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Sci di fondo, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: i favoriti e i pretendenti alle medaglie gara per gara. Possibili sorprese e speranze italiane

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Due settimane di gare, almeno quattro super campioni (Klaebo, Cologna, Bjoergen e Kalla) destinati a fare incetta di medaglie, qualche bella speranza per l’Italia esclusivamente al maschile: i Giochi Olimpici di PyeongChang per lo sci di fondo sono ormai alle porte ed è arrivato il momento di capire chi, gara per gara, può essere candidato al podio e quali possono essere le prospettive degli azzurri al via.

SKIATHLON DONNE. Si apre il programma femminile con una delle competizioni dall’esito più incerto, anche se ci sono due grandi favorite per il successo nell’ultima gara (a quanto pare) della storia in questo format da sempre molto discusso e mai digerito dai puristi. La battaglia per la vittoria potrebbe essere circoscritta alla svedese Charlotte Kalla, che ha lavorato tantissimo in tecnica classica e resta una delle più forti (se non la più forte) interpreti dello skating, vincitrice dell’unica gara della stagione disputata con questo format e alla norvegese campionessa olimpica in carica (da due edizioni) Marit Bjoergen, che da dicembre a oggi si è nascosta ma c’è da giurare che si farà trovare pronta all’appuntamento.
C’è altra carne al fuoco, soprattutto nel team norvegese dove la leader di Coppa del Mondo, la norvegese Heidi Weng e la sua rivale nella vittoria del Tour de Ski Ingvild Flugstad Oestberg potrebbero sicuramente dire la loro ma anche la statunitense Diggins, dovesse tenere alla distanza, o la finlandese Parmakoski possono essere protagoniste in una gara che non vede azzurre favorite. La sola Brocard, al momento, con la condizione di un mese fa, potrebbe inserirsi nella lotta per le prime quindici posizioni ma tenere il ritmo delle big a tecnica classica per evitare poi di restare soli all’inseguimento non sarà facile.

SKIATHON UOMINI. Trenta km di grande incertezza nella prima gara maschile. Due i favoriti d’obbligo ma il lotto dei pretendenti al podio è piuttosto ampio e di altissima qualità. Johannes Klaebo vorrà subito mettere in chiaro la sua aspirazione a cannibalizzare gli ori della edizione coreana delle Olimpiadi e la sua vittoria a dicembre sulle nevi di casa a Lillehammer nell’unica gara fin qui disputata con questo format dimostra la propensione del ragazzone norvegese per la 15+15. A far saltare il banco, però, ci proverà il campione olimpico in carico, lo svizzero Dario Cologna, reduce da quattro anni non semplici, con un sacco di problemi fisici ma che sembra aver ritrovato lo smalto dei giorni migliori (Tour de Ski docet) proprio al momento giusto. L’elvetico non punterà alla volata, dove partirebbe battuto, ma cercherà di sparigliare le carte prima e a quel punto chi ne avrà dovrà seguirlo. Tra quelli che non vogliono lasciarsi scappare l’occasione c’è anche Martin Johnsrud Sundby che con i Giochi Olimpici non ha mai avuto un feeling particolare. Il re di Coppa può dire la sua in questo format, così come il francese Maurice Manificat, se non spenderà troppe energie a cercare di restare agganciato ai primi in tecnica classica, il canadese Harvey, spesso protagonista su queste distanze e lo svedese Hellner, che in questa gara fu campione olimpico otto anni fa a Vancouver e che è apparso in crescita di forma nelle ultime uscite. Non si può scartare a priori il kazako Poltoranin, soprattutto se si presenterà con la stessa condizione di un mese fa, anche se la seconda parte a skating lo penalizza non poco. Occhio anche agli altri due norvegesi (Holund e Krueger?) e, magari,anche a un azzurro, Francesco De Fabiani che, se riuscisse ad unire la prova offerta in tecnica libera a Lillehammer e quella in tecnica classica (con terzo gradino del podio) a Oberstdorf nella 15 km mass start a skating potrebbe anche entrare in gioco per le medaglie: difficile ma non impossibile.

SPRINT TECNICA CLASSICA DONNE. Norvegia, Svezia, Usa: difficile uscire da questo tris di nazioni nella ricerca delle favorite per la sprint individuale. La favorita d’obbligo per questa gara è la svedese Stina Nilsson, vincitrice delle due prove fin qui disputate in coppa del Mondo e che da due anni a questa parte sta mettendo i bastoni fra le ruote con grande frequenza alle norvegesi che puntano tanto su Maiken Caspersen Falla, campionessa uscente e detentrice della coppa del Mondo di specialità ma quest’anno mai convincente fino in fondo e molto meno dominante, anche a tecnica libera, rispetto alla passata stagione.
Dovesse presentarsi in condizione stratosferica, anche Marit Bjoegren (qualora selezionata in una squadra che può mettere diverse atlete in finale) potrebbe dire la sua in una gara che disputa sempre meno ma che l’ha vista trionfare otto anni fa a Vancouver (sempre in tecnica classica), mentre restando in casa norvegese la sorpresa potrebbe essere costituita da Kathrine Harsem, quinta a Ruka e seconda a Planica quest’anno in questo format di gara. Occhio però alle statunitensi che quando vedono i Cinque Cerchi riescono sempre a dare qualcosa in più: in particolare Randall sembra avere il passo per giocarsela con le migliori ma anche Caldwell potrebbe dire la sua in chiave podio. Per l’Italia Vuerich, Brocard e Laurent proveranno ad entrare fra le migliori trenta e magari approdare in semifinale ma la tecnica non le aiuta.

SPRINT A TECNICA CLASSICA UOMINI. Ci proverà Federico Pellegrino a spezzare il dominio di Johannes Hopsfjot Klaebo. L’azzurro gioca “in trasferta” perché la sua tecnica preferita è quella libera ma ha lavorato tanto quest’anno per farsi trovare pronto anche sui binari e c’è da giurare che ci proverà. L’impressione, però, è che non sarà sfida a due come è capitato più volte a skating per la vittoria finale. Il “norwegian power” in questo format di gara è ben presente e gente come Golberg, Brandsdal e soprattutto Iversen (secondo a Planica nell’ultima prova di Coppa del Mondo) non accetterà passivamente il dominio del compagno/rivale Klaebo e un eventuale inserimento azzurro nella lotta per il podio. Occhio anche agli svedesi, Peterson su tutti, sempre pericolosi in questa gara, ai francesi Gros e soprattutto Chanavat, apparso in gran forma ma più pericoloso a tecnica classica, e al finlandese Hakola, che sembra essersi perso un po’ per strada dopo un ottimo avvio di stagione ma che è sempre fra i protagonisti. In questa gara potrebbe avere qualche chance si medaglia la Russia con Retivykh e, in subordine, Bolshunov, tra i pochi superstiti del taglio per la questione doping. Occhio alla variabile impazzita Cologna: se sta bene può succedere di tutto e lui su queste distanze ha anche vinto in passato.

10 KM A TECNICA LIBERA DONNE. La gara che manda in solluchero i puristi, l’unica con partenze a intervalli della kermesse olimpica, ha una sola grande favorita: Charlotte Kalla. Quando ha gareggiato quest’anno ha dimostrato di avere una marcia in più rispetto a tutte le rivali su questa distanza e con questa tecnica (anche se a Davos ebbe una giornata negativa e chiuse solo ottava a metà dicembre). Kalla vinse la 10 km a Vancouver (skating) e fu seconda alle spalle di Kowalczyk a Sochi (tecnica libera). Marit Bjoergen può dire la sua anche qui (come in tutte le gare): non è la sua distanza preferita ma può sopperire con tecnica e cuore alla poca dimestichezza con la 10 km.
Per la Norvegia, Weng, Oestberg e probabilmente Haga possono puntare al podio senza che sia considerata una grande sorpresa. Le due outsider potrebbero essere l’austriaca Stadlober, che sta trovando la stagione migliore della carriera e la finlandese Parmakoski. Per l’Italia Brocard può giocarsi una posizione fra le prime 15 o 20 e sarebbe già un grande risultato.

15 KM TECNICA LIBERA UOMINI. Klaebo ha annunciato che salterà questa gara che ha dunque un grande favorito: Dario Cologna. Ma sarà sicuramente una gara da seguire col fiato sospeso dall’inizio alla fine perché si gareggerà anche con un paio di sfide importanti e dispendiose alle spalle e dunque le sorprese potrebbero essere all’ordine del giorno.
Lo specialista della tecnica libera che più è piaciuto in stagione, esclusi i due mostri sacri (uno dei quali, a meno di sorprese dell’ultima ora, non sarà al via), è stato il francese Manificat, che si è aggiudicato la gara di Davos su questa distanza ma forse il vero rivale di Cologna potrebbe essere il re di Coppa Martin Johnsrud Sundby che su questa distanza negli ultimi tre anni ha spesso detto la sua e vuole rompere l’incantesimo a Cinque Cerchi (solo due bronzi individuali finora). Hellner, Harvey, Halfvarsson, Krueger e Iversen, in giornata di grazia, possono inserirsi nella lotta per il podio. Difficilmente potranno farlo gli azzurri: De Fabiani starà già pensando a staffetta e 50 km a tecnica classica, Pellegrino avrà nelle gambe la fatica della sprint e penserà anche lui alle due gare finali: la sprint a coppie e la staffetta. Potrebbe essere il giorno giusto per risparmiare qualche energia.

STAFFETTA 4×5 KM DONNE. Un arresto per schiamazzi notturni dopo le prime eventuali vittorie o un più estremo suicidio di massa potrebbe togliere alla Norvegia la medaglia d’oro nella staffetta 4×5 km. Weng, Oestberg, Bjoergen e probabilmente Falla sono oggettivamente imbattibili ma anche inavvicinabili. Ci può provare la Svezia ma serve un miracolo da parte di atlete che non sempre sono state all’altezza quest’anno e la forza di Nilsson su una distanza più lunga dei 2 km è tutta da testare, ci proveranno gli Usa, con Diggins, Caldwell, Randall e Bjornsen sicuramente da podio. Lotta in cui potrebbe inserirsi anche la Finlandia di Parmakoski e Niskanen (ma le altre due componenti non dovrebbero essere all’altezza). La Russia a oggi è un gradino più in basso, così come Germania, Svizzera e Francia. Per l’Italia si tratterà di limitare i danni e battere le nazioni che si possono battere che non sono moltissime. Sognare è oggettivamente impossibile.

STAFFETTA 4×10 KM UOMINI. Anche in questa gara la Norvegia parte con quasi tutti i favori del pronostico: Klaebo, Sundby, Iversen e uno a scelta fra Holund, Skar, Krueger o Toenseth (ma ce ne potrebbero essere un altro paio) vanno a comporre una specie di armata, che sarà difficile contenere. Qualcuno ci proverà a non farsi distanziare: Svezia, Russia e Finlandia su tutte, Svizzera, Canada e Usa potrebbero recitare il ruolo di outsider in chiave podio ma tra queste nazionali potrebbe inserirsi di diritto anche l’Italia, che ha in De Fabiani e Rastelli due buoni interpreti delle frazioni a tecnica classica e al momento deve fare i conti con le incognite della tecnica libera, in una sorta di clamorosa inversione di tendenza rispetto al passato. Noeckler su distanze superiori ai 5 km non ha convinto quest’anno, Salvadori è piaciuto solo a sprazzi, Pellegrino sarà nella frazione di chiusura ma la sua presenza ha senso solo se i primi tre riusciranno a condurlo alla pari magari con il gruppetto che si giocherà il terzo gradino del podio, altrimenti aspettarsi da lui clamorose rimonte è impossibile. Molto dipenderà dallo stato di forma dimostrato dalla squadra azzurra nei giorni prima ma sognare è lecito, partendo dal presupposto che se dovesse arrivare un sesto o un settimo posto non sarebbe affatto un disastro come in altre occasioni importanti.

STAFFETTA SPRINT A TECNICA LIBERA DONNE. Anche qui, come nella sprint individuale, sarà difficile uscire dal trio Norvegia-Svezia-Usa che sembrano avere già ipotecato i tre posti sul podio. Chi si accomoderà sul gradino più alto e sugli altri due è tutto da vedere. Siamo a fine manifestazione e dunque inciderà anche la stanchezza delle varie possibili protagoniste ma in casa svedese difficile prevedere una coppia diversa da Nilsson-Ingemarsdotter, che furono bronzo a Sochi, mentre la Norvegia, campione in carica, ha l’imbarazzo della scelta sulla atleta da affiancare a Falla, con uno “sprint” virtuale tra Oestberg (che vinse l’oro a Sochi), Weng e la stessa Bjoergen, buona per tutte le stagioni ma forse a questo punto proiettata più verso la 30 km a tecnica classica. La terza incomoda ma che ha tutte le carte in regola per vincere è la squadra statunitense che, con una coppia scelta fra Diggins, Caldwell e Randall può davvero far saltare il banco. La Finlandia di Niskanen e Parmakoski è una possibile outsider ma solo in caso di auto eliminazione di una delle squadre sopra citate. Questa è la gara dove l’Italdonne potrebbe prendersi la soddisfazione più grande dell’Olimpiade. Con Vuerich e Laurent, entrambe capaci di centrare la fase finale della sprint a tecnica libera di Seefeld dieci giorni fa, le azzurre sono da finale e, con una bella prova, anche da prime sei posizioni.

STAFFETTA SPRINT A TECNICA LIBERA UOMINI. Qui l’Italia si gioca l’oro. Pellegrino e Noeckler sono stati la squadra pressochè perfetta negli ultimi due anni (argento mondiale in carica in tecnica classica). In difesa l’altoatesino che sa correre sull’uomo, in attacco il valdostano, grandissimo finisseur e capace di trovare energie quando agli altri mancano. A Dresda, nell’unico precedente stagionale, gli azzurri hanno dominato ma Klaebo in quella occasione non era al meglio. La speranza è che a giocarsi l’oro siano proprio il gigante norvegese (che potrebbe essere affiancato da Sundby o Iversen) e Pellegrino, poi succeda quel che deve succedere. Alle spalle delle due squadre che si fanno preferire un lotto di nazionali che cercheranno di sparigliare le carte, magari con attacchi da lontano, tra cui la Francia di Chanavat e Gros, la Finlandia di Hakola, la Svezia di Halfvarsson e in subordine Canada e Germania.

30 KM TECNICA CLASSICA MASS START DONNE. Marit Bjoergen ha le carte in regola per staccare tutte e chiudere (?) trionfalmente la sua carriera olimpica. E’ la più forte su questa distanza anche se Kalla quest’anno ha dimostrato di essere all’altezza anche nella tecnica classica. La lotta potrebbe però non essere circoscritta a queste due atlete, con Weng e Oestberg che si possono inserire nella battaglia per il podio. Le outsider sono le solite: le altre norvegesi, Diggins, la statunitense con maggiore propensione alle lunghe distanze, le finlandesi Parmakoski e Niskanen, mentre ci proverà anche Kowalczyk a prendersi l’ultima soddisfazione ma la polacca non pare competitiva ad altissimi livelli ma, arrivando più fresca delle rivali a questo appuntamento potrebbe colmare almeno parte del gap. Non ci sono azzurre in grado di lottare con le più forti in questo format.

50 KM A TECNICA CLASSICA MASS START UOMINI. E’ la gara che chiude l’Olimpiade, l’equivalente della Maratona nelle manifestazioni estive a Cinque Cerchi. Johannes Klaebo vuole lasciare il suo sigillo in una Olimpiade che potrebbe vederlo come protagonista assoluto ma non avrà vita facile il gigante norvegese. Il pericolo maggiore arriva dal Kazakistan e porta il nome di Alexey Poltoranin, vero specialista della tecnica classica. Il kazako arriverà a questo appuntamento con meno chilometri nelle gambe rispetto agli avversari e farà gara dura. Chi gli resisterà avrà possibilità di salire sul podio. Sundby ha grande dimestichezza con la distanza ed è assolutamente da podio, mentre Cologna potrebbe far leva sulla condizione ma non su tecnica e distanza predilette. La Russia, dominatrice mendace a Sochi ha poche carte da giocarsi, mentre una carta da giocare ce l’ha l’Italia, con Francesco De Fabiani che predilige la tecnica classica, sa correre molto bene sull’uomo e, con una condizione smagliante, potrebbe anche dire la sua in un finale convulso. L’importante sarà non perdere contatto con i primi della classe. In un arrivo affollato la casacca azzurra potrebbe anche spuntare nelle prime posizioni e allora sarebbero guai per tutti.

 





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