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MotoGP, GP Americhe 2018: si torna in pista dopo i fatti di Termas de Rio Hondo, sarà corrida anche ad Austin?

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Il Mondiale MotoGP si trasferisce dall’Argentina fino al Texas, più precisamente nella sua capitale, Austin, per il Gran Premio delle Americhe 2018. Questa corsa in territorio americano, ormai, è entrata a pieno diritto nel calendario del Motomondiale essendo giunta alla sesta edizione. Le prime cinque disputate hanno visto un solo comune denominatore: Marc Marquez. Il pilota spagnolo, infatti, ha fatto bottino pieno, vincendo tutte le gare disputate, spesso dominandole in lungo ed in largo, sin dalle qualifiche. Un ruolino di marcia notevole per il portacolori della Honda che, evidentemente, sul COTA – Circuit of the Americas, si trova particolarmente a proprio agio, sia per il layout della pista texana, sia per la moto che risulta ideale per la conformazione del tracciato ideato da Hermann Tilke.

Come sempre, dunque, il campione del mondo in carica è il grande favorito per la gara di domenica. Sarà lui a decidere se il suo filotto di successi raggiungerà quota sei o se lascerà spazio a qualche rivale in caso di errore. Per il resto, e vista la tradizione, sembra davvero complicato che Marquez ceda il passo su una delle sue piste preferite. Un circuito che unisce un mix perfetto. Sui 5513 metri di Austin, infatti, troviamo tratti veloci (con diversi rettilinei importanti, uno di 1200 metri) tante curve di svariata conformazione e raggio (dallo splendido tornantino in salita di curva1, alla bellissima serie di curva 3-4-5 e 6 in successione nella quale non si può sbagliare la traiettoria nemmeno di un millimetro, fino al settore finale con le curve ad angolo retto 12-13-14 e 15, nelle quali i sorpassi sono all’ordine del giorno) e ripartenze davvero notevoli. Tanti aspetti importanti, non c’è dubbio, ma che arrivano ampiamente in secondo piano rispetto al clima che troveremo in questo fine settimana. No, non stiamo parlando del meteo (che al momento prevede sole per prove libere del venerdì e gara, ma rischio pioggia per le qualifiche), ma di come i piloti vivranno questo Gran Premo dopo gli incresciosi fatti di Termas de Rio Hondo.

C’è poco da girarci attorno. Tutta l’attenzione di protagonisti ed addetti ai lavori sarà monopolizzata dall’elettricità che si vivrà, sia tra Valentino Rossi e lo stesso Marc Marquez che, più in generale, tra tutto il gruppo. La “Corrida” alla quale abbiamo assistito nel GP di Argentina rimarrà una macchia nella storia della MotoGP, con contatti ai limiti (spesso oltre) della legalità, sorpassi durissimi e cattivi (per usare un largo giro di parole) e, soprattutto, la sensazione che alcuni piloti abbiano portato l’asticella dello scontro a livelli di guardia e, secondariamente, che si sia spezzato quel clima da “gentiluomini” che caratterizzava la classe regina da diverso tempo. Le prime avvisaglie si erano già viste nella passata annata, in diverse occasioni, specialmente nel GP di Australia, con tanti sorpassi rischiosi che fecero “drizzare le antenne” in pista a qualche senatore.

I fatti di Termas de Rio Hondo, quindi, sono andati nuovamente a scoperchiare un pentolone che stava bollendo sotto traccia. I rapporti tra i piloti si stanno incrinando (quelli tra Rossi e Marquez sono irreparabili già dal 2015, figuriamoci) e il rischio che la situazione degeneri è lì dietro l’angolo. L’aspetto più grave è che la Dorna non si stia mettendo in mezzo nella giusta maniera. Dal direttore Carmelo Ezpeleta in giù, infatti, non stanno prendendo in mano questo aspetto nella giusta maniera. Come non fecero nulla per evitare il tremendo finale di stagione 2015, anche oggi stanno rimanendo troppo laterali ad un clima quanto mai irrespirabile. La speranza di tutti è che i piloti non cerchino vendette in pista (ricordiamoci anche Dani Pedrosa appena uscito dall’ospedale dopo essere stato buttato fuori pista da Johann Zarco) perchè il rischio di farsi male sul serio è elevato, specie in un circuito come il COTA, con tratti ben oltre i 300kmh.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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