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Biathlon

‘Italia, come stai?’: Vittozzi, Wierer e Lollobrigida fanno sognare. Short track da seconda fascia in Europa

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Un fine settimana di sport invernali tra conferme, criticità latenti e nuove speranze per l’Italia. A farla da padrone, ancora una volta, è stato il biathlon. Lisa Vittozzi si è finalmente sbloccata con due vittorie consecutive che hanno consacrato un talento cristallino ed annunciato. Le qualità al poligono della sappadina sono fuori discussione, sta sparando in questa stagione con un ottimo 91%. Le azzurre in lizza per la Coppa del Mondo sono due, perché al comando della classifica resta una Dorothea Wierer che, pur non al top della condizione dopo un richiamo di preparazione effettuato durante la sosta natalizia, ha saputo difendersi con orgoglio e carattere, agguantando un quinto posto pesantissimo nell’inseguimento di Oberhof.

Nessuna delle due azzurre si era mai trovata in corsa per un traguardo così importante. Wierer giunse terza nella classifica generale nel 2016, senza però lottare mai davvero per il primato. Lo scenario della stagione in corso offre un’opportunità ghiotta, anche se non irripetibile, considerando la giovane età delle azzurre (soprattutto di Lisa Vittozzi). Le nostre portacolori hanno certamente compiuto un ulteriore salto di qualità rispetto al passato recente, ma è innegabile come la concorrenza sia molto meno agguerrita. Hanno dato addio al biathlon fuoriclasse del calibro della bielorussa Domracheva e della ceca Koukalova, la tedesca Dahlmeier sta vivendo una stagione a mezzo servizio, la finlandese Makarainen, detentrice della sfera di cristallo, sta litigando con il poligono, mentre la veterana slovacca Kuzmina potrebbe decidere di saltare la trasferta americana per concentrarsi sui Mondiali (che in questo sport, lo ricordiamo, assegnano anche punti per la Coppa del Mondo in ogni gara). L’insidia principale per le italiane potrebbe derivare dalla francese Anais Chevalier, dotata di una spiccata personalità e temibile per un passo sugli sci di grande livello. Sinora la transalpina paga una precisione inferiore rispetto alle azzurre con la carabina (87%).

Pur se poco celebrato dai media nazionali, il bronzo all-round conquistato da Francesca Lollobrigida agli Europei di speed skating a Collalbo è un risultato storico e sensazionale: mai nessuna italiana era riuscita nell’impresa in passato. La romana, inoltre, ha battagliato ad armi pari con il gotha continentale (che poi, di fatto, è sostanzialmente anche il meglio a livello mondiale), confermando che il quinto posto iridato del 2018 non era stato un caso, bensì l’inizio di un percorso verso la completa polivalenza. Ora Francesca è una campionessa a tutto tondo: la mass start resta chiaramente il format di riferimento e dove può ottenere i risultati migliori, tuttavia è ormai assolutamente competitiva in tutte le distanze tradizionali, peraltro con prospettive molto interessanti in particolare nei 1500 metri. In una disciplina in cui si matura piuttosto tardi, la 27enne di Frascati potrà sempre più consacrarsi come una delle principali stelle italiane degli sport invernali. Per quanto riguarda invece il settore maschile, il sesto posto di Andrea Giovannini nell’all-round rispecchia un atleta di buon valore che tuttavia da ormai un lustro non riesce ad evadere dal limbo in cui naviga. In sostanza, i migliori restano lontani nelle lunghe distanze ed il trentino sembra potersi giocare concretamente il podio solo nella mass start, dove al contrario è cresciuto a dismisura sia nell’interpretazione tattica sia nell’approccio agli sprint conclusivi.

Quello di Federico Pellegrino nello sci di fondo è stato il classico fine settimana in cui non ne va bene una: tra squalifiche e cadute, il valdostano è tornato a casa con tanta rabbia da Dresda e c’è da scommetterci che saprà trarre motivazioni ancora maggiori in vista dei Mondiali. Va detto che non si intravedono in Italia altri sprinter in grado di raccogliere l’eredità del campione del mondo ed il campanello d’allarme è già suonato per il dopo Pechino 2022.

Il Bel Paese si conferma poi in grande difficoltà nelle discipline tecniche maschili dello sci alpino. Sia in gigante sia in slalom il podio resta un miraggio in questa fase storica: ai Mondiali gli unici in grado di giocarsi una medaglia saranno Dominik Paris e Christof Innerhofer in discesa e superG. La nota positiva è che finalmente si sta affacciando qualche giovane su cui lavorare. Simon Maurberger sta trovando la sua dimensione: si tratta di un classe 1995 dotato di grande potenza fisica, che sinora aveva faticato mentalmente a compiere il salto dalla Coppa Europa al circuito maggiore. Peraltro l’altoatesino ha dimostrato di saperci fare sia in gigante sia in slalom, dote non così diffusa in un’epoca dove la specializzazione predomina. Alex Vinatzer resta invece la grande speranza tra i rapid gates e dà la sensazione di poter approdare tra i primi 30 della ranking list in tempi brevi. E’ chiaro che serviranno pazienza e lavoro per provare la difficile scalata al vertice mondiale dove è in atto un ricambio generazionale alle spalle dell’imperatore Marcel Hirscher.

Agli Europei di short track sono maturati un secondo posto di Martina Valcepina nei 500 metri ed un primo di Yuri Confortola nella Super Final dei 3000. Risultati che non devono illudere né nascondere una incontrovertibile verità: senza Arianna Fontana, l’Italia è ormai una nazione di seconda fascia nel Vecchio Continente (e di terza al mondo). In campo maschile non abbiamo atleti in grado di ambire alle medaglie nelle distanze tradizionali ai Mondiali ed alle Olimpiadi, tra le donne la sola a poterci provare è Martina Valcepina nei 500, anche se la valtellinese, a prescindere dalla piazza d’onore della rassegna continentale, sembra involuta rispetto alla passata stagione ed il suo gap più ampio dalle sprinter pure. Al femminile la situazione appare leggermente migliore perché ragazze giovani come Arianna Sighel e Nicole Botter Gomez hanno palesato un buon potenziale e potranno crescere in un futuro a medio-lungo termine. Tra gli uomini, purtroppo, il vuoto è quasi totale a livello giovanile e non è un caso che il migliore (per distacco) resti il quasi 33enne Confortola: davvero un pessimo segnale. Arianna Fontana non ha ancora comunicato se rientrerà in gara già in questa stagione per i Mondiali o se si concentrerà direttamente sulla prossima. Con la campionessa olimpica il problema dei risultati sarebbe risolto nell’immediato, ma non cancellerebbe le ombre di un movimento in costante ed inesorabile regresso da ormai un decennio.

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Foto: Shutterstock.com

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