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Formula 1

F1, GP Azerbaijan 2019: anche la Red Bull più veloce della Ferrari. Lacune progettuali nella SF90, il Mondiale è ormai un miraggio.

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Tre podi in quattro gare, la miseria di tre terzi posti mentre l’avversario diretto riscrive la storia firmando quattro doppiette come mai era successo in oltre 70 anni di Formula Uno. Si riassume così il disastroso avvio di stagione della Ferrari, lontana anni luce rispetto alle attese della vigilia: il Cavallino Rampante è purtroppo una mera comparsa nel Mondiale F1 dopo i primi quattro appuntamenti, è vero che la stagione è ancora lunga ma il dominio della Mercedes sembra inscalfibile e la scuderia di Maranello sembra purtroppo molto distante dalle prestazioni delle Frecce d’Argento.

I test di Barcellona avevano lasciato presagire ben altro avvio di campionato ma poi la fredda realtà ha riportato il team sulla terra: il divario dalla corazzata di Hamilton e Bottas è molto importante. Non va dimenticato che la fortuna non ha sorriso alle Rosse come testimoniano i guai meccanici avuti sulla monoposto di Charles Leclerc quando era involato verso la vittoria in Bahrein o l’incidente dello stesso monegasco durante le qualifiche di ieri a Baku ma i risultati in pista non sono specchio soltanto della malasorte. Ormai è evidente che ci sono delle lacune progettuali sulla SF90: l’affidabilità ha tradito al Sakhir, la potenza era totalmente mancata in Australia, gli aggiornamenti portati in Azerbaijan non hanno regalato gli effetti sperati.

Il primo mese di gare ha espresso un chiaro verdetto: il vantaggio della Mercedes è oggettivamente imbarazzante e la Ferrari paga spesso dazio anche contro le Red Bull (si è visto a Melbourne, anche oggi le Lattine di Verstappen e Gasly hanno a tratti girato più veloci delle Rosse). A Maranello devono urgentemente correre ai ripari, bisogna ritrovare l’affidabilità, si deve esaltare meglio il motore, occorrono anche degli accorgimenti a livello aerodinamico: vedremo davvero delle novità importanti a Barcellona dove inizierà la lunga stagione in Europa? L’appuntamento in terra spagnola sarà già determinante, è davvero l’ultima spiaggia e la Ferrari si giocherà tutto su un tracciato storicamente favorevole alle Frecce d’Argento.

Mattia Binotto ha dichiarato che crede ancora nel Mondiale ma al momento il titolo iridato è un miraggio: Vettel si trova a 35 punti da Bottas, Leclerc è a 40 lunghezze dal finlandese (che ha un punto di margine su Hamilton). La Ferrari sembra essere andata allo sbando da quando è scomparso Sergio Marchionne, l’ultimo ruggito concreto è arrivato a Spa 2018 col sigillo di Vettel: poi il vuoto (eccezion fatta per lo squillo di Raikkonen ad Austin) e una discesa verso il baratro, il campanello d’allarme è già suonato da tempo e non c’è più tempo per aspettare.

 

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Foto: Lapresse

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