Seguici su

Ciclismo

Ciclismo, il caso di Froome: necessità di fare chiarezza sulla vicenda. Il Tribunale antidoping Uci è più vicino

Pubblicato

il

Necessità di fare chiarezza. E’ questo quel che chiedono un po’ tutti sul caso di positività al salbutamolo di Chris Froome. Sostanza rinvenuta nelle urine del campione del pedale britannico nella Vuelta 2017 che ha aperto un dibattito mediatico e non solo sul da farsi tra l’Uci che spinge per un’autosospensione e la Sky che, dal proprio punto di vista, ritiene non vi siano le basi per procedere in questo senso, credendo che il proprio corridore non abbia commesso alcun reato “sportivo”.

Ora, tutti attendono un segnale forte da parte delle istituzioni. Corridori ed organizzatori dei grandi giri sono in una situazione di “stand-by“, non sapendo cosa pensare o come procedere a riguardo. Nella giornata di ieri, Il direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni, a margine della presentazione delle Strade Bianche, ha espresso un parere netto e fermo sul caso: “Sul caso Froome noi aspettiamo i prossimi passi dell’Uci, soprattutto sull’istanza presentata dal Team Sky. Noi come organizzatori del Giro d’Italia non vogliamo metterci becco, ma vogliamo una certificazione dall’Uci che consenta al corridore di essere alla partenza del prossimo Giro d’Italia. Ci dovranno dire se il ciclista risulta sospeso, oppure può gareggiare regolarmente“,  le parole di Vegni riportate dall’Ansa, precisando di non voler replicare una situazione simile a quella del 2012 quando il campione spagnolo Alberto Contador continuò a correre venendo poi squalificato, dopo una procedura di 18 mesi, con conseguente stravolgimento della classifica del Tour de France 2010: “Certamente non accettiamo un Contador bis né un processo a posteriore”, ha sottolineato il direttore del Giro.

Dunque la palla passa alla Federazione Internazionale, probabilmente l’unica in grado di sbrogliare la matassa. E allora, da quel che si legge da La Gazzetta dello Sport, la vicenda sarà presto giudicata dal Tribunale antidoping che l’Uci ha voluto, per statuto, indipendente dalla Federazione stessa. Questo perché è possibile che vi possano essere posizioni contrastanti tra i legali del’Uci stessa. Di fatto sarà tutto in mano ad un giudice unico con potere totale e la linea difensiva dell’atleta britannico è sempre la stessa: innocenza a oltranza. Staremo a vedere.

 

 





 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: UnipublicPhotogomez

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *