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Ciclismo

Davide Rebellin: “Ritiro? Non mi pongo limiti. Amo troppo il ciclismo, ogni gara è un’emozione”

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Un eterno ragazzo che ama troppo il suo sport per decidere di smettere. A quasi 48 anni (li compirà il prossimo 9 agosto) Davide Rebellin rappresenta un esempio unico di longevità e passione. Lo scorso 30 giugno ha partecipato al Campionato italiano dove la maggior parte degli avversari sarebbero potuti essere suoi figli. Ciò nonostante ha colto una degnissima ed onorevole 18ma posizione. I fasti di metà anni 2000, con la leggendaria tripletta Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi, sono ormai lontani, ma ciò che non svanisce è l’amore innato verso la bicicletta che continua a regalare emozioni indescrivibili.

Cosa ti spinge a proseguire con le corse a questa età?
“L’amore per questo sport. Sono fortunato di poter fare quello che amo e quello che mi dà più soddisfazioni; così cerco di farlo fino in fondo, divertendomi”.

Le emozioni che provi in corsa sono le stesse degli anni d’oro?
“Sì, sono le stesse. Ogni gara, anche se meno importante, mi porta a vivere delle belle emozioni”.

Cosa provi ad essere ancora nella top 20 in diverse corse a quasi 48 anni?
“È una bella soddisfazione ma non sono sorpreso. Alla fine sento di essere ancora ad un buon livello competitivo; anche se preferirei avere un programma di gare più continuo che mi permetta di migliorare la mia condizione”.

Come vedi i giovani italiani? Su chi punteresti?
“In Italia ci sono sempre dei buoni talenti. Io punterei su Giulio Ciccone e Gianni Moscon, per fare due nomi. Ma ce ne sono altri di molto forti. Penso anche Fabio Aru possa tornare ad alti livelli”.

Fino a quando gareggerai? Ti sei posto qualche limite?
“Vivo alla giornata. Sento quello che mi dicono il cuore e le gambe, senza pormi limiti”.

Come vivi la questione di Pechino 2008 e quella medaglia d’argento tolta, ma dove alla fine sei risultato innocente per la magistratura ordinaria?
“È una questione passata e non ci penso più. Sono felice di aver almeno ottenuto l’assoluzione dalla magistratura ordinaria; e la medaglia è come se la avessi sempre tenuta”.

Che consiglio ti senti di dare ai giovani d’oggi che magari si arrendono troppo in fretta perchè non vedono grandi prospettive per il futuro?
“Ai giovani dico sempre di fare come me, ossia di divertirsi e sentire il proprio cuore vibrare solo al pensiero di gareggiare; allenarsi e seguire la propria passione. Penso sia la base per andare avanti in questo sport e superare anche i momenti più difficili”.

La riforma UCI, le 20 formazioni World Tour e solamente due wild card per i grandi Giri. Si prospetta un futuro difficile per il ciclismo italiano…
“Credo che questa riforma vada un po’ a svantaggio delle squadre Professional Italiane, per gli sponsor che investono in questo sport, ma anche per i tanti giovani talenti italiani che ci sono. Se è stata fatta questa riforma probabilmente dei vantaggi ci saranno, ma per ora vedo solo dei svantaggi per le medie e più piccole squadre. Spero comunque che sia mirata per il bene di tutto il ciclismo”.

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Foto: Pagina FB Davide Rebellin

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