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Nuoto, Mondiali Gwangju 2019. Gregorio Paltrinieri e il progetto fondo: è il D-Day

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Ci siamo, dunque. La sfida senza ritorno è arrivata. Gregorio Paltrinieri è già nella leggenda del nuoto e dello sport italiano: ha vinto e rivinto praticamente tutto, due titoli Mondiali, uno olimpico, gli Europei e, dopo Budapest 2017 aveva bisogno di nuovi stimoli da trovare in un suo vecchio pallino: le acque libere. Il primo da convincere in questa nuova avventura è stato il tecnico di Paltrinieri, Stefano Morini, che finge di “soffrire” la decisione del suo pupillo ma alla fine sa bene che, dovesse arrivare un risultato di alto livello (e sta lavorando duramente perché ciò avvenga), il binomio entrerebbe di diritto nell’Olimpo del nuoto mondiale.

L’obiettivo vero è uno solo: le Olimpiadi ma per esserci fra un anno Greg deve per forza arrivare tra i primi dieci questa notte nella 10 km che qualifica per Tokyo 2010. Facile? Per niente. Basta vedere la gara femminile di ieri per rendersi conto quante variabili possono decidere una gara del genere che si gioca sui centesimi dopo 10 mila metri di battaglia, migliaia di bracciate, sgomitate e colpi in gruppo. Paltrinieri è tutto sommato un neofita della specialità ma è arrivato sempre fra i primi dieci nelle gare di coppa del Mondo a cui ha partecipato e non ha mai vinto, ma anche la cinese Xin non era mai salita sul gradino più alto del podio e poi tutti sanno come è andata a finire domenica notte. 

Non è, quello visto al Settecolli tre settimane fa, il miglior Paltrinieri: lo stop per l’infortunio al braccio, il cambiamento del programma in altura hanno creato qualche intoppo al modenese che, nell’ultimo anno, ha probabilmente pagato il pegno che riserva il destino a chi vive stagioni senza infortuni, magari prima dei grandi appuntamenti internazionali. Prima o poi l’anno storto arriva e, dal salmone avariato di Glasgow fino al tocco sulla piastra del campionati Usa, è stato uno stillicidio di problemi per il campione azzurro: per fortuna mai nessuno grave, ma abbastanza seri per provocare fastidi, cambi di programma, malesseri assortiti.

Domani, però, va lasciato da parte tutto quello che è stato e serve una gara “alla Paltrinieri”: una di quelle gare impostate sul ritmo e sulle accelerazioni progressive che hanno fatto dell’emiliano un campione assoluto in vasca. Gli avversari in grado di tenere il ritmo elevato e magari di piazzare anche anche la mazzata finale (che Greg, purtroppo, non ha) ci sono: dal tedesco Wellbrock, all’ungherese Rasovszky che ha dimostrato di essere in condizione strepitosa vincendo la 5 km, al campione europeo, l’olandese Weertman, ma Paltrinieri è campione vero e si troverà nella condizione insolita per lui in cui un decimo posto potrebbe valere più di un podio. E’ vero, a questi livelli per lui è la prima gara importante, ma l’esperienza e la capacità di leggere la gara non gli mancano, serve la condizione che potrebbe essere arrivata proprio negli ultimi giorni di scarico e di lavoro mirato.

 

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1 Commento

1 Commento

  1. ghost

    15 Luglio 2019 at 13:13

    non so chi per primo ha diffuso questa leggenda metropolitana (ripetuta anche dal duo al commento su rai2), ma Xin Xin era anche prima di ieri tutt’altro che una sconosciuta agli appassionati di nuoto in acque libere.
    già l’anno scorso, infatti, aveva vinto ben 2 prove (Lac Megantic, CAN e Chun’An, CHN) di coppa del mondo (su 9 totali) ed era arrivata sesta nella classifica finale.
    quindi mi pare del tutto sbagliato definirla una sconosciuta assurta improvvisamente agli onori delle cronache (o, cito quelli di mamma rai, “dal nulla al titolo mondiale”).
    ieri era una delle possibili outsiders (e pure più accreditata di tante altre, visto che giocava quasi in casa) subito alle spalle delle favorite d’obbligo (Van Rouwendaal, Cunha, Francesi, Italiane e Americane), le cui difficoltà è stata brava a sfruttare nel miglior modo possibile.

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