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Formula 1

F1, enigmi e quesiti irrisolti per la Ferrari. Cosa non funziona e perché la Mercedes è già in fuga?

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Tra uno sbadiglio e un altro, un po’ di scoramento c’è. Sensazioni decisamente negative quelle provate dai tifosi della Ferrari dopo il noioso GP della Cina, terzo round del Mondiale 2019 di F1. Sul circuito di Shanghai ci si aspettava una Rossa che potesse replicare, in termini prestazionali, quanto visto in Bahrein ma la realtà ha assunto dei connotati simili all’Australia: le Mercedes hanno siglato la loro terza doppietta consecutiva e sono in fuga, con Lewis Hamilton che guarda tutti dall’alto della graduatoria dei piloti. Una macchina questa SF90 che ha in sé qualcosa di enigmatico, dal comportamento imprevedibile e complicata da mettere a punto. Ma cosa non funziona in questa vettura che tutti, o quasi, avevano giudicato eccellente dopo i test, salvo rivelarsi allo stato attuale difficile da settare?

In primo luogo l’affidabilità è la nota dolente. Si ha, infatti, l’impressione che i veri mali partano da questo aspetto. Le fragilità della monoposto sono evidenti e le cause, forse, ancora non del tutto chiare. In un contesto di grande incertezza, i tecnici del Cavallino non hanno potuto spingere al massimo e lo sviluppo della monoposto ne ha risentito. Mentre a Brackley, tra una sessione di prove e un’altra, hanno “ribaltato la macchina da cima a fondo”, a Maranello non hanno apportato delle modifiche significative proprio perché la vettura non offre le medesime garanzie.

Pertanto il mix tra consistenza e velocità è altamente deficitario, parlando di un progetto estremo volto a minimizzare la resistenza all’avanzamento ma con il chiaro handicap del carico aerodinamico. Come rivelato dal campione del mondo del 2016 Nico Rosberg in un’intervista all’emittente tedesca RTL, in Ferrari devono risolvere questo problema sul retrotreno. Non è un caso che si voglia introdurre al più presto una nuova ala posteriore che possa rendere la monoposto più efficiente. Resta però da vedere se basti questo a trovare una soluzione anche perché il tempo è poco e gli avversari non sono lì fermi ad aspettare, come hanno ampiamente dimostrato. La W10 si sta rivelando una macchina che ben si adatta alle caratteristiche di ogni pista, con un corpo vettura che offre tanto downforce in curva e consente quindi una gestione degli pneumatici migliore di quella della Ferrari.

Siamo solo alla terza gara ma è chiaro che se la Rossa vuol essere in partita, da Baku, dovrà porre fine all’emorragia di punti e invertire il trend altrimenti gli obiettivi dell’annata andranno sensibilmente ridimensionati.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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