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Nuoto di fondo, la ‘minaccia’ Paltrinieri deve infondere nuove motivazioni ad una squadra maschile in regresso

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Una squadra di regolaristi ma non da gare secche. Sembrerebbe che l’argomento sia più affine al ciclismo che al nuoto di fondo ma non è così. La stagione delle acque libere italiane è stata di tante luci ed alcune ombre. Le note liete sono rappresentate dalle vittorie in Coppa del mondo di Arianna Bridi e Simone Ruffini e dalle 5 medaglie iridate di Budapest nel Lago Balaton (2 argenti e 3 bronzi).

Tuttavia, da incontentabili quali siamo, quella 10km maschile proprio non ci è piaciuta. Una prestazione sottotono di Ruffini (7°) e Vanelli (10°), non in grado di dar seguito agli ottimi risultati ottenuti nella World Cup nell’evento clou. Un risultato che, tra l’altro, replica il medesimo ottenuto dai due nuotatori due anni fa nelle acque di Kazan, prolungando il digiuno da vittorie e podi iridati in questa specialità.

Non è certo un mistero: da quando la gara è stata marchiata a Cinque Cerchi, il livello della competizione è salito enormemente e molti degli “Squali” della piscina hanno sposato la causa del fondo. Potremmo citare il caso del campione olimpico di Londra 2012 Oussama Mellouli, bronzo anche in quei Giochi nei 1500 stile libero, oppure il campione del mondo 2015 della 10km Jordan Wilimovsky, quarto nella finale delle 30 vasche di Rio vinta dal nostro Gregorio Paltrinieri, con Gabriele Detti terzo. Una specialità che, dunque, sta mutando i suoi equilibri ed a cui, a differenza del settore femminile, l’Italia fa fatica ad adattarsi.

E’ necessario cambiare qualcosa? La soluzione potrebbe essere quella di ricorrere proprio al fenomenale Paltrinieri. E’ noto ormai da mesi che Greg è motivatissimo nel voler perseguire il progetto “Acque libere” e cimentarsi in gare che lo hanno visto crescere. Per questo, dopo la scorpacciata olimpica, l’azzurro ha pensato di avviare in questo quadriennio un discorso che contemplasse sia la piscina che il fondo. Il primo assaggio c’è stato a marzo nella 10 km di Eilat (Israele), una settimana prima degli Assoluti di Riccione, e l’esito è stato un quarto posto. Un Paltrinieri non certo in super forma che ha testato la sua condizione e la propria resistenza in uno sforzo a cui non era abituato. Un risultato da giudicare positivo associato poi al successo nelle Universiadi nelle acque di Cina Taipei, oltre che in piscina.

Di sicuro, un atleta come il 22enne di Carpi non può che fare comodo al nostro movimento, bisognoso di un leader vero nel gruppo, cosa che in questo momento tra i ragazzi forse un po’ manca. Se infatti la Francia, l’Olanda e gli Usa hanno trovato interpreti di grande qualità e velocità, lo stesso non si può dire per il Bel Paese che eccelle, magari, con più facilità nella 25km, dove i dettami del “vecchio fondo” sono più graditi. La tendenza della 10km, infatti, è sempre più vicina alla preparazione in vasca, nonostante vi siano delle differenze sostanziali. La base di velocità, fondamentale ormai per rendere al 100%, è condizione necessaria per centrare il bersaglio grosso. L’impiego di Gregorio, dunque, potrebbe essere vincente proprio per queste ragioni e da stimolo per il resto della squadra.

 





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Foto: Credit La Presse

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