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Scherma, Mondiali 2018: quando conta l’Italia c’è e vince sempre

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Ci sono alcune certezze nello sport italiano e senza dubbio una di queste è la scherma. Ancora una volta nell’appuntamento più importante della stagione gli azzurri con fioretto, sciabola e spada in mano non deludono e si confermano la miglior nazione al mondo. Un altro medagliere vinto proprio come a Lipsia lo scorso anno, i quattro ori confermati e la sensazione che le medaglie potevano anche essere tranquillamente più delle sette conquistate complessivamente.

E’ stato il Mondiale del fioretto, che si conferma l’arma principe della scherma azzurra. Tre dei quattro ori arrivano proprio da fiorettisti e fiorettiste. Una rassegna iridata che Alessio Foconi non dimenticherà mai visto che è riuscito in una fantastica doppietta tra individuale e prova a squadre. Il fiorettista ternano ha conquistato la sua prima medaglia importante della carriera, salendo sul gradino più alto del podio e completando una stagione magica con anche la vittoria della Coppa del Mondo.

Poi c’è la conferma della squadra di fioretto maschile, che quando conta non sbaglia davvero mai. Terzo titolo mondiale consecutivo, superando ancora una volta i fortissimi Stati Uniti, che si erano presentati in Cina con la convinzione di dominare come nel resto della stagione in Coppa del Mondo (cinque vittorie in altrettante gare). E’ anche l’oro che cancella la delusione di Daniele Garozzo e Giorgio Avola per quella medaglia sfumata per un nulla nella prova individuale (alcuni dei rimpianti citati sopra), soprattutto per il campione olimpico che ha perso 15-14 il suo assalto nei quarti con il coreano Heo Jun.

Il terzo oro del fioretto è quello di Alice Volpi. La consacrazione definitiva della toscana è arrivata proprio sulle pedane cinesi con una prova individuale semplicemente straordinaria. Dal Mondiale dello scorso anno la senese non è mai scesa dal podio nei grandi appuntamenti e ha chiuso anche la stagione alla posizione numero due del ranking dietro solo alla fortissima Inna Deriglazova. In questo momento è lei la fiorettista italiana più forte e senza dubbio una delle migliori carte che l’Italia si giocherà a Tokyo 2020.

Un Mondiale delle prime volte, perchè, prima di Foconi e Volpi, ad aprire il medagliere azzurro ci aveva pensato un’eccezionale Mara Navarria. Primo oro della carriera a 33 anni, in una stagione da sogno per la friulana, diventata anche numero uno del mondo e con la Coppa vinta. Finalmente dopo tanti anni di sacrifici, Mara è riuscita a centrare il suo obiettivo, ma non ha assolutamente voglia di fermarsi e le Olimpiadi in Giappone sono il prossimo traguardo.

Tra i rimpianti c’è il mancato oro del Dream Team, che si è fatto sorprendere dagli Stati Uniti in una finale che sembrava essere alla portata delle nostre fiorettiste, che comunque possono festeggiare l’argento. Anche il quarto posto delle sciabolatrici (il secondo consecutivo dopo quello degli Europei) lascia tanto amaro in bocca, soprattutto per quell’ultima stoccata fatale in semifinale contro la Russia.

C’è anche l’argento della sciabola maschile e di un quartetto sempre al vertice. Luca Curatoli uscirà da questo Mondiale con la consapevolezza di essere il nuovo leader di questo gruppo e di poter davvero ottenere risultati importanti a livello individuale già dalla prossima stagione.

Insomma è stato un altro Mondiale di grandi emozioni, di vecchie certezze e nuove scoperte. L’Italia ancora una volta ha dimostrato di esserci quando conta e che l’ultimo Europeo è stato solo un leggero scivolone. La scherma è sempre e solo azzurra.

 





 

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Foto: Federscherma Bizzi/Trifiletti

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