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Beach volley, World Tour 2019 Itapema e Aydin. Ranghieri/Caminati: lo squillo che tutti aspettavano. Ma il Brasile dov’è?

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Si è chiusa una settimana intensa, se ne apre un’altra interessante che ci porterà a meno un mese nel countdown verso l’appuntamento iridato di Amburgo. E proprio da Amburgo si parte per un’analisi di quanto accaduto negli ultimi sette giorni che rischiano di aver dato una svolta nella rincorsa alla condizione che compete loro di Alex Ranghieri e Marco Caminati. Prima la wild card per il Mondiale di Amburgo e poi il secondo posto di Aydin, primo podio da quando hanno deciso di affrontare la nuova avventura assieme, il secondo se si considera la splendida vittoria del 2015 a Lucerna.

E’ vero, era un 2 Stelle, era un torneo dove non c’erano tante coppie di punta ma Ranghieri/Caminati arrivavano da un periodo molto difficile, fatto di problemi fisici per Alex Ranghieri che hanno rischiato di minare la fiducia di giocatori e staff tecnico. Il raggiungimento della finale, dunque, era tutt’altro che scontato per gli azzurri che, nel loro cammino, hanno affrontato coppie che avevano vinto tornei del World Tour e ottenuto risultati di prestigio contro coppie sulla carta più forti di loro. Ranghier/Caminati sono arrivati fino in fondo ed hanno sfiorato la vittoria, perdendo contro i polacchi Rudol/Szalankiewicz, due onesti mestieranti del beach che fino a domenica non avevano mai disputato una finale di un World Tour nonostante quattro anni di storia di coppia. E’ un risultato da cui ripartire non solo dal punto di vista morale ma anche soprattutto fisico: gli azzurri hanno retto l’impatto dei cinque incontri in tre giorni, ritmo da Major Series e questa è la vera ottima notizia per una coppia che ha bisogno prima di tutto di stare bene e tenersi alla larga da infortuni e acciacchi, poi il resto arriverà perchè la classe e il talento non mancano, sia in campo, sia nello staff tecnico.

La nota stonata del torneo turco, per l’Italia arriva dal settore femminile. Sconfitte ancora una volta al primo turno delle qualificazioni Barboni/Puccinelli che hanno bisogno di trovare in fretta risultati per non sparire dai radar dei tabelloni di qualificazione anche dei tornei di secondo piano. Da Zuccarelli/Traballi, al rientro nel circuito mondiale dopo un lungo stop, vuoi per problemi fisici, vuoi per la programmazione stagionale, non è che ci si potesse attendere granchè e nel girone preliminare le azzurre hanno rispettato le consegne, vincendo la partita che dovevano vincere e lottando alla pari con le rivali più accreditate in finale. E’ la sconfitta negli ottavi di finale contro una coppia canadese che poi non ha fatto molta strada a lasciare perplessi, soprattutto per come è venuta. La sconfitta 21-7 non può appartenere a una coppia che aspira ad entrare nelle posizioni che contano nel ranking mondiale, tanto più se subita contro un binomio non certo di altissimo livello. Il compito per la trasferta in Cina della coppia azzurra Zuccarelli/Traballi, la numero 2 del nostro movimento al momento, è proprio quello di eliminare dall’inventario i black out che causano certe cadute verticali che poi sono difficili da rimediare anche dal punto di vista psicologico.

Se i fari puntati dell’Italia, per una serie di motivi contingenti legati agli infortuni di Lupo e Orsi Toth, erano puntati su Aydin, i fari del resto del mondo che conta nel beach volley erano puntati su Itapema dove si è disputato un 4 stelle di alto livello, nonostante qualche assenza pesante. Il primo dato che salta all’occhio è che, nell’unico torneo giocato sulla sabbia di casa, nessuna coppia brasiliana, nè maschile e nè soprattutto femminile, ha raggiunto le semifinali. Una situazione, a poco più di un anno dalle Olimpiadi, che inizia ad essere pericolosa per il movimento carioca, da sempre riferimento per tutto il mondo del beach.

In campo maschile il riferimento ormai sta diventando sempre più l’Europa (quattro semifinalisti su quattro a Itapema) e, dopo aver preso fiato un attino (sei o sette mesi) i norvegesi Mol/Sorum hanno ricominciato a macinare gioco e avversari, superando per la quarta volta consecutiva un’altra di quelle coppie destinate a far parlare di sè nel prossimo anno, i polacchi Fijalek/Bryl. L’Olanda ha piazzato una coppia sul podio ed ha sfiorato il podio anche in campo femminile con due giocatori, Van de Velde e Stubbe che fino a poco tempo fa non erano certo considerati nell’elite del beach volley. Questo deve essere lo sprone giusto per i ragazzi italiani. Il World Tour non è qualcosa di inarrivabile, lo dimostrano gli exploit olandesi di questa settimana. Serve lavoro e dedizione e dai Paesi Bassi hanno molto da insegnare in questo senso, così come da insegnare qualcosa hanno April Ross, che si è ripreso il gradino più alto del podio sette mesi dopo l’ultimo trionfo e la sua ex compagna Kerri Walsh Jennings che ha messo sotto scacco a 40 anni, rivali molto più giovani e fresche di lei. Itapema insegna che non ci si può cullare sugli allori (vedi Brasile), che per tanti c’è la speranza di arrivare lassù (Stubbe e Van de Velde) e che lavoro passione pagano, soprattutto quando c’è anche tanta qualità (Ross e Walsh Jennings).

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Foto Fivb

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