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Calcio: sabato le convocazioni dell’Italia di Roberto Mancini. L’esterofilia regna sovrana e il rilancio del movimento procede a rilento

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Dopo le tre amichevoli di maggio e giugno nelle quali la Nazionale italiana di calcio di Roberto Mancini ha ottenuto un successo contro l’Arabia Saudita (2-1), una sconfitta contro la Francia (3-1) ed un pareggio contro l’Olanda (1-1), la compagine tricolore torna su questi schermi per una competizione ufficiale, la neonata UEFA Nations League, che vedrà gli Azzurri affrontare la Polonia (Bologna, Stadio “Dall’Ara” – venerdì 7 settembre, ore 20.45) e il Portogallo Campione d’Europa in carica (Lisbona, “Estádio do Sport Lisboa e Benfica” – lunedì 10 settembre, ore 20.45).

Sabato Mancini renderà nota la lista dei convocati ma, al di là di quelli che ci saranno o non ci saranno, tiene banco la difficoltà di assemblare un roster competitivo. E’ passato quasi un anno da quella sera di San Siro quando il calcio italiano, sportivamente parlando, è morto. La mancata qualificazione ai Mondiali 2018, evento che non accadeva da 60 anni, avrebbe dovuto portare ad un’attenta riflessione dell’asset calcistico.

Nulla di tutto questo è avvenuto e se è vero che a livello giovanile i riscontri delle nostre Under sono confortanti, vedi il secondo posto negli Europei Under19 e la qualificazione alla rassegna iridata Under20, in Serie A gli italiani che giocano nelle grandi squadre sono sempre molto pochi. Esultare quasi alla presenza di Federico Bernardeschi dal 1′ nella Juventus è un po’ il termometro della situazione quando, qualche anno fa, la Vecchia Signora era il serbatoio principale del Bel Paese da cui attingere.

Allo stato attuale delle cose, la situazione è assai variegata e prospetti interessanti, come Federico Chiesa, guarderanno l’Europa che conta in televisione. Aspetti critici che si legano ad un’esterofilia di economia e mentalità. Il giocatore italiano ha una valutazione, a volte, esagerata sul mercato ed è chiaro che a parità di potenzialità le società investano su chi possa garantire le medesime prestazioni al minor costo. Di qui i casi di alcuni club nostrani diventati famosi per l’attività di scouting, solo però guardando ad altri contesti.

Problematiche trite e ritrite che portano a guardare con una certa nostalgia le azioni di Roberto Baggio, Alessandro Del Piero e Francesco Totti dei quali non vi sono gli eredi. Mancanza di talenti o disinteresse delle società nella valorizzazione dei vivai? Forse entrambe le cose. Ci si può rallegrare del grande lavoro fatto dall’Atalanta, forse l’unica, che fa un certo tipo di discorso. La logica dell’instant team è quella che va in voga, in antitesi con un logica di programmazione necessaria. Il rilancio del movimento procede lentamente.

 





Foto: lev radin / Shutterstock.com

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