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Basket, Danilo Gallinari: “Quando l’Italia chiama, io rispondo presente. Ora sarò leader con i Clippers”

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Quando ero piccolo sognavo di giocare in Nazionale, non nella NBA. Indossare quella maglia e vincere qualcosa è uno dei miei più grandi desideri. Sono ancora giovane e conto di avere molti anni in azzurro. Quando l’Italia chiama io rispondo presente. Se non ci sono stato è per via degli infortuni. Solo in questa circostanza c’è stata una ragione diversa. Non ho nulla da nascondere“. Parole di Danilo Gallinari rilasciate in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, il cestista è tornato sulla sua mancata presenza con l’Italia durante le recenti qualificazioni ai Mondiali 2019 e ha voluto precisare ulteriormente il proprio legame con la casacca azzurra dopo le tante polemiche dell’ultimo periodo: “Sono tornato apposta a Los Angeles per parlare con i Clippers perché volevo esserci a settembre, ma la società ha preferito che non rispondessi alla convocazione. Quando sei il giocatore più pagato e importante e il tuo club ti esprime questo desiderio, non è facile contrariarlo. Ho seguito quelle scelte“.

L’ala dei Clippers si sofferma anche sul suo stato di forma: “Ora sto bene. L’anno scorso certe situazioni sono sfuggite al mio controllo. Il recupero dello strappo al gluteo è stato gestito male, con un rientro troppo frettoloso. Il problema alla mano è stato fortuito. Durante l’estate ho lavorato come un matto in palestra: pochissimi giorni off. Sono tornato a Los Angeles ad agosto, prima del solito. Perché volevo farmi trovare pronto per l’inizio di questa stagione“.

Il 30enne ha seguito delle strade non convenzionali: “Ho fatto yoga, pilates e anche le arti marziali miste che pratico da quando ero a Denver. Con il trainer faccio lo stesso tipo di allenamento di quei combattenti straordinari: sia lo striking, cioè boxe e calci, che le prese a terra. Mi aiuta tantissimo a livello fisico. Soprattutto la parte a terra ti dà equilibrio e forza: ti fa muovere muscoli che nella pallacanestro non usi“.

Gallinari sarà chiamato a rivestire un ruolo di leader:Sarà lo stesso ruolo importante che ho già avuto anche a Denver. Giocherò più spesso da ala forte che da tre, Tobias Harris occupa una posizione simile alla mia, per cui ci possiamo scambiare i compiti. Non ci sono troppe differenze. Si tratta di occupare spazi diversi, fare qualche blocco in più e marcare altri giocatori. In alcune rare occasioni in attacco potrò fare il centro“.

 





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Foto: Daniela Parra Saiani / Shutterstock.com

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