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Tour de l’Avenir 2019, l’ecuadoriano Cepeda vince l’ultima frazione. Maglia gialla a Tobias Foss, Giovanni Aleotti splendido 2°

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Va a Jefferson Alexander Cepeda Ortiz l’ultima tappa del Tour de l’Avenir 2019, con arrivo in salita a Le Corbier. L’ecuadoriano, classe 1998, è andato in fuga con altri 14 corridori a inizio giornata e, in seguito, ha staccato tutti sull’ascesa finale. La maglia gialla Tobias Foss (Norvegia) si difende senza troppi problemi e si assicura il successo, mentre l’azzurro Giovanni Aleotti, grande sorpresa della corsa, conclude con un meraviglioso secondo posto in classifica generale. Sul gradino più basso del podio, invece, si piazza il giovanissimo belga Ilan Van Wilder.

La tappa, appena 79 km da Saint-Colomban-des-Villards a Le Corbier, è stata animata da un tentativo di ben 15 atleti di cui, oltre al vincitore Cepeda, facevano parte anche: Jakub Hindsgaul Madsen (Danimarca), Barnabas Peak (Ungheria), Jojohan Orlando Garcia Sosa e Juan Diego Alba Bolivar (Colombia), Inigo Elosegui Momene, Urko Berrade e Jon Agirre (Spagna), Henok Muleberhan (Eritrea), Ide Schelling (Paesi Bassi), Alexander Evans (Australia), Clément Lalba (Nouvelle-Aquitaine), Michel Ries (Lussemburgo), Nicolas Prodhomme (Francia).

Il primo a provarci è stato Schelling con un attacco a 40 km dal traguardo. Il neerlandese è arrivato ad avere fino a 1’10” di vantaggio, ma sulla salita finale si sono mossi Peak e Hindsgaul Madsen e l’ungherese, dopo aver staccato il danese, è andato a riprenderlo senza troppo problemi. Anche Barnabas, però, ha fatto male i calcoli e dopo un po’ di km in avanscoperta è stato riassorbito da un terzetto composto da Cepeda, Ries ed Elosegui.

Mentre l’ungherese cedeva, tra gli altri tre si è scatenata la bagarre a 3 km dal traguardo. Prima ci ha provato Ries, poi Elosegui, ma lo scatto decisivo è stato quello del Condorito Cepeda, che da buon camoscio sudamericano non ha lasciato scampo ai rivali sulle pendenze più arcigne. L’ecuadoriano, dunque, si è involato verso il suo primo successo europeo in carriera, lui che, prima di questo Avenir, aveva corso nel Vecchio Continente solo in occasione degli scorsi Mondiali di Innsbruck. Con questa affermazione, inoltre, Jefferson tocca quota 6 vittorie stagionali e chissà che Gianni Savio, che lo ha nel mirino già da un po’, non lo abbia contattato poco dopo il passaggio sul traguardo per convincerlo a firmare con l’Androni. Al 2° posto è giunto Ries, staccato di 27″, mentre 3° Elosegui a 34″.

Tra gli uomini di classifica la selezione è avvenuta per lo più da dietro, sotto l’impulso del maestoso Torjus Sleen (Norvegia), angelo custode del leader Foss. Purtroppo tra i corridori in top-5 colui che ha patito di più è stato il nostro Samuele Battistella, il quale è andato in crisi e ha lasciato sul piatto oltre 11′, perdendo così moltissime posizioni nella generale. Al contrario Aleotti si è difeso benissimo e ha ceduto appena 8″ nel finale a Ilan Van Wilder (il quale, peraltro, è caduto anche oggi) che lo seguiva in classifica generale, mantenendo, così, il suo 2° posto.

Il primo del gruppo dei non fuggitivi al traguardo, oltretutto, non è stato Foss e nemmeno Van Wilder. Bensì l’eritreo Binyam Ghirmay, un classe 2000 che pare avere un talento sconfinato. A gennaio ha vinto allo sprint una tappa della Tropicale Amissa Bongo (davanti a ruote veloci del calibro di Greipel, Bonifazio e Manzin), mentre nella scorsa stagione, da junior, fu uno dei pochi a riuscire a contenere e battere Remco Evenepoel. Infatti, nella prima frazione della Aubel-Stavelot il corridore africano riuscì a tenere la ruota del belga e a beffarlo in volata.
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Foto: Profilo Twitter Tour de l’Avenir