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Calcio femminile, Serie A 2018-2019: Cristiana Girelli più forte degli insulti dei tifosi. Accettabile un contesto del genere?

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L’ottava giornata del campionato di calcio femminile di Serie A 2018-2019 è andata in archivio. C’era attesa per il big match domenicale tra Fiorentina e Juventus, due delle compagini meglio attrezzate per centrare il bersaglio grosso ed aggiudicarsi lo Scudetto. Godendo anche della vetrina televisiva, le campionesse d’Italia hanno vendicato la sconfitta contro le viola in Supercoppa Italiana, aggiudicandosi il confronto 2-0 grazie alle marcature di Cristiana Girelli e di Barbara Bonansea. Tre punti importanti che proiettano le bianconere a 1 punto dal Milan capolista.

Tuttavia, il mach del “Gino Bozzi” non è stato solo agonismo ma anche inciviltà. Gli insulti nei confronti della Girelli hanno infatti costellato i 90′ e si sono riverberati anche quando la giocatrice è stata intervistata a caldo. Una brutta figura per i supporters gigliati ed una spiacevole abitudine ereditata dal calcio maschile. Non se ne sentiva davvero il bisogno di questo travaso di volgarità. Se ne sta parlando nelle ultime settimane sulla necessità di interrompere le partite, quando appunto i principali attori o, in questo caso, attrici sono oggetto di frasi spiacevoli, per usare un eufemismo.

E’ accettabile tutto questo? Fa parte del gioco? Secondo buona parte degli appassionati del “Pallone” la risposta è affermativa però limitarsi a supportare la propria squadra senza necessariamente sfogare i propri istinti è così complicato? Non si vuole di certo trasformare lo stadio in un teatro. Il calore e la partecipazione emotiva descrivono un contesto unico. I fischi di insoddisfazione debbono esserci ma insulti o cori beceri a che pro? Semplice sfottò?

Dissociarsi da questo atteggiamento è doveroso. Lo ha fatto il massimo dirigente della Fiorentina Women’s FC Sandro Mencucci ma evidentemente non basta. In giornate in cui parliamo di violenza nei confronti delle donne, fa specie che una di esse sia stata vittima di una violenza verbale. E’ bene precisarlo: non si vuol di certo affermare che il rispetto lo si debba a questa coincidenza. Vero è che la rivalità tra due squadre non può giustificare certe derive e ognuno, nel proprio piccolo, ha la possibilità di cambiare le cose.

 

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Lisa Guglielmi / livephotosport

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