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Ciclismo

Tour de France 2019: polemiche a non finire per una decisione difficile. Ma contro la natura c’è poco da fare

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Uno scenario mai visto prima di quest’oggi. Da una tappa che stava regalando un bellissimo spettacolo sulle rampe del Col de l’Iseran, ad una tappa senza alcun tipo di vincitore; così, inaspettatamente, da un momento all’altro. Egan Bernal che attacca, che rincorre il sogno chiamato “maglia gialla”, il leader Julian Alaphilippe che si stacca, il colombiano al comando della corsa, il francese all’inseguimento degli avversari. Arriva la discesa, la situazione è sempre e comunque la stessa, ma poi all’improvviso le telecamere della regia internazionale si soffermano su Alaphilippe che si guarda indietro, rallenta, chiede spiegazioni, cosa sta succedendo? Davanti Vincenzo Nibali e Rigoberto Uran battibeccano, non si comprendono a vicenda, mentre Geraint Thomas cerca di capirli. Caos al Tour de France 2019.

Dopo pochi minuti un’inquadratura dall’alto toglie qualsiasi dubbio. La strada che doveva condurre il gruppo verso la salita finale di Tignes è impraticabile. Un forte temporale si è abbattuto sulla valle, il caldo degli scorsi giorni ha aumentato ancor di più l’intensità della tempesta che ha fatto sì che tutti questi fattori si tramutassero in una forte grandinata che ha letteralmente imbiancato il percorso. E non solo, la forza del velocissimo temporale è riuscito a scatenare anche una frana che in breve tempo è stata in grado di invadere la strada. La Val-d’Isère è impraticabile, i corridori stanno arrivando, non c’è tempo da perdere: va interrotta la tappa. E così accade.

Uno shock per tutti, una notizia inaspettata e all’inizio pure incomprensibile per alcuni corridori che non riuscivano a capire l’entità di quanto accaduto. D’altronde, polemiche o no, nessuno poteva prevedere un evento di simile portata, non poteva esserci alcun tipo di piano B; la corsa andava fermata subito. Bastava semplicemente mettersi nelle condizioni degli atleti, pensare alla loro salvaguardia, alla loro salute: avremmo assistito ad un possibile dramma che andava immediatamente evitato, senza alcun tipo di soluzione alternativa.

Ovviamente però c’è un altro problema da risolvere, la classifica di tappa, che arriva in fretta e viene riconfermata successivamente. La tappa è annullata e i tempi vengono presi in cima al Col de l’Iseran, bonus compresi. E qui la Francia borbotta e non poco. Egan Bernal è primo, Julian Alaphilippe staccato a più di due minuti, arrivano anche i bonus in cima al GPM. Ormai è fatta: Bernal è in maglia gialla, Alaphilippe a 45″. Obiettivamente non si potevano prendere decisioni diverse da questa. ASO non è stata di parte come alcuni potevano aspettarsi dinnanzi ad un oramai ex leader francese. Si accetta la sconfitta in una tappa che sì esalta Bernal e tutto il Team Ineos, ma che lascia comunque un grande rammarico, perché magari le sorti della corsa non sarebbero cambiate, ma questo nessuno lo sa con certezza. E poi si è persa una certa dose di spettacolo in previsione della salita finale verso Tignes.

Si è conclusa così una tappa senza un vero vincitore, se non la nuova maglia gialla Bernal. Si è interrotto gran parte del possibile spettacolo delle Alpi quando oramai siamo a 48 ore dalla fine di questo Tour che farà parlare di sé per ancora per tanto, tantissimo tempo in una tappa che con ogni probabilità entrerà nella storia della Grande Boucle; una tappa senza il capitolo finale.

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@lisa_guadagnini

Foto: Eurosport

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