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Sci freestyle, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: Italia, piccola comparsa. Bisogna investire negli sport giovani!

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Lo sci freestyle assegna ben dieci titoli alle Olimpiadi Invernali eppure l’Italia sembra non voler prendere in considerazione questo sport: non vengono effettuati degli investimenti, snobbiamo in toto delle discipline (senza apparente ragione), trascuriamo un settore in cui molti Paesi fanno incetta di medaglie. Probabilmente quello che molti ribattezzano sci acrobatico è molto lontano dalla nostra cultura ma bisognerebbe stilare un progetto di ampio respiro e ben radicato sul territorio per cercare di essere competitivi: a PyeongChang eravamo totalmente assenti in slopestyle, halfpipe, aerials, moguls. Specialità totalmente abbandonate a se stesse e che non prendiamo minimamente in considerazione.

Le nostre uniche presenze erano nello ski cross: Stefan Thanei e Siegmar Klotz eliminati agli ottavi di finale, Debora Pixner uscita ai quarti, Lucrezia Fantelli non ha nemmeno preso il via. Davvero troppo poco. L’Italia deve rimanere al passo con gli altri Paesi, non può permettersi il lusso di non coprire certi settori, soprattutto se garantiscono così tante medaglie, le stesse in sostanza dello sci alpino (11 compreso il team event) e del biathlon (11). Si tratta di sport giovani e moderni, tanto amati dai teenagers: su di loro bisognerebbe investire per cercare di costruire un gruppo che possa crescere e che riesca a essere competitivo. Non è facile ma si tratta di un’operazione da svolgere per non avere rimpianti nel prossimo futuro.

 





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