare più forte dell’azzurro, tenerlo a bada non sarebbe certo facile.
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Foto: Valerio Origo

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