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Sci di fondo

Sci di fondo, Mondiali 2019 Seefeld: staffetta maschile. Norvegia sempre padrona! Russia e Francia completano il podio. Azzurri, che batosta!

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Norvegia padrona, come sempre, come da pronostico, come in tutte le ultime gare che contano nella staffetta 4×10 km maschile. I norvegesi impongono la legge del più forte “vendicando” la sconfitta delle ragazze nella gara di ieri e chiudendo in solitaria una gara impeccabile, in cui i quattro moschettieri Norge hanno sbaragliato letteralmente il campo. Ci ha provato la Russia a mandare in tilt i forti scandinavi, soprattutto nelle prime due frazioni ma, al momento decisivo, Bolshunov non è riuscito a fare il vuoto e Ustiugov nemmeno ha tenuto il ritmo del cannibale Klaebo che conquista così la sua terza medaglia d’oro mondiale, assieme a Sundby, Iversen e Roethe, tutti e tre al secondo sigillo iridato a Seefeld. Argento per la Russia con Larkov, Bessmertnykh, Bolshunov e Ustiugov e bronzo, come lo scorso anno a PyeongChang, per una Francia mai doma che deve tantissimo alla rimonta di uno scatenato Parisse nella terza frazione, dopo due prove non straordinarie di Backscheider e Manificat a tecnica classica e alla volata vincente di Jouve su una buona Finlandia che ha lottato ma non ha potuto evitare il quarto posto. Deludente, invece, la Svezia, soltanto quinta.

E l’Italia? E’ sprofondata! Decimo posto, a 4’42” dai norvegesi, con tutti gli atleti (si salva solo De Fabiani che però è entrato in gara senza alcun obiettivo) al di sotto dei loro standard a conferma dei tanti problemi incontrati dalla squadra azzurra nella seconda settimana di gare, vuoi per una neve infida che ha mandato in crisi gli skimen, vuoi per una condizione calante generale piuttosto incomprensibile.

In prima frazione si fatica a prendere l’iniziativa, il ritmo è tutto sommato gestibile per i primi 5 km e addirittura ci prova Rastelli prima dell’ultimo passaggio (6.66 km) allo stadio a fare l’andatura ma il cambio di passo di Larkov per la Russia, seguito da Iversen ed è la Germania a tenere il passo delle due nazionali più attese. Rastelli, invece, non tiene il passo e i 16” di ritardo con cui dà il cambio 12mo a Pellegrino è il prologo di una debacle molto simile a quella, molto più dolorosa, della Val di Fiemme 2003.

Nella seconda frazione Pellegrino opera lo sforzo massimo per riportarsi sul gruppo di testa ma l’accelerazione di Sundby che tiene il ritmo alto in modo prolungato fa molto male non solo al vice campione del mondo che si stacca definitivamente della sprint azzurro ma a quasi tutte le nazionali, esclusa la Russia con Bessmertnykh, Finlandia con Niskanen e alla Svezia con Halfvarsson che fa lo spavaldo, va al comando ma viene distanziato nel finale e fa perdere alla sua squadra la possibilità del podio.

In tecnica libera ci prova la Russia con Bolshunov a staccare la Norvegia ma Roethe non molla ed è bravo anche il finlandese a tenere il ritmo. Il numero lo fa Parisse per la Francia che era partito con 34” di ritardo e che, all’ultimo giro, si riporta addirittura nel terzetto di testa, mentre la Svezia con Burmann prima riesce a coprire il buco e poi crolla inesorabilmente facendosi distanziare anche dalla Francia.

Nell’ultima frazione la lotta per le medaglie si concentra su una doppia coppia. Klaebo ed Ustiugov se la giocano per l’oro, Hyvarinen e Jouve combattono per il bronzo, mentre da dietro Salvadori accumula oltre 4’ di ritardo ed è decimo: un mezzo disastro a cui De Fabiani non può porre rimedio. Chi attende i tentativi di Ustiugov resta deluso perché Klaebo spegne la suspance e se ne va proprio prima dell’ultimo giro, distanziando il russo che mantiene la seconda piazza e chiude con 38” di ritardo. Jouve, con tanto di surplace, porta come lo scorso anno a PyeongChang la Francia sul terzo gradino del podio, battendo la Finlandia, poi in sequenza Svezia, Germania, Kazakhistan, Svizzera, Usa e Italia a quasi 5′: un abisso!

 

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