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Giovanni Malagò: “Lo sport italiano rischia conseguenze devastanti, con Milano-Cortina 2026 in discussione. Gli atleti sono furiosi”

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“Sono molto preoccupato per il futuro olimpico dello sport italiano”. A dirlo è il presidente del Coni Giovanni Malagò, che un’intervista rilasciata a Xavier Jacobelli, direttore di Tuttosport, fa il punto sulla grave situazione attuale, legata alla riforma dello sport promossa dal Governo e dalla conseguente bocciatura da parte del CIO, che apre scenari potenzialmente “devastanti” per il nostro movimento.

Malagò parte proprio dai gravi danni che lo sport italiano potrebbe subire: Questo è un Ferragosto con tante nuvole nere all’orizzonte. Le addensano la crisi politica, l’incertezza sul futuro del governo e la bocciatura da parte del Cio della legge delega di riforma approvata dal Parlamento il 6 agosto. Rischiamo conseguenze devastanti: la sospensione del Coni e, quindi, il divieto per i nostri atleti di gareggiare a Tokyo 2020 sfilando dietro il tricolore o indossando le maglie azzurre, retrocessi allo status individuale di «atleta olimpico indipendente» con l’esclusione delle squadre; la messa in discussione di Milano-Cortina 2026 dopo gli sforzi immani che abbiamo sostenuto per aggiudicarci l’organizzazione delle Olimpiadi invernali”.

Una data chiave per sarà Milano-Cortina quella del 27 agosto: “Quel giorno, a Milano, ore 15.30, si terrà la prima riunione del comitato organizzatore di Milano-Cortina 2026. Invitati: il Cio, il Coni, i governatori di Lombardia e Veneto, Fontana e Zaia; i sindaci di Milano e Cortina, Sala e Ghedina; il Governo italiano. il problema è che, con quanto sta succedendo in Parlamento a Roma, ancora oggi non sappiamo chi rappresenterà l’Esecutivo, se ci sarà e a che titolo vorrà onorarci della sua presenza. Tutto ciò è sinceramente surreale e francamente sconcertante”.

L’attuale crisi politica rischia proprio di aggravare ulteriormente questa situazione: “Allo stato attuale, come per la riunione del 27 agosto a Milano, anche per Losanna non sappiamo chi, a nome del Governo italiano, raggiungerà Losanna per fugare i dubbi e le perplessità del Comitato Olimpico Internazionale. C’è di più, perché, ormai, mi sono fatto una cultura in materia. Trattandosi di una legge delega, affinché entri in vigore è necessario il varo dei decreti attuativi, senza i quali non entra in vigore. Ora, delle due l’una: o il governo rimane in carica, stende e dà il via ai fatidici decreti o li scrive il nuovo esecutivo, naturalmente dopo essere entrato ufficialmente nel pieno esercizio delle sue funzioni. Nel secondo caso, hai idea di quanto tempo ci vorrebbe? Troppo, considerate, invece, le esigenze del Cio che, quando si tocca l’autonomia di un comitato olimpico nazionale, interviene in modo drastico. Ricordo che il 16 novembre scorso, su Tuttosport hai scritto in prima pagina: “Giù le mani dal Coni o finiamo come il Kuwait”. Parole vere. Mi auguro non risultino anche profetiche”.

Una situazione ancora più paradossale se consideriamo i grandi risultati che sta ottenendo l’Italia nello sport in chiave olimpica: Quattro Nazionali si sono già qualificate a Tokyo 2020: prima dell’Italvolley maschile, domenica scorsa a Bari, teatro di un trionfo entusiasmante sugli spalti e in tv, avevano staccato il biglietto per i Giochi l’Italvolley femminile, il softball e il Settebello campione del mondo della pallanuoto. Le Farfalle della ginnastica ritmica addirittura con largo anticipo, anche se non sono formalmente considerate uno sport di squadra. A questo livello, nel prossimo futuro si giocheranno le loro chances il Setterosa, l’hockey prato femminile, il baseball e il basket maschile, sebbene, ai prossimi Mondiali in Cina, i posti riservati alle formazioni europee per i Giochi giapponesi saranno soltanto due. Per non dire dei successi straordinari del nuoto, di ciò che hanno fatto Federica Pellegrini, Simona Quadarella, Gregorio Paltrinieri e gli altri ai Mondiali di Gwangju. La migliore spedizione di sempre quanto a medaglie conquistate, finali raggiunte, risultati cronometrici e piazzamenti. Lo sport italiano in alcune discipline risulta fra i primi dieci al mondo, quando la classifica riguarda i primi dieci; in altre è fra i primi otto; in altre ancora è fra i primi tre o fra i primi due. E ancora: secondo un recente sondaggio curato dall’Istituto Piepoli, la vittoria della candidatura di Milano-Cortina per i Giochi Invernali 2026 è risultata essere una delle migliori notizie per il nostro Paese registrate negli ultimi dieci anni. Un simbolo di unità d’intenti, di coesione, di lavoro nell’interesse generale anteponendo quelli di parte”.

Comprensibile quindi la rabbia degli atleti: “Peccato che, un minuto dopo Losanna ci sia stato chi abbia ricominciato a litigare. In tutto questo, vorrei che nessuno dimenticasse il ruolo fondamentale degli atleti e dei tecnici. Di fronte alla situazione che si è creata con il Cio, la loro reazione è di stizza, di rabbia, di sconcerto. Mi hanno chiesto in molti: presidente, ma perché, quando si è trattato di redigere il progetto di riforma dello sport, noi non siamo stati interpellati? Perché questa riforma è stata calata dall’alto? Perché non siamo stati ascoltati?”.

Questa la chiusura di Malagò: Mi auguro ci sia un soprassalto di ragionevolezza, nell’interesse del nostro sport. Siamo ancora in tempo per evitare danni incalcolabili. Ma non ne resta molto. In tutti gli altri Paesi, dopo l’aggiudicazione di un’Olimpiade, lo sport sarebbe stato premiato e portato ad esempio. Invece, guardate in quale situazione ci troviamo. Mi telefonano da ogni parte del mondo i colleghi del Cio e chiedono: ma che cosa sta succedendo in Italia? Rispondo: questo è il premio per avere riportato le Olimpiadi in Italia”.

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alessandro.farina@oasport.it

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Foto: LaPresse

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