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Calcio

Juventus-Ajax 1-2, Champions League 2019: il fallimento della Juventus in Europa. Poco gioco e Cristiano Ronaldo dipendente

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Senza troppi giri di parole è opportuno chiamare le cose per quello che sono. Nel caso dell’uscita di scena della Juventus di Massimiliano Allegri dalla Champions League, il termine più adatto è solo uno: fallimento. Sì perché gli investimenti estivi e le scelte fatte in funzione del torneo continentale andavano ben al di là di una conferma ai piani alti. La Vecchia Signora aveva come target la vittoria finale ma, di fatto, il gioco espresso non è mai stato all’altezza della situazione e i motivi sono diversi.

Opportuno fare una premessa, anche lunga: l’Ajax è una squadra molto forte, ricca di talento, che già precedentemente contro il Bayern Monaco nella fase a gironi e soprattutto negli ottavi di finale contro il Real Madrid aveva colpito per qualità e organizzazione. Gli uomini di Erik ten Hag si trovano in una condizione psicofisica ideale, con tante certezze, e ieri, nel fortino bianconero, hanno sciorinato un secondo tempo da formazione di altissimo profilo e per i campioni d’Italia c’è stato davvero poco da fare. La regia illuminante di Frenkie de Jong ha fatto la differenza e il calcio totale dei Lancieri ha preso il sopravvento.

Tuttavia, i demeriti della Juve sono evidenti e sono figli di quanto già avvenuto precedentemente. Se andiamo a valutare quanto fatto dai bianconeri in questa fase ad eliminazione diretta si nota che nelle quattro partite disputate (le due contro l’Atletico Madrid e le due contro i biancorossi) i gol siano stati siglati solo da Cristiano Ronaldo (5). Una formazione costruita per essere una corazzata dipendente solo dalla sua stella più lucente? La risposta è affermativa. Di fatto la resa realizzativa degli altri non vi è stata un po’ per infortuni, vista l’assenza dal match dell’Allianz Stadium del croato Mario Mandzukic, e un po’ per poca personalità. Soprattutto a centrocampo la figura di Miralem Pjanić è sempre quella del “bravo ma non determinante”. Nel match dello Stadium è stato importante un suo ripiegamento difensivo a chiudere su una pericolosa ripartenza avversaria ma gli errori in fase di impostazione e la scarsa brillantezza nell’opporsi a de Jong e soci è stata evidente.

Una Juve che ha sofferto quindi dal punto di vista psicologico e, in questo senso, il forfait di Giorgio Chiellini, leader della compagine di Torino, si è fatta sentire. Di fatto quella scesa in campo è stata una formazione stanca e con poche idee. Purtroppo il gioco non è mai stato entusiasmante, ad eccezione del match disputato contro l’Atletico. Allegri, stratega abilissimo, continua a non convincere dal punto di vista dell’organizzazione in fase propositiva, fondamentale in una competizione di questo livello. Il dato citato precedentemente su una capacità di andare a segno limitata solo con l’asso lusitano ne è una dimostrazione lampante. Si dovrà riflettere anche se pare che la società abbia deciso di continuare il proprio percorso con il tecnico livornese. Bisognerà valutare, quindi, quali saranno le prossime scelte di mercato, tenendo conto già dell’arrivo di un calciatore molto abile tecnicamente come il gallese Aaron Ramsey dall’Arsenal.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Marco Canoniero / Shutterstock.com

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