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Ciclismo, mamma Tonina: “Marco Pantani è stato ammazzato, combatterò fino alla fine. Innocente al Giro d’Italia 1999”

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Oggi corre il quindicesimo anniversario della morte di Marco Pantani, il corpo dell’amato ciclista venne trovato senza vita nel residence Le Rose di Rimini ma fin dal tragico 14 febbraio 2004 tanti aspetti di quel decesso non sono parsi limpidi e mamma Tonina combatte per arrivare alla verità. Il Pirata rimane nel cuore di tutti gli appassionati di ciclismo e non solo, una vera e propria icona dello sport italiano che non viene mai dimenticata e che ha fatto innamorare dei pedali anche chi non seguiva abitualmente questa disciplina.

La madre del Pirata ha rilasciato un’intervista a Tuttosport, spiegando anche come trascorrerà questa triste giornata: “Ci ritroveremo alla chiesa di San Giacomo a Cesenatico per la Messa. E poi staremo insieme per ricordarlo tra amici, trascorrendo la serata in maniera semplice, in pizzeria“. Anche chi non ha visto pedalare Marco dal vivo è riuscito ad amare la figura di questo epocale scalatore, l’ultimo a realizzare la doppietta Giro-Tour nello stesso anno: “Si avvicinano attraverso i filmati d’epoca, le fotografie, i libri, gli spettacoli teatrali. E molti mi dicono che per loro è un’ispirazione. Non solo dal punto di vista ciclistico, Marco è una sorta di riferimento nella loro vita. Quest’anno ci sarà un intero weekend dedicato a Marco, perché il 21 settembre i professionisti gareggeranno al Memorial Pantani, mentre il giorno dopo in strada ci saranno gli amatori per la Gran Fondo, per la quale mi aiuta Alessandro Vanotti. Sono tanti impegni, ma io non mi tiro mai indietro: questo weekend, ad esempio, sarò a Casalgrande in provincia di Reggio Emilia dove dedicheranno una strada Marco. E il giorno dopo sarò allo stadio del Cesena“.

Mamma Tonina si sofferma anche sulle tante battaglie legali fatte per cercare di arrivare alla verità sulla scomparsa del figlio: “Seguo con interesse tutte le inchieste, compresa l’ultima portata avanti dalle Iene anche se spero poco in eventuali sviluppi giudiziari a Rimini. Io continuo per la mia strada, sostenendo quello che ho sempre detto, sin dall’inizio: Marco è stato ammazzato. Fino al mio ultimo giorno di vita io andrò avanti, è una scelta difficile che ho pagato personalmente anche a livello familiare visto che la decisione di continuare a cercare chi ha davvero ucciso Marco mi ha allontanato da mia figlia Manola“.

C’è spazio anche per tornare sui fatti di Madonna di Campiglio, quando il Pirata lanciato verso la maglia rosa venne fermato per ematocrito alto: fu l’inizio della fine. Tonina ricorda bene quanto successo al Giro d’Italia 1999: “Lo trattarono come il peggiore dei dopati, ma era innocente e ora quasi tutti ne sono convinti“. E cosa si aspetta dai prossimi anniversari?: “Desidero una sola cosa: vorrei che Marco non venisse mai dimenticato“.

 

Foto: Lapresse

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