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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: l’Italia ai piedi del podio nel Team Event. Ma la vera vittoria è lo spirito di squadra

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La squadra italiana di pattinaggio artistico ha concluso il Team Event delle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 in quarta posizione alle spalle di Canada, Atleti Olimpici della Russia e America. il piazzamento è lo stesso raggiunto a Sochi quattro anni fa. A differenza di quanto successo in Russia però, in questa occasione abbiamo visto un gioco e una tattica di squadra. Da vera squadra.

Possiamo già dirlo: Matteo Rizzo, a prescindere da come andrà la prova individuale, è stato indubbiamente la rivelazione di questa Olimpiade. L’atleta delle Fiamme Azzurre allenato da Franca Bianconi e Valter Rizzo ha eseguito in occasione della gara a squadre due programmi eleganti, puliti con elementi di grande qualità, sfoggiando sicurezza nei salti (soprattutto nei tripli axel) e crescendo esponenzialmente sul versante delle componenti del programma. Non giriamoci intorno. l’Italia ha finalmente trovato la sua stella in campo maschile; In prospettiva futura infatti Matteo Rizzo, una volta introdotti i salti quadrupli nel suo layout, potrà competere seriamente con gli atleti di vertice lottando per le posizioni più ambite.

Sul fronte delle coppie di artistico non possiamo certo non citare la grande performance con nuovo record italiano di 138.44 nel secondo segmento di gara realizzata da Valentina Marchei e Ondrej Hotarek. I due atleti azzurri hanno pattinato il programma della vita, eseguendo correttamente tutti gli elementi presentati: dai salti lanciati a quelli in parallelo, dai sollevamenti alle trottole. La coppia inoltre ha perfezionato il triplo twist, da sempre punto debole, chiamato livello tre dal pannello con GOE positivo. L’esplosione di felicità una volta finito il programma, la commozione di Valentina al centro della pista e il bellissimo abbraccio comune tra tutti i compagni di squadra attendendo il punteggio rimarranno, senza dubbio, tra le immagini più belle dell’intera Olimpiade. Nicole Della Monica e Matteo Guarise sono stati protagonisti di un primo segmento di gara difficile, in cui hanno gareggiato con atleti di vertice del calibro di Tarasova-Morozov, Savchenko-Massot, Duhamel-Radford e Morgan-Cipres. Nonostante l’errore nell’arrivo del triplo rittberger e il triplo twist chiamato livello 2, la coppia Campione Nazionale in carica ha ben figurato piazzandosi in settima posizione e strappando molti applausi da parte del pubblico presente.

I danzatori sul ghiaccio Anna Cappellini e Luca Lanotte si sono classificati al quarto posto in entrambi i segmenti di gara. Tralasciando il fatto che la danza,purtroppo, è uno sport gerarchico, quello che lascia più perplesso in questo caso sono i punteggi. Fatta eccezione per la tappa giapponese del Grand Prix, L’NHK Trophy, in tutte le altre competizioni (compreso il Team Event appena concluso) Anna e Luca sono quasi sempre stati un po’ sottopagati dalle giurie. Attenzione, non stiamo parlando di posizioni in classifica ma semplicemente di punti. Basta vedere lo sguardo dei pattinatori al Kiss& Cry nelle varie competizioni, mai veramente soddisfatto fino in fondo. Per la gara di specialità Anna e Luca non dovranno demordere: le Olimpiadi sono una gara a sè e le sorprese, siamo certi, non mancheranno.

La regina della spedizione azzurra Carolina Kostner è stata, per l’ennesima volta, la grande protagonista della gara: dopo uno short program di alto livello in tutti i suoi aspetti, nel secondo segmento di gara la pattinatrice ha dovuto subire le decisioni davvero poco comprensibili del pannello tecnico, il quale ha chiamato come elemento sottoruotato sia l’importante combinazione doppio axel/euler/triplo salchow sia il doppio axel singolo. Due chiamate che hanno pesato come un macigno su Carolina, relegandola ingiustamente in quarta posizione alle spalle della fuoriclasse Alina Zagitova (prima classificata con ampio margine e merito), l’americana Mirai Nagasu e la canadese Gabrielle Daleman. Nonostante ciò Carolina ha regalato agli spettatori presenti l’ennesima magia, preparandosi così alla competizione del singolo, gara importantissima in ottica medaglia.

Il team azzurro ha quindi deciso, diversamente da quanto successo a Sochi, di non schierare le seconde linee, cercando in tutti i modi di conquistare una medaglia che sembrava solo impossibile alla vigilia. Ma questo è lo spirito azzurro da sempre: la determinazione, la concentrazione, l’umiltà e la devozione hanno spinto gli atleti veterani sempre più in alto; solo tramandando questi bellissimi valori ad atleti più giovani come Matteo Rizzo, Giada Russo e a tutti i pattinatori rimasti a casa si può creare un team vincente come quello italiano. Sì perché l’Italia oggi ha vinto anche se è arrivata quarta perché, quando in una gara dai il meglio di te stesso, senza risparmiarti, allora hai già vinto. E non ci sono medaglie che reggono.

 

 

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Foto: Valerio Origo

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