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Grand Prix d’Amerique 2018 – Quando Varenne vinceva e scaldava l’Italia. Suo figlio Tony Gio torna tra i grandi

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Varenne è l’icona indiscussa dell’ippica contemporanea, un cavallo unico e inimitabile che ha fatto scaldare l’Italia, che ha regalato emozioni in ogni angolo del Pianeta. Un mito ammirato, contemplato, coccolato: semplicemente unico e inimitabile, ineguagliabile per quello che ha rappresentato nel panorama sportivo e non solo. Molto più che un animale, un divo bellissimo e invincibile, un esemplare così nasce davvero una volta ogni cinquant’anni. Il Capitano, semplicemente il trottatore più forte di tutto il Mondo che ha mandato in visibilio folle di appassionati e non a cavallo degli anni 2000: il figlio di Waikiki Beach sta per compiere 23 anni e si appresta a vivere le sue ultime stagioni (mediamente un cavallo si spinge fino a 25 anni d’età, qualcuno riesce anche ad avvicinarsi ai 30) ma il suo DNA si è davvero sparso in ogni angolo della Terra.

Varenne ha circa 2000 figli, tutti nati tramite inseminazione artificiale (non ha mai avuto la “fortuna” di potersi accoppiare in maniera naturale in tutta la sua vita). Dai suoi campioni di sperma (valutati in circa 12000 euro l’uno, in caso di nascita avvenuta con successo) sono nate alcune stelle capaci di mettersi in luce nel corso dell’ultimo decennio (il Campione è andato in “pensione” il 28 settembre 2002 e da quel momento risiede presso l’allevamento Il Grifone a Vigone, in provincia di Torino): pensiamo a Ira del Rio, Lana del Rio e Lisa America ma anche Miele d’Alfa, Idole di Poggio, Impeto Grif, Lord Capar, Nadir Kronos, Olona Ok, Pascià Lest. Il cavallo di proprietà di Enzo Giordano e guidato a lungo da Giampaolo Minnucci vinse tutto tra il 2001 e il 2002: l’unico trottatore ad aver vinto Grand Prix d’Amerique, Elitloppet e Lotteria nello stesso anno (2001) bissando il tutto nella stagione successiva. Semplicemente un mostro che ha corso 73 gare in carriera vincendone addirittura 62: l’Invincibile per antonomasia che dominò anche la Breeders Crown, la gara per eccellenza negli USA.

La doppietta sulla pista nera di Vincennes è semplicemente qualcosa di leggendario: le ultime domeniche di quei mesi di gennaio sono ancora impresse nella mente di tanti sportivi italiani che si incollarono davanti al televisore per gustarsi le gesta del Mito sui 2700 metri del Tempio del trotto, dove solo i più forti sanno vincere quello che è a tutti gli effetti un Mondiale tra i 18 migliori in circolazione. Il Grand Prix d’Amerique 2018 si presenta ancora una volta come l’evento dell’anno per il mondo dell’ippica e il bravissimo Tony Gio cercherà di ripercorre le orme di papà Varenne.

Il figlio del Capitano (e di Ilaria Jet) è nato il 23 marzo 2012 e ha disputato 54 gare in carriera: 13 vinte, l’ultima è il Grand Prix de la Ville lo scorso 28 luglio al termine di un duello emozionante con Baby Lou Max sui 2925m (parliamo di una corsa di Gruppo III, categoria in cui ha vinto cinque gare tra cui anche il Grand Prix de Vincennes, sempre a Cagnes-Sur-Mer). Tony Gio sarà guidato da Christophe Martens che parteciperà all’evento come ripescato: era il primo dei sei esclusi ma rientra tra i magnifici 18 dopo la rinuncia forzata di Twister Bi (altro cavallo italiano, reduce dal successo all’International Trot con tanto di record del mondo ridicolizzando Resolve). Il cavallo di proprietà della Bivans Srl, con 563mila euro di montepremi raccolti in carriera, non sarà tra i grandi favoriti (Bold Eagle punta al tris consecutivo, farebbe dunque meglio di Varenne) ma l’obiettivo è quello di fare davvero bene e di mettersi in luce nella grande Classica dell’ippica.





(foto sito Ippodromo le Capannelle)
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