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Motocross, più giovane e velocissimo: Jeffrey Herlings fa davvero paura. Ma Antonio Cairoli ha classe ed esperienza per arginarlo…

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Antonio Cairoli contro Jeffrey Herlings. È questo il canovaccio del Mondiale MXGP 2018, proprio come lo è stato nella scorsa stagione. I due piloti della KTM non hanno lasciato il minimo spazio agli altri rivali, che da parte loro hanno fatto poco o nulla per guadagnarselo. Dopo tre GP la classifica parla chiaro: Cairoli ed Herlings sono appaiati in testa a pari punti.

Una notizia confortante per Tony perché l’olandese fa davvero paura. Dopo aver dominato la MX2 con tre titoli in cinque anni – facendo meglio del rivale italiano al quale solo un infortunio al ginocchio negò la gioia del terzo Mondiale nel 2008 -, Herlings è approdato nella classe regina pronto a prendersi lo scettro. Il 2017 è stato un anno di apprendistato, concluso comunque con un secondo posto tutt’altro che da buttare. L’obiettivo del 2018, dichiarato e ampiamente alla portata, è scalare quel gradino che ancora lo separa dal top.

Le premesse ci sono tutte e nelle prime tre prove sono state confermate. La KTM gli assicura la velocità giusta e il resto lo fa la “faccia tosta” dei suoi 23 anni: non ha il minimo timore reverenziale nei confronti del più decorato Cairoli. Sfacciataggine evidenziata alla perfezione dal sorpasso con cui Jeffrey si è preso la vittoria nella seconda manche del GP d’Europa a Valkenswaard, sverniciando letteralmente la tabella numero 222.

Ma nove titoli mondiale non si vincono per caso. Cairoli è un osso duro e, anzi, battagliare con un giovanotto terribile come Herlings lo stimola e lo porta a tirare fuori il meglio di sé. Non è un caso che nell’ultimo round di Vilafamés, abbia vinto proprio Tony. Era solo il terzo GP ma era già un momento critico, perché il siciliano si presentava in Spagna secondo nel Mondiale dopo aver “pareggiato” in Argentina e aver visto vincere Herlings in Olanda. Il tracciato della Comunità Valenciana, poi, era sulla carta favorevole proprio all’olandese, che lì ha svolto la maggior parte degli allenamenti invernali.

E invece ha vinto Cairoli, che ha dimostrato di sapersi anche allontanare dal suo classico copione, che nei primi due appuntamenti non aveva funzionato granché bene. Se a Neuquen e Valkenswaard Tony era scattato subito in testa salvo farsi riprendere alla fine, stavolta, complice una posizione di partenza non ideale (almeno in gara-1), TC ha saputo attendere il momento giusto per prendere la testa della corsa e non mollarla più fino al traguardo finale. Una vittoria di talento, ovviamente, ma anche di esperienza, dall’alto dei suoi 32 anni. Una vittoria di chi sa che quest’anno dovrà sudare per avere la meglio rispetto a un rivale giovane, sfrontato e velocissimo. Ma la ricompensa finale, ovvero il decimo titolo, vale certamente tutta questa fatica.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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