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Ciclismo

Ciclismo, il 2017 di Vincenzo Nibali. Uno Squalo sempre davanti: il successo al Lombardia, il podio del Giro, aspettando la Vuelta

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Lo Squalo ha sbranato ancora una volta, ha scaldato i cuori di tutti gli appassionati del grande ciclismo, ha incantato con le sue prodezze e con le sue gesta da leggenda, si è confermato come la punta di diamante del nostro movimento, ha dettato legge in ogni contesto, non si è mai tirato indietro e ha sempre sprinto a tutta come ci ha abituato a fare per tutta la sua carriera. Vincenzo Nibali si è distinto anche nel 2017 che volge al termine, ha ribadito il suo immenso talento, ci ha deliziato a suon di vittorie e di colpi da maestro: la pinna del Campione si è sempre messa in bella vista in mezzo al gruppo ed è riuscita sovente a fare la differenza, di giustezza e di rabbia, in maniera mai banale e sempre altamente toccante, quasi commovente, sportivamente esaltante e fuori dal coro.

Terzo al Giro d’Italia, secondo alla Vuelta di Spagna, primo al Giro di Lombardia. Questo è in estrema sintesi il palmares del siciliano in questa stagione assolutamente da incorniciare e che potrebbe addirittura rivelarsi trionfale se Chris Froome venisse squalificato: in quel caso Nibali conquisterebbe a tavolino la corsa a tappe iberica, la seconda della sua monumentale carriera in cui è riuscito a vincere per almeno una volta tutti i tre Grandi Giri, come solo i colossi del ciclismo sono riusciti a fare. Lo Squalo ha però già ammesso che non sarebbe contento di questa soluzione, è consapevole che la non negatività del britannico sta creando un importante problema di immagine a questo sport e che tutti i ciclisti potrebbero pagarne le conseguenze. Intanto, però, il capitano della Bahrain Merida è stato l’unico in grado di mettere in difficoltà il kenyano bianco, lo ha impensierito in salita, lo ha staccato, ha cercato di mettere alle corde un autentico robot che soltanto nel finale è riuscito a spuntarla.

Riesce a salire sul podio anche nella Corsa Rosa per la quinta volta in carriera (dal 2010 a oggi non ha mai mancato l’appuntamento quando si è presentato al via), inchinandosi soltanto al cospetto dell’indemoniato Tom Dumoulin che si è rivelato davvero imbattibile nell’arco delle tre settimane soprattutto a cronometro. Il successo in solitaria a Como, per la seconda volta in carriera, vale il secondo sigillo su una Classica Monumento: il nome di Vincenzo Nibali finisce ancora nell’albo d’ora del Giro di Lombardia, attacco chirurgico e avversari in ginocchio di fronte a uno Squalo stellare che poi si toglie lo sfizio di vincere anche il Taiwan Challenge (105km interamente in salita). Ora si guarda con convinzione al prossimo anno: tentativo di assalto al Tour de France dopo il trionfo nel 2014 e poi il sogno Mondiale, quella medaglia iridata per coronare una carriera già monumentale.

 





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