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Canoa Slalom, parlano i DT Ettore Ivaldi e Daniele Molmenti: “Bilancio in crescita, ma il risultato del Mondiale è stato deludente”

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Calato il sipario sulla stagione 2017 della Canoa Slalom, i due DT, Ettore Ivaldi e Daniele Molmenti, hanno rilasciato una lunga intervista al sito federale, in cui hanno tracciato un bilancio dell’annata, con un focus importante sui Mondiali di Pau, andati in archivio appena una settimana fa.

Questo primo anno alla direzione tecnica, è stato necessariamente di transizione per Ivaldi: “Partendo a marzo non è stato facile inserirsi in un gruppo di atleti che già avevano programmi di allenamento definiti: entrare in un sistema completamente diverso non è scontato né facile e dunque necessita di tempo. Da parte nostra non c’è stata ovviamente nessuna forzatura ma abbiamo cercato, laddove è stato possibile, di integrarci nei loro progetti e programmi andando a lavorare su eventuali carenze presenti“.

Il bilancio della stagione è in chiaroscuro per Molmenti: “Se guardiamo al numero di medaglie, il bilancio è in crescita e una certa soddisfazione c’è, ma è ovvio che il risultato del Mondiale è stato deludente in una ottica di squadra azzurra: l’obiettivo dichiarato ad inizio stagione di ripetere le due finali non c’è stato, ma in compenso è arrivata la finale nel C1 costruita da inizio stagione e una medaglia nel C2 misto che rivela, se vogliamo, il potenziale dei nostri atleti“.

Dettagliata l’analisi di Ivaldi circa la rassegna iridata transalpina: “Evidente il dispiacere per aver mancato l’appuntamento iridato, tanto più che ci siamo presentati con atleti che avevano quasi tutti già preso quest’anno finali in Coppa. Probabilmente i ragazzi si sono fatti influenzare dall’evento così importante e non sono riusciti a dare quanto in realtà era nelle loro possibilità. Stiamo elaborando una analisi individualizzata per ogni atleta per capire dove intervenire già a partire dai primi giorni di novembre. Capitolo a parte lo aprirei per Jakob Weger che dopo aver fatto un’ottima qualifica non è riuscito a concretizzare con una strategia di gara magari più attenta le sue performance precedenti. La sua giovane età lo ha portato a spingere oltre misura esaurendo a metà percorso tutte le sue energie. Raffaello Ivaldi, anche lui protagonista di una eccellente qualifica, ha poi vanificato il tutto in semifinale con un errore di valutazione nella combinazione più assurda di tutto il circuito. Anche lui, vista la sua giovane età, avrà modo di fare un’analisi di quanto successo e di conseguenza capire dove intervenire per migliorare. Ci si aspettava di più da Giovanni De Gennaro e Zeno Ivaldi, ma probabilmente la troppa sicurezza non ha permesso loro di esprimersi, forse timorosi del risultato. In un Mondiale bisogna anche saper osare al momento giusto e forse sia Giovanni che Zeno non hanno sentito le giuste emozioni per esprimersi. Per il settore femminile Steffy Horn, dopo una stagione ai vertici, forse è arrivata troppo stanca e questo sarà tema di discussione con l’atleta per suggerirle di rinunciare magari a qualche gara internazionale per arrivare ai Mondiali carica. Clara Giai Pron ha mancato il passaggio in semifinale anche se era nelle sue possibilità, ma il miglioramento tecnico e fisico visto quest’anno è in continua crescita e noi contiamo molto sulle sue possibilità. Il C2 ha confermato i valori di finale; ora c’è da capire l’impegno che la stessa ICF terrà con questa specialità. Bella sorpresa il C2 mix che sembra proprio il futuro prossimo per questa barca multipla“.

Molmenti traccia il futuro del movimento azzurro, partendo dal centro federale che si sta ampliando ad Ivrea, sede di una tappa di Coppa del Mondo in questa stagione: “Innanzitutto deve essere completato e reso disponibile all’alto livello con delle richieste minime ma fondamentali come gli uffici e la palestra, successivamente solo la ferma costanza del lavoro quotidiano potrà dare frutti reali; ma soprattutto il metodo: chi si vuole allenare nell’alto livello deve capire che il metodo, seppur personalizzato, è l’unico modo di crescita. Gli atleti e alcuni allenatori, non solo in Italia, navigano a vista o su aspetti così astratti da togliere la concretezza della prestazione basandosi su aspetti troppo astratti. Ecco, questo a mio parere non va. Non solo è sbagliato insegnare in questo modo ai giovani pagaiatori, ma è anche controproducente perché si toglie l’aspetto analitico della prestazione, ossia si toglie ogni possibilità di valutarsi e crescere“.

Infine sulla collaborazione con Guillermo Diez Canedo, Ivaldi afferma: “Con Guille ci conosciamo da molto tempo e ovviamente l’intesa è totale, considerando che ho spinto per averlo con noi a lavorare; con Daniele è stata una piacevolissima scoperta, e considerando il fatto che entrambi abbiamo gli stessi obiettivi, non è difficile “pagaiare” bene sulla stessa canoa“.





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Foto: comunicato stampa Federcanoa

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roberto.santangelo@oasport.it

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