Sci Alpino

Sci alpino, la denuncia di Nicola Werdenigg: “Violentata a 16 anni da un compagno di squadra. Gli abusi sessuali erano la norma nella Federazione austriaca”

Pubblicato

6 anni fa

20 Novembre 2017

Le accuse e le denunce di abusi sessuali non accennano a placarsi e stanno coinvolgendo anche il mondo dello sport. Stavolta è il turno dello sci alpino: Nicola Werdenigg, 58enne, quarta nella discesa olimpica di Innsbruck 1976, ha denunciato gli abusi subiti nel corso degli anni ’70 all’interno della Federazione austriaca. “Fui violentata all’età di 16 anni da un compagno di squadra, dopo essere stata fatta ubriacare assieme a un altro uomo“, ha dichiarato l’ex atleta in un’intervista rilasciata al quotidiano Standard.

Stando alle parole della Werdenigg, figlia dell’ex-allenatore austriaco Ernst Spiess e di Erika Mahringer, non si sarebbe trattato di un caso isolato. “Ci furono ripetutamente delle molestie sessuali, da parte degli allenatori, di altri compagni e anche di altri membri dello staff. Ho visto con gli occhi di una teenager diversi atti fra gli adulti che mi sembravano strani. È successo sotto gli occhi di tutti, se ne parlava quasi ogni giorno. Ma non ci furono conseguenze di alcun tipo. I rapporti di allora li definirei oggi come molto permissivi, le ‘avventure amorose’ facevano parte della quotidianità“.

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Denunce pesanti quelle della Werdenigg, che ha proseguito rivelando ulteriori dettagli. “Hanno registrato il primo coito di una compagna di squadra con una telecamera nascosta e poi hanno mostrato il video a tutta la squadra. Per lei fu un dramma terribile. Si ritirò. Non ha sciato mai più mentre a lui non è successo niente. Era un periodo crudele, per noi c’era la sensazione che non si potesse far nulla per cambiare lo stato delle cose. L’abuso di potere, il sessismo evidente sono state accettate sotto il sigillo della normalità. Molte ragazze, fra cui anche io, sono finite nella bulimia“. “Oggi sento l’obbligo di parlarne, voglio rompere questo tabù. Voglio impedire che si ripeta e spero di incoraggiare altri a parlarne“, ha chiuso Werdenigg.