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Snowboard, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: nel PGS maschile vince l’elvetico Nevin Galmarini. Edwin Coratti e Roland Fischnaller fuori ai quarti

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Cala il sipario sullo snowboard alpino alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018: nel PGS maschile l’elvetico Nevin Galmarini vince il titolo olimpico, battendo nella big final l’idolo di casa, il sudcoreano Lee Sangho. Medaglia di bronzo per lo sloveno Zan Kosir, che nella small final ha avuto ragione del transalpino Sylvain Dufour. I nostri Roland Fischnaller ed Edwin Coratti, che avevano superato l’elimination run, sono usciti entrambi ai quarti, classificandosi rispettivamente in settima ed ottava posizione.

Sin dalle prime battute appare evidente il vantaggio della pista rossa, che difatti viene preferita sempre dagli atleti con diritto di scelta, ovvero quelli meglio piazzati al termine delle qualifiche: l’unico ad imporsi negli ottavi di finale scendendo su pista blu è proprio il nostro Edwin Coratti, che elimina l’austriaco Alexander Payer, mentre Roland Fischnaller supera il campione olimpico uscente, l’atleta olimpico dalla Russia (ma di origini americane) Vic Wild. Nei quarti di finale, su pista blu, entrambi gli italiani sfiorano l’impresa: Coratti perde per 19 centesimi dal francese Dufour, mentre Fischnaller fa tremare Galmarini, cedendo per soli 0″06. La legge della pista rossa non viene smentita nei quarti, mentre in semifinale il colpaccio lo firma il sudcoreano Lee, che su pista blu elimina, per 0″01, lo sloveno Kosir. L’elvetico Nevin Galmarini, leader incontrastato in classifica di Coppa del Mondo di specialità, scampato il pericolo ai quarti, vince con ampio margine i turni successivi e si prende oro e titolo olimpico.

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Foto: Profilo Facebook Roland Fischnaller

roberto.santangelo@oasport.it

6 Commenti

1 Commento

  1. ste86

    24 Febbraio 2018 at 08:53

    Fischnaller (e forse anche Coratti, l’unico di tutto il gruppo, insieme a Fisch, ad essere competitivo anche sulla pista blu) era superiore a Galmarini che è si un buonissimo atleta in gigante, ma il confronto con Vaultier non regge.
    Analizzando i tempi ottenuti nella fase di qualificazione nelle due piste, si può dedurre che ci fossero circa 4 decimi di differenza a favore della rossa, un’enormità: veramente un peccato che un titolo olimpico venga deciso dalla fortuna.
    Assurdo anche che non si sia deciso di disputare la gara su due manche, quando fino a poche stagioni fa tutte le gare di coppa del mondo si correvano su due manche.

    • Andry84

      24 Febbraio 2018 at 09:16

      Non paragono Vaultier a Galmarini, dico semplicemente che in 2 gare di altissimo livello loro 2 erano i favoriti per la medaglia d’ oro, anche se probabilmente Vaultier sulla carta aveva un po’ più di margine sul resto della compagnia (Visintin escluso).Resta il fatto che le medaglie olimpiche devono essere assegnate su 2 run, altrimenti tanto vale tornare al gigante su 2 discese con somma dei tempi.
      Anche nelle qualificazioni quelli che sono scesi per ultimi sulla pista blu, e ho l’ impressione che fossero March e Fischnaller, sono stati svantaggiati, in quanto hanno trovato la pista più lenta e più rovinata.Fatta così, nonostante 3 dei primi 4 erano fra i tantissimi pretendenti al podio della vigilia, è una gara che non rispecchia i veri valori in campo nella giornata di gara.

      • ste86

        24 Febbraio 2018 at 09:25

        Sì intendevo dire che Galmarini era uno dei tanti che potevano vincere (azzecca sempre l’anno olimpico, perr il resto non ha risultati eclatanti) mentre Vaultier. è un a leggenda del suo sport.
        D’accordissimo sul resto del tuo discorso: non si può affidare l’assegnazione di un titolo olimpico, per il quale gli atleti si preparano per quattro anni, al caso. Si dirà che la scelta della manche secca serva a spettacolarizzare la competizione, ma dico che spettacolo sie è visto stanotte considerato che la suspense per l’esito delle sfide era praticamente assente?

  2. ale sandro

    24 Febbraio 2018 at 08:44

    Bella prova degli azzurri, anche se non è arrivata la medaglia.
    In ogni caso continuo a preferire due manche per ogni turno, invece della manche secca. Secondo me sarebbe un bene sia per lo spettacolo che per la regolarità della gara stessa.

  3. Andry84

    24 Febbraio 2018 at 08:30

    Gara decisa dalle qualificazioni, praticamente impossibile vincere sulla pista blu, ci sono riusciti solo Coratti negli ottavi e il coreano in semifinale sfruttando un errore di Kosir nel piano finale.Peccato perché oggi Fisch era da medaglia, forse anche da oro.Pienamente promossi Fisch e Coratti, rammarico invece per March per aver buttato via la qualificazione.
    Teniamo conto che comunque questa è una gara come competitività molto simile al cross maschile nei quali dietro ad un grande favorito ce ne sono almeno una quindicina che possono andare a podio; in queste gare l’ impressione che ho avuto è che i più vicini a Vaultier e Galmarini fossero Visintin e Fischnaller che purtroppo tornano a casa a mani vuote.

    • ste86

      24 Febbraio 2018 at 08:57

      Tra l’altro il fotofinish tra il coreano e Kosir mostra che lo sloveno era avanti, abbastanza perplesso.

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