Seguici su

Scherma

Scherma, Andrea Cipressa: “Sono contento solo quando vinco sempre, ma esistono anche gli avversari. Saremo pronti al momento giusto”

Pubblicato

il

Una chiacchierata con Andrea Cipressa che corre sul filo Shanghai-Milano, al volo, dopo un weekend infinito e stancante, una cena consumata in fretta lontano dall’orario canonico (vita da CT, insomma), e tante soddisfazioni dai fiorettisti, che hanno chiuso la cosiddetta ‘stagione regolare’ di Coppa del Mondo con Alice Volpi e Alessio Foconi in testa al ranking mondiale, mentre le squadre restano seconde, attualmente: le azzurre a pochi punti dalla Francia, i maschi, iridati in carica, a 24 lunghezze dagli Stati Uniti.

Foconi ha vinto a Shanghai, dove non si era mai imposto, mentre Volpi, non al top della forma per problemi fisici, ed Errigo, sempre lì, hanno accompagnato sul podio Inna Deriglazova, sei successi e sette podi in otto gare disputate nel 2018-2019. «Premesso che sono contento al 100% solo quando si vince in ogni gara, non possiamo lamentarci di quanto ottenuto finora da fiorettisti e fiorettiste. Ci sono anche i giovani in buona mostra, penso a Marini, che domenica si è un po’ perso sul più bello, ha spento la luce quando aveva un vantaggio enorme su Itkin, comunque più grande di un anno, ma c’è. Solo, non si può essere sempre costanti a quell’età. Foconi non perde un colpo, Cassarà aveva vinto a San Pietroburgo, Avola non sempre tira per quello che è il suo valore: è fortissimo, ma resta un’incognita. Per ora. Itkin? Prospetto interessante che di fatto ha ‘tolto’ il posto a Chamley-Watson, iridato 2013. Ci sono tante nazioni più forti rispetto al passato, Africa e Asia soprattutto sono continenti in grande crescita, ma l’Italia a squadre ha conquistato quattro degli ultimi cinque mondiali, a livello maschile, con in più il titolo olimpico individuale di Daniele Garozzo, che è un fenomeno e quest’anno è tornato a vincere».

Il movimento femminile vede al momento sì Alice Volpi in testa al ranking e iridata in carica, ma a conti fatti c’è in realtà Deriglazova un po’ ‘ingiocabile’. Andrea, che conosce profondamente gli aspetti tecnici di questo sport e ama la scherma a 360°, tutte le armi comprese, non smentisce, anzi: «Inna ha una marcia in più, certo. Ma tranquilli, questo gap lo colmiamo. Deriglazova, va detto, è una grandissima campionessa. Io poi ammiro da sempre la scuola russa, mi piace come si muovono, il loro equilibrio sulle gambe, sono anche belli da vedere esattamente come noi italiani. Soprattutto, Inna deve essere un esempio per tutti,  è una professionista eccelsa: a Shanghai l’ho vista fare riscaldamento alle 7.30 di mattina, non lascia niente al caso, è come Vezzali da questo punto di vista. Tanto di cappello. Eppure anche lei ancora ha qualche passaggio a vuoto di cui dobbiamo approfittare, vive ogni tanto dei momenti in cui è più vulnerabile e lì va aggredita in pedana, ma non sono preoccupato, al Mondiale possiamo farcela. Alice ci ha perso undici volte su tredici, cinque quest’anno, di cui quattro in finale? Vero, e ogni tanto le capita di lasciarsi andare allo sconforto, di pensare che ‘con lei non mi trovo, è fortissima, tanto alla fine mi batte, ecc.’. Sono situazioni già viste in passato, che poi si superano. La testa fa la differenza in questo sport, non c’è niente da fare. Volpi è fortissima, deve scacciare ogni pensiero negativo. In più aggiungo, che non è ancora in forma fisicamente, e oltretutto a Shanghai aveva mal di gola, era sotto antibiotici, e ha ripreso per i capelli il primo assalto, sotto 5-11».

Le altre azzurre, invece, stanno crescendo o devono crescere: «A Shanghai abbiamo sprecato tanto – conclude il ct azzurro del fioretto -. Mia figlia era avanti 12-7 con Kiefer e poi ha perso. Comunque lei e Palumbo stanno trovando più costanza. Batini e Di Francisca devono ancora crescere dopo il ritorno. La vittoria a inizio stagione di Elisa è frutto soprattutto della sua testa da campionessa  così come il secondo posto di Torino (dove vinse Volpi, ultimo successo femminile in stagione, N.d.R.). Ma deve ritrovare tono muscolare, in primis. Però la voglia di lavorare non le è mai mancata. Martina è stata sconfitta da Deriglazova, ci può stare. Errigo? Deve ritrovarsi un po’ tecnicamente, ha cambiato passi e tempi. La sciabola è diversa dal fioretto, là si tira di taglio, qua di punta. Con Inna si può perdere, ma non è ancora Arianna che conosciamo. Quando si arriva al momento decisivo nelle sfide con le atlete più forti, in questo momento non riesce a fare quel passo in più che prima faceva. Comunque, alle ragazze ho detto che vinceremo quando conta di più».

 

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

 

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: Bizzi Federscherma

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *